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Novara: 'Chiudo il bar, senza le slot non ce la faccio'

24 aprile 2019 - 13:54

Titolare di storico bar di Novara costretto a cessare l'attività dopo aver rinunciato alle slot per la legge sulle distanze minime dai luoghi sensibili. 

Scritto da Ca
Novara: 'Chiudo il bar, senza le slot non ce la faccio'

 

 

“Avevo introdotto le macchinette per il gioco ma dal primo maggio non mi sarebbe più stato possibile tenerle accese perché, secondo la normativa, il locale è a meno di cinquecento metri di distanza da banche e scuole, e quindi è vietato avere le slot. Se si pensa che in questi anni i costi di gestione e le tasse sono aumentate moltissimo mentre gli incassi sono fortemente diminuiti, si capisce perché uno è obbligato a chiudere”. E’ il commento  a La Stampa, di Gian Luca Rambaldini, titolare del bar Benevolo di Novara, storico locale che si trova nello stabile del vecchio stadio. Posto frequentatissimo dai tifosi del club Fedelissimi ma che, nei giorni scorsi, si sono trovati di fronte il cartello “chiuso per cessata attività”. 

Un’attività aperta da 9 anni dalla famiglia Rambaldini dove sono passati tutti i giocatori del Novara di diverse generazioni, i giocatori più forti di biliardo e anche l’attrice Mita Medici l’ha frequentato per un periodo quando girò un film ambientato in città. Tanti i clienti dispiaciuti ma, come ha confessato il titolare, le tasse crescono a dismisura e la situazione economica era ormai insostenibile. Dalle testimonianze sembra che il bar avesse le slot ma che non ruotasse proprio attorno alle “macchinette”. Biliardo e altri intrattenimenti per i tifosi e i tanti clienti. 

La legge sulle distanze minime delle sale da gioco dai luoghi sensibili è stato dimostrato da alcuni studi, non serve più di tanto a fermare eventuali disturbi da gioco d’azzardo. Riesce, intanto, a far chiudere locali e far perdere posti di lavoro.

 

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