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Convegno 'Homo Ludens': 'Il gioco legale espulso dai territori'

30 novembre 2018 - 10:04

Ribadita l'importanza del gioco legale al convegno “Homo Ludens, fare impresa tra gioco e limiti” con gli interventi di Istituto superiore di sanità, Sistema Gioco Italia, Cepcit e università di Bologna.

Scritto da Redazione
Convegno 'Homo Ludens': 'Il gioco legale espulso dai territori'

“L’industria del gioco legale in Italia impiega oltre 150mila lavoratori e garantisce un gettito di oltre 10 miliardi di euro alle casse dello Stato, secondo le indagini di Sistema Gioco Italia, agendo su base di una concessione statale e offrendo la possibilità di giocare in maniera controllata e sicura ai cittadini”.

Questo quanto emerso al convegno “Homo Ludens, fare impresa tra gioco e limiti” tenutosi oggi, venerdì 30 novembre a Bologna, organizzato dall’università di Bologna “Alma Mater Studiorum”, dipartimento di Sociologia e diritto dell’economia nell’aula Poeti di Palazzo Hercolani e coordinato dal professor Giovanni Pieretti, direttore del Centro studi sui problemi della città e del territorio (Cepcit).
 
“Nell’attuale contesto in cui l’industria del gioco in Italia è al centro di un intenso dibattito politico e mediatico – spiegano gli organizzatori del convegno – la giornata studio di oggi ha voluto sottolineare la componente sociale del gioco, approfondendone gli aspetti più significativi e di evidenziare l’esistenza di un’industria che agisce con legalità, generando un indotto importante”.
 
“Secondo l’Istituto superiore di sanità il 36,4 percento degli italiani adulti, oltre 18 milioni di persone, – affermano Bruno Genetti di Explora-Ricerca e analisi statistica e Adele Minutillo di OssFad, grazie a una panoramica sociodemografica partita dall’indagine sul fenomeno del gioco realizzata dall’Iss - ha giocato almeno una volta nell’ultimo anno. Il profilo del giocatore medio è un uomo, tra i 40 e i 64 anni, residente nel centro Italia, che gioca prevalentemente al lotto e alle lotterie”.
 
Il convegno ha lanciato anche un allarme riguardo al rafforzamento dell'offerta illegale, particolarmente attrattiva per i giocatori problematici, rappresentando una attrazione a cui questa categoria si rivolge più del doppio rispetto ai cosiddetti giocatori sociali, un dato che sale al triplo per il gioco online.
 
“La presenza diffusa del gioco illegale – continuano i relatori - è confermata anche dalle numerose inchieste dell’autorità giudiziaria che continuano a portare alla luce l’entità di questo fenomeno, come la recente inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria con sequestro vicino al miliardo di euro. Riguardo al problema della ludopatia, l’indagine ha rilevato che i giocatori problematici sono il 3 percento e che la fascia di età 50 – 64 anni è la più rappresentata. È però emerso che nelle diverse aree geografiche l’alta prevalenza di gioco d’azzardo non corrisponde all’alta prevalenza di comportamento problematico”.
 
“Il comparto del gioco lecito – dichiara Gennaro Parlati, direttore generale Acmi e vice presidente Sistema Gioco Italia – vive un momento molto difficile a causa delle diverse misure implementate dal Governo e dalle istituzioni locali che stanno portando all’espulsione del gioco legale dai territori”.
 
Claudia Golino, docente di Diritto dell’economia dell'università di Bologna ha ripercorso, invece, l’evoluzione normativa ed economica del gioco in Italia, spiegando “come la liberalizzazione del mercato a partire dagli anni Novanta del secolo scorso, intensificatasi poi nel nuovo millennio, ha portato a un aumento delle quantità e delle varietà dei consumi e alla riduzione dei prezzi medi di mercato”.

 

 

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