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Sapar, la mozione di sfiducia divide i delegati regionali

13 novembre 2018 - 10:58

L'associazione Sapar commenta la presentazione della mozione di sfiducia della presidenza e vicepresidenza anche in vista del direttivo di domani.

Scritto da Redazione
Sapar, la mozione di sfiducia divide i delegati regionali

Sarà un Direttivo animanto, quello di domani, per l'associazione Sapar, che dovrà voare la mozione di sfiducia avanzata nei confronti della presidenza e della vicepresidenza dell'associazione servizi apparecchi per le pubbliche attrazioni ricreative, visti i pareri molto discordanti tra i delegati regionali dell'associazione, raccolti da Gioconews.it.

 

“Il vento del cambiamento in Sapar che qualcuno tanto auspica c'è già stato. Infatti, le ultime votazioni hanno portato alla vice presidenza due donne alla loro prima esperienza in questo ruolo ma veterane come presidenti di delegazione regionale: rispettivamente, del Piemonte la sottoscritta e della Lombardia Barbara Fedeli".

Non ha dubbi Alessia Milesi, vicepresidente nazionale e presidente della delegazione per il Piemonte, decisamente contraria alla mozione di sfiducia. "C'è stato un ritorno dopo dieci anni di assenza di Eugenio Bernardi e a capo di questa ventata di aria fresca c'è il nostro presidente, Raffaele Curcio, riconfermato a pieni voti nelle ultime elezioni. Probabilmente, il vento del cambiamento tanto auspicato non trova grandi sostenitori, soprattutto da chi per tantissimi anni fa e ha fatto parte dei vertici Sapar. Io vedrei meglio un cambiamento dei vertici Sapar Service, la quale oggi non ha dato prova delle sue reali capacità, rimanendo immobile e producendo fin troppo poco rispetto a ciò che da questa 'costola' Sapar ci si aspettava. Per ciò che mi riguarda ho lavorato tanto e in condizioni non ottimali, vista la mancanza di un segretario in associazione, insieme ai miei colleghi della presidenza dedicando tempo, competenze ed energie all'associazione e agli associati. Chi segue il settore può immaginare il grande amore che una persona deve avere per questo lavoro e, pur avendolo perso (vedi legge regionale del Piemonte), lotta e si impegna per dare un futuro ai colleghi che ancora riescono a lavorare sul territorio italiano che mai come oggi, nonostante una legge nazionale, si ritrova a essere frammentato e diviso con norme regionali che poco spazio lasciano agli operatori leciti di questo comparto. Ritengo che un confronto propositivo e leale possa far rientrare l'allarme e auspico una presa di coscienza e soprattutto una reale capacità di confronto per dare continuità alle iniziative e alle relazioni intraprese in questi mesi dalla presidenza. Sarebbe sbagliato e dannoso interrompere oggi questo percorso. Ci saranno altri tempi e soprattutto altri modi per chi oggi sente di poter far qualcosa per Sapar per accomodarsi ai vertici della stessa. Modi più dignitosi è più rispettosi per tutti”.

 

Secondo il veneto Paolo Dalla Pria, invece, la mozione di sfiducia porterà un vento di cambiamento positivo sull'associazione. “Vedo il cambiamento di ruolo una cosa positiva, anzi non capisco l'accanimento nel voler restare a tutti i costi a presiedere un'associazione che invece ha bisogno di cambiare. Anche io, nove anni fa, fui sfiduciato senza neanche ricevere le motivazioni e accettai, anche se con l'amaro in bocca, la decisione. Mi misi subito al lavoro per l'associazione, seppur con un altro ruolo. Dunque, per me il cambio di presidente non potrà altro che fare bene alla nostra associazione”.
 
 
Diverso è il parere di Giancarlo Alberini, referente per il Trentino Alto Adige: “In questo momento non sono favorevole a una sfiducia di presidenza e vicepresidenza, in quanto, non c'è, allo stato attuale un'alternativa valida all'attuale presidenza. Non c'è un piano valido che possa prendere il posto dell'attuale assetto che, tra l'altro, sta lavorando bene. Per me è deleterio il cambio di presidenza e vicepresidenza”.
 
 
Sempre su questa linea si pone Fausto Tabarrone, dell'Emilia Romagna, per cui “non è questo il momento per cambiare. La situazione politica attuale è difficile e frammentata e a parer mio sarebbe stato più utile rimanere uniti, lavorando per il bene dell'associazione senza screzi interni”.
 
Fugace la risposta di Walter Moro, referente per la Sardegna, per cui “se i cambiamenti siano positivi o negativi si sa sempre dopo. Quindi meglio aspettare per capire la sfiducia sia una decisione a favore o a sfavore dell'associazione stessa”.
 
 
"Per quanto mi riguarda - spiega Eugenio Bernardi, vicepresidente di Sapar - sono rientrato in associazione dopo dieci anni di assenza, andando a ricoprire un incarico con l'obiettivo di poter fare qualcosa di buono e di utile per i gestori. Ma se sono rientrato è perché credevo che le divisioni che avevano caratterizzato l'associazione tanto tempo fa fossero superate e si potesse lavorare tutti insieme per un obiettivo comune. In questi mesi ho cercato di fare il meglio e, come me, ha fatto l'intera presidenza. In un momento certo non facile per la nostra categoria e per il settore più in generale. Le difficoltà sono molte, in questo periodo, in cui è difficile farsi ascoltare dalla politica e anche soltanto riuscire a dialogare. Ma abbiamo comunque fatto il nostro meglio, provando anche a sopperire alla mancanza di un segretario che ha reso tutto ancora più difficile. Detto questo, tuttavia, ascolteremo cosa c'è da dire domani al Direttivo, con umiltà ed interesse, e con l'auspicio che la frattura attuale si possa ricomporre. Per il bene di tutti".
 
 
"Non è il momento giusto, questo, per presentare una mozione di sfiducia nei confronti di presidenza e vicepresidenza che peraltro stavano lavorando molto bene". Queste le parole di Carlo Molinari, referente per la Lombardia, secondo il quale "in un momento politico difficile come questo, il cambiamento dei vertici non è una cosa positiva. Aspetteremo domani, (mercoledì 14 novembre, Ndr), le motivazioni del direttivo".  
 

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