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Consulta antiusura: 'Azzardo, il decreto Dignità non basta'

11 settembre 2018 - 17:20

Secondo la Consulta antiusura le disposizioni sul gioco contenute nel decreto Dignità non sono sufficienti.

Scritto da Redazione
Consulta antiusura: 'Azzardo, il decreto Dignità non basta'

Indebitamento delle famiglie, usura e azzardo. Tre temi che, secondo la Consulta nazionale antiusura, si intrecciano tra loro e che paralizzano la tenuta economico e sociale del Paese. In una nota, la Consulta evidenzia: "Dopo tante battaglie fuori e dentro i palazzi delle istituzioni da parte delle associazioni finalmente l’attuale governo nell’ambito del decreto Dignità ha abolito la pubblicità totale dell’azzardo". Ma, chiede, il decreto risolve il problema dell’azzardo? Esiste una una exit strategy per portare le famiglie italiane fuori dalla condizione di sovrindebitamento?
Se n’è discusso in un convegno organizzato dalla Consulta Nazionale Antiusura e dalla Fondazione Antiusura nell’ambito della Fiera del Levante.

“Con una politica programmata che offra una possibilità di pareggio di bilancio, ponendo la garanzia dello Stato, l’impegno del sistema di welfare e la partecipazione comunitaria (sull’esempio della metodologia delle Fondazioni antiusura) e accompagnando le famiglie a adottare un piano fattibile di rientro, è possibile individuare una strategia d’uscita", afferma Maurizio Fiasco,consulente della Consulta Nazionale Antiusura.

“L’esperienza delle Fondazioni Antiusura mostra la concreta fattibilità di questo modello d’intervento sulla scala delle 25 mila famiglie soccorse dal giorno della prima Fondazione (1991)", aggiunge monsignor Alberto D’Urso, presidente della Consulta.

Per quanto concerne il tema dell’azzardo, si è discusso del decreto Dignità che vieta la pubblicità dell’azzardo sui media. Attilio Simeone, coordinatore nazionale del Cartello “Insieme Contro l’Azzardo”, a tal riguardo è stato molto netto: “Il decreto dignità traccia la strada ma non ci soddisfa. Sono necessari interventi strutturali per abbattere il consumo. È ora di rivedere le convenzioni con le concessionarie".

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