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Dia, sequestri per 7 milioni ad Enna: sale giochi sotto la lente

23 gennaio 2019 - 09:14

Ci sono anche delle sale giochi fra i 7 milioni di beni sequestrati dalla Dia ad un 51enne di Enna indagato per truffa, evasione fiscale e usura. 

Scritto da Redazione
Dia, sequestri per 7 milioni ad Enna: sale giochi sotto la lente

Un sequestro dal valore complessivo di oltre 7 milioni e mezzo di euro, che ha interessato 12 società e una ditta individuale, con sede nella provincia di Enna, operanti nei settori dell’estrazione di inerti e della produzione di calcestruzzo, della costruzione di edifici residenziali, del commercio di apparecchiature telefoniche, della gestione di sale giochi e della ristorazione.

Lo ha eseguito la Direzione investigativa antimafia di Caltanissetta nei confronti di un 51enne di Enna, che, pur non inserito in alcuna associazione criminale organizzata, risulta gravato da precedenti penali che ne caratterizzano complessivamente l’elevata pericolosità sociale (reati di truffa, evasione fiscale e, soprattutto usura).

 

Secondo quanto si legge in un comunicato della Dia, “l’attività è scaturita da un’indagine del 2010 avviata dal Centro Operativo Dia di Caltanissetta, unitamente alla Compagnia dei Carabinieri di Enna, delegata dalla Direzione distrettuale antimafia, basata principalmentesulla sproporzione tra il suo elevato tenore di vita e il consistente patrimonio immobiliare posseduto rispetto agli esigui redditi fiscalmente dichiarati.
Le attività tecniche di intercettazione, l’analisi della voluminosa e complessa documentazione acquisita a seguito di perquisizioni effettuate presso uffici pubblici, aziende private e banche,sono risultate determinanti per accertare le condotte illecite ed il complessivo disegno criminoso posto in essere dall'uomo, facendo emergere, altresì, la fitta rete di complicità di cui godeva nell’ambito della criminalità ennese”.
 
 
Nello specifico, “sono state accertate specifiche responsabilità penali nei riguardi di un direttore di un’azienda bancaria operante a Leonforte (En), il quale risulta aver informato l'uomo degli accertamenti bancari all’epoca eseguiti dalla Dia, omettendo, inoltre, di segnalarne le ingenti movimentazioni bancarie di evidente origine delittuosa all’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia”, conclude la Dia.
 

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