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Consiglio Puglia: legge sul gioco, salve attività esistenti

05 giugno 2019 - 08:29

La diretta di Gioco News sul D-Day nella Puglia, con la manifestazione dei lavoratori del gioco e la seduta del Consiglio. Sì alla modifica alla legge, salve le attività esistenti.

Scritto da Fm
Consiglio Puglia: legge sul gioco, salve attività esistenti

Quella di oggi, 5 giugno, è stata una giornata lunga ed intensa per i lavoratori del gioco legale della Puglia. Iniziata la mattina, con la manifestazione dei lavoratori del comparto, organizzata dalle organizzazioni sindacali Filcams Cgil Puglia, Fisascat Cisl Puglia e Uiltucs Uil Puglia a Bari, e proseguita dopo vari ritardi con la seduta del consiglio regionale della Puglia, che ha esaminato la proposta di legge sul gioco a firma dei consiglieri Enzo Colonna, Cosimo Borraccino, Sebastiano Leo e Domenico Santorsola, del gruppo “Noi a Sinistra per la Puglia”. Dopo oltre due ore di dibattito i consiglieri hanno approvato la modifica della normativa, con vari emendamenti, salvando le attività esistenti e introducendo un distanziometro di 250 metri per quelle di nuova autorizzazione.

Minuto per minuto, Gioco News ha seguito in diretta la manifestazione e gli sviluppi al Consiglio.
 
Ore 18.17Felice del risultato raggiunto anche Fabio Biondo, consigliere dell'associazione As.Tro“Siamo molto soddisfatti dopo la presa di coscienza delle forze politiche che hanno dato 37 voti favorevoli e solo sei contrari, a sostegno dei lavoratori e delle imprese. Questa modica alla legge ci lascia tutti soddisfatti perché ci dà la possibilità di continuare a svolgere le nostre attività. Grazie a tutte quelli che si sono spesi in questi anni, i membri di As.Tro, le sigle sindacali, che hanno fatto muro per riuscire ad arrivare a questo risultato”.
 
 
Ore 18.02Entusiasta il commento di Domenico Distante, presidente di Sapar. “Il Consiglio ha usato il buon senso per la tutela dei posti di lavoro, dei punti gioco esistenti, quindi ringrazio tutti, dal governatore ai consiglieri, visto che c'è stata un'ampia convergenza nelle votazioni. Si sono tutti resi conto che il distanziometro non avrebbe risolto niente, e che andava cambiata la norma che il 15 giugno ci avrebbe fatto chiudere tutti. Grazie a tutti per il lavoro svolto in sinergia per far sì che la legge potesse cambiare”. Distante ritiene inoltre che "quanto fatto in Puglia, con spirito di grande collaborazione,  possa costituire un modello pilota da applicare anche nelle altre regioni d’Italia”.    
 
 
Ore 17.28“Le correzioni approvate oggi alla legge regionale della Puglia sono la dimostrazione che se la politica ascolta con attenzione i propri cittadini può modificare norme inique che, se non modificate, portano alla mancata tutela della salute pubblica, alla distruzione di imprese economiche, alla messa in strada di migliaia di famiglie”, evidenzia Francesco Ginestra, presidente Agisco - Associazione giochi scommesse“Quanto deciso oggi in Puglia è quanto diciamo da anni: le imprese esistenti vanno tutelate, le distanze vanno diminuite, i luoghi sensibili vanno individuati con cura, l’apertura di attività “sensibili” in luoghi dove ci sono locali di gioco non possono comportare la chiusura degli esercizi già attivi. Auspico che anche altre Regioni seguano l’esempio della Puglia, nella consapevolezza che solo la rete legale dei Concessionari e dei Gestori affidati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli può garantire la salute dei cittadini , grazie alla professionalità ed esperienza dei propri lavoratori. Spero infine che il Governo prenda spunto da questa decisione per varare un testo unico sui giochi che aspettiamo da anni”.
 
 
Ore 17.15Così Cristiano Azzolini, presidente di Non siamo solo numeri, commenta il voto del Consiglio: “La nostra battaglia finalmente è arrivata al termine. Abbiamo ottenuto le modifiche, le nostre richieste sono state esaudite: sono state salvate le attività esistenti, quindi sono stati salvati i nostri posti di lavoro, e le nuove aperture saranno autorizzate entro 250 metri dai luoghi sensibili identificati in istituti superiori, università e biblioteche. Adesso la battaglia, considerato il carattere nazionale dell'associazione, si sposterà nei luoghi dove sarà necessario intervenire per porre rimedio a leggi regionali assurde, limitanti, escludenti. Quindi la nostra associazione sarà in prima linea per tutte queste necessità. E invitiamo tutti coloro che ne avranno voglia e intenzione a renderci partecipi di tutte queste problematiche e noi interverremo. Come noi interverremo a breve nel problema che vede molti lavoratori del settore reputati non graditi alle banche nell'accesso al credito. Vogliamo far sì che possano comprare una casa, una macchina con la stessa facilità che hanno altri lavoratori che lavorano onestamente, esattamente come noi".
 
 
Ore 16.59 - Con 37 voti favorevoli su 43 il consiglio regionale della Puglia ha approvato la modifica alla legge regionale sul gioco che esclude le attività di gioco già esistenti dal rispetto del distanziometro, che resta confermato per le nuove aperture.
 
 
Ore 16.49 - Il Consiglio ha approvato anche l'emendamento che vieta le slot negli esercizi fino a 20 metri quadri di superficie calpestabile se non offrono gioco come attività principale, e consente al massimo due apparecchi in quelli fino a 50 metri quadri. 
 
 
Ore 16.30 - È stato votato favorevolmente dal consiglio regionale della Puglia l'emendamento di modifica alla legge regionale sul contrasto al gioco patologico.  Le sale esistenti sono escluse dal distanziometro, mentre le nuove aperture dovranno rispettare la distanza minima di 250 metri dai luoghi sensibili.  
 
 
Ore 16.20 - Respinto dall’Aula del consiglio regionale della Puglia il subemendamento Colonna (Noi a Sinistra) all’emendamento numero 2 con cui veniva chiesto di ripristinare la distanza di 500 metri anzichè dei 250 previsti dall’emendamento per le nuove autorizzazioni e sostituire la parola strutture sanitarie con strutture sociosanitarie.
 
 
Ore 16.10 - Il Consiglio sta per procedere al voto degli emendamenti che hanno portato il distanziometro a 250 metri. Le licenze esistenti al momento dell'entrata in vigore della legge ne sono esenti.
 
 
Ore 15.53 - Dalle fila del Partito democratico il consigliere Francesco Paolo Campo controbatte al M5S. “Stiamo ragionando circa l’opportunità o meno di salvaguardare le attività che si occupano di gioco d’azzardo, quelle già esistenti, dall’eventualità di dover chiudere a causa dell’entrata in vigore di una nuova norma che prevederebbe una distanza obbligatoria da alcuni luoghi dichiarati sensibili. Prima di arrivare al punto, cerchiamo di dire delle cose, di ristabilire alcune verità. O meglio, diciamo la nostra opinione. Vorremmo dirla noi, non che ci sia attribuita da altri. Noi siamo convinti che la ludopatia sia un gravissimo problema, sia una dipendenza seria che merita un trattamento clinico. Nessuno immagina, come per tutte le dipendenze, in relazione a tutte le dipendenze, che sia di facile soluzione, però abbiamo il dovere di prenderla molto sul serio. La ludopatia, come il tabagismo, l’alcolismo, la tossicodipendenza in genere, sta diventando una piaga sociale. Colpisce indistintamente tutti i ceti sociali, tutte le fasce d’età, a differenza di altre dipendenze che, magari, si collocano in specifiche fasce di età e hanno una maggiore prevalenza in alcuni ceti sociali. È talmente pervasiva e diffusa che, effettivamente, diventa un problema combatterla. Dobbiamo discutere in questa sede di cosa potremmo o dovremmo fare, anche meglio, da questo punto di vista, su come stanno messi i SerT in Puglia, su come forse sia necessario destinare una quota di risorse maggiore ai SerT della Puglia? O forse lo Stato dovrebbe immaginare una diversa politica sanitaria in questo settore? Vogliamo ridiscutere la bontà di quella scelta che si fece alcuni anni or sono, di legalizzare il gioco d’azzardo? Lo si fece, d’altro canto, perché il gioco d’azzardo e la ludopatia ad esso connessa era una piaga sociale anche più di vent’anni fa. Lo erano più o meno con la stessa intensità. Tra l’altro, alimentavano un’economia illegale, criminale che procurava danni ulteriori collaterali. Vogliamo aggiornare questa discussione? Crediamo sia giunto il momento di guardarci negli occhi e pensare se sia utile o meno ‒ come dite voi ‒ che lo Stato faccia il biscazziere? Forse è il caso che lo Stato cessi di fare il biscazziere? Ha ragione chi prima diceva ‒ forse Zullo ‒ che avete l’occasione di trasformare i vostri sogni in realtà. Governate con una maggioranza ampia e potete assumere iniziative di questo tipo, ma quando anche si cambia idea o si fanno valutazioni, unocambia idea o fa valutazioni, decide di intraprendere percorsi, fa scelte politiche, fa i conti con la realtà, fa i conti con quello che si è determinato e fa i conti anche,   l’ho detto nel corso dell’ultima seduta del Consiglio regionale, con i diritti che intanto, in virtù di una norma, dell’esistenza di una legge, alcuni cittadini hannomaturato. Normalmente, l’ho già detto, è buona prassi normare, almeno in certe situazioni, per l’avvenire e non fare norme 'capotiche' e retroattive soltanto per andare in piazza ed esibire qualche slogan. Di questo si tratta, consigliera Di Bari: uno slogan. Si sta contrabbandando agli occhi dell’opinione pubblica una volontà, quella della maggioranza di questo Consiglio regionale, o perlomeno io parlo per la mia parte politica, il PD, la sinistra, io avrei cambiato idea, sono diventato un fan dei giochi d’azzardo, credo che queste sale dovrebbero stare dappertutto, davanti alle scuole, anche agli asili, scuole di ogni ordine e grado, perché non solo non è un problema, ma è una cosa bella, e su questo lo Stato ci fa i soldi. Non è questo, Grazia, che diciamo. E voi sapete benissimo che non lo diciamo. Eppure, come al solito, continuate a dire il falso perché fate politica soltanto strumentalizzando le questioni e non fornendo mai la risposta vera. Anche oggi che siete al Governo e potreste fornire la risposta vera, non la fornite, dite il falso e continuate a prendere per i fondelli la gente. Noi stiamo discutendo di un’altra cosa. Il gioco d’azzardo è stato legalizzato e la Regione Puglia non può vietarlo. Se il Governo nazionale decidesse che si dovessetornare indietro o si dovesse andare avanti, come è stato fatto in epoche storiche diverse, come si fece con la Bossi-Fini, c’è un dibattito aperto, per esempio, sulla legalizzazione delle droghe leggere, sulle stesse droghe leggere la legislazione è stata ondivaga, a volte si è presa una strada, poi si è corretta, ma poi delle conseguenze si prende atto e bisogna affrontarle. Ma non stiamo discutendo di questo. La Regione Puglia non può eliminare il gioco d’azzardo. Il sistema sanitario regionale può farsi carico più e meglio di quella che è una patologia che ormai affligge centinaia di migliaia di pugliesi? Io credo di sì. La penso come te. Dobbiamo fare uno sforzo tutti assieme, come ha già detto il collega Romano Giuseppe, con il contributo della scienza". Campo poi prosegue: "Il tema c’è tutto, e nessuno nega che vada affrontato. Rispetto a questa sfida così grande, il distanziometro, questo è il punto, può servire? È vero, nella passata consiliatura si votò una norma che lo prevedeva e ne prevedeva l’entrata in vigore. Era un palliativo? Io ho la personale convinzione che fosse, tra gli altri, un palliativo, che però poteva tranquillamente starci (non sedevo in questi banchi). La questione si pone. Ora, però, fatta la legge, che poi deve trovare applicazione, si scontra con la realtà, con una realtà: come si fa a dire a migliaia di imprese legali – e anche su questo aprirò una parentesi – che hanno investito per avviare un’attività consentita dalla legge – e ricordo che quella fu una legge-manifesto perché quando si legalizzò il gioco d’azzardo in Italia eravamo nel pieno del clima, della temperie della lotta dello Stato alla mafia, e la comunità aveva sacrificatoa quella lotta due dei suoi migliori figli, Falcone e Borsellino, che la pensavano così, imprese legali avevano avviato un’attività e il distanziometro non esisteva – oggi, a dire: avete un anno, due anni, tre anni (ma pure dieci)? Noi ci siamo illusi che il tempo avrebbe consigliato, che avrebbe poi favorito la ricerca o l’approdo ad una soluzione. Molto spesso in politica ci si illude che una scelta possa produrre degli effetti. Poi si fanno i conti con la realtà, quegli effetti non sono stati prodotti e noi strumenti, oggi, per fare in modo che quegli effetti necessariamente si producano non ne abbiamo. Dobbiamo prenderne atto. In questi anni, in questi due anni, in questo anno e mezzo in cui ne discutiamo più frequentemente ‒ ho fatto parte della Commissione sanità ‒ non mi sono convinto che il distanziometro, perlomeno concepito in quei termini, possa funzionare. È chiaro, vicino a una scuola, vicino a una parrocchia, vicino a una biblioteca è buona prassi che non vi siano non solo attività di quel tipo, ma anche altro tipo di attività. Stiamo parlando di queste, però. Dunque, è bene che non vi siano attività di quel tipo. Io conosco la mia città, che è una media città della Puglia. Parlo, quindi, con criterio dell’esperienza che ho. Distanziare una qualsiasi attività a 500 metri da quell’elenco di luoghi sensibili vuol dire semplicemente che non si può fare nessuna attività, perché non esiste un posto nel diametro di 500 metri nella mia città che non comprenda uno di quei luoghi sensibili. Non è possibile, perché semplicemente un posto non c’è. Tra l’altro, io sono convinto che, se anche avessimo normato 50-100 metri rispetto alle attività esistenti, noi saremmo andati incontro a contenziosi in cui prevedo ci sarebbe stato molto verosimilmente il rischio di soccombere.Detto questo, una mediazione bisogna trovarla e dire per l’avvenire che attività di questo tipo non possono sorgere in prossimità... Ammesso che quella sia la misura giusta della prossimità. Non so da cosa sia derivato il numero 500. Perché non 300, 250, 150, 50, 80, 90? Secondo me, dovrebbe valere a seconda della complessità cittadina, dell’orografia del territorio. Dovrebbe esserci molta più elasticità anche nell’applicazione di un criterio del genere, ma diciamo che abbiamo trovato, quindi, una mediazione possibile rispetto a un’impasse che si dava, e non è, ti prego, il solito ricatto, il ricatto del lavoro, perché questa volta il tema che ci hanno posto è assolutamente ragionevole. E poi gettiamo giù la maschera, questa cosa pure che mi è stata rimproverata sui social da qualcuno: così si favorisce la criminalità. Il sillogismo che un’attività legata al gioco d’azzardo inevitabilmente sia un’attività riconducibile a capitali criminali io credo sia semplicemente una sciocchezza.  Cerchiamo, invece, di stare al punto. Mi sembra, quello di oggi, un compromesso ragionevole e utile, e resta l’imperativo della lotta alla ludopatia, che sono convinto che quel tipo di distanziometro non avrebbe favorito".
 
 
Ore 15.49 - Grazia Di Bari del Movimento 5 Stelle evidenzia: “È giusto che in consiglio regionale non si parli soltanto per una parte dei cittadini, ma si parli anche per l’altra parte, e quindi intendo anche le famiglie e anche le famiglie che sono colpite dalla ludopatia, perché è giusto che si porti in Consiglio la voce di tutti e non soltanto quella di una parte. Quindi, mi rammarica il fatto che alcuni consiglieri si dolgano del fatto che noi cerchiamo di parlare anche di coloro che sono direttamente coinvolti, perché penso che sia giusto. Vorrei anche sottolineare che voi, nel 2013, vi siete vantati di aver fatto questa legge, la n. 43, e a giusta ragione, perché io ritengo che sia una buona legge, fatta bene, ma mai applicata. Tant’è vero che, quando siamo entrati nel 2015, noi del Movimento 5 Stelle ne abbiamo chiesto subito l’applicazione, applicazione che, ovviamente, non riguardava soltanto il distanziometro, ma tutto, tutto. Abbiamo chiesto che fosse costituito l’Osservatorio regionale, proprio per monitorare la situazione della ludopatia in Puglia. Io stessa mi sono proposta di far parte di quell’Osservatorio, che, ripeto, non è una poltrona a pagamento, perché se no si puòfuorviare rispetto a questo, ma è un servizio che viene dato alla regione Puglia. A distanza di quattro anni ci ritroviamo a modificare una legge da parte vostra, votata da voi, voluta da voi, voi stessi ritenevate nel 2013 il distanziometro, evidentemente, un mezzo utile e necessario per poter fare prevenzione, non per combattere la ludopatia, ma prevenzione, che è cosa ben diversa rispetto al contrasto. Però, evidentemente nel tempo avete cambiato idea, come spesso accade. Non siete mai coerenti rispetto a quello che dite. Questo accade spesso. i fa piacere che questa cosa vi faccia sorridere. A me non fa sorridere per niente. Come non mi fa sorridere per niente l’assenza del presidente Emiliano che ha voluto a tutti i costi mantenere la delega sulla sanità, evidentemente perché non riteneva nessuno di loro competenti ad occuparsi della sanità in Puglia. Però, poi, quando si tratta di decidere su temi così importanti, come ha già fatto la volta scorsa, quando è stata votata la proroga, fa anche adesso: non è presente in Aula e non ci dice cosa pensa su questa modifica che viene richiesta da parte della sua maggioranza, mentre vedo che alcuni pezzi della sua maggioranza ritiene utile l’applicazione della legge del 2013, la n. 43, e chiaramente riporta la distanza come punto focale e utile per la prevenzione: ripeto, la prevenzione. Dal punto di vista del contrasto ci è stato spiegato sia dal Forum delle famiglie, ma anche dallo stesso Comitato antiusura, che evidentemente non può esseresoltanto quello il mezzo da utilizzare per poter contrastare la ludopatia. Ancora in questa sede, nuovamente, dopo quattro anni, dopo che lo abbiamo chiesto anche in bilancio (abbiamo fatto anche stanziare dei soldi per la costituzione dell’Osservatorio, insieme al collega Marco Galante), chiedo che quella legge venga applicata così com’è e che si mettano in campo tutte le azioni, non soltanto il distanziometro, volte alla prevenzione e al contrasto al gioco d’azzardo patologico.Questo deve essere chiaro, perché dire che nessuno ha mai chiesto l’applicazione di quella legge, non risponde assolutamente al vero".
 
 
Ore 15.48 - Giuseppe Romano del Gruppo Misto ricorda che da presidente della commissione Servizi sociali ha “audito il massimo della professionalità e della competenza che c’è in Italia. Per un fatto particolare, questa competenza, questa professionalità coincide con il Procuratore della Repubblica di una nostra Provincia, della Provincia di Brindisi (Antonio De Donno, Ndr). Lui stesso ha parlato dell’inutilità del distanziometro, della centralità della prevenzione e della competenza della centralità della prevenzione al Governo nazionale”.
 
 
Ore 15 - Domenico Damascelli, di Forza Italia, evidenzia che la questione del distanziometro è già stata dibattuta: "Non sono i metri che risolvono i problemi della ludopatia. Dobbiamo fare salve le agenzie che quando si insediano sono in regola e poi non lo sono più in quanto arriva un luogo sensibile. Attuiamo vere iniziative di contarsto alla ludopatia, responsabilizziamo gli operatori, ma siamo concreti e veri. I 500 metri non servono a nulla: vietare il gioco legale non fa che spalancare le porte a quello illegale. Ai privati che danno occupazione dobbiamo dare rispetto e tutalare i lavoratori".  Il suo subemendamento prevede di salvaguardare le attività già esistenti: le attività già insediate non possono essere soggette ai 500 meri in quanto sono già insediate. 
 
 
Ore 14.45 - Il consigliere Vincenzo Colonna (Noi a Sinistra per la Puglia) presenta un subemendamento al disegno di legge in discussione nel quale si chiede che il distanziomentro da 500 metri valga solo per le nuove attività.
 
 
Ore 14.30 - Il consiglio regionale inizia a trattare il disegno di legge sul gioco.
 
 
Ore 13.15 - Iniziati i lavori al consiglio regionale, si comincia con la mozione calendarizzata al primo punto.
 
 
Ore 12.44 - È appena finita la Conferenza dei capigruppo e le sigle sindacali, fra poco il consiglio dovrebbe cominciare. La discussione della proposta di legge sul gioco è al terzo punto all'ordine del giorno.
 
 
Ore 11.51 - Al momento è in corso un confronto tra le sigle sindacali il presidente del consiglio regionale Mario Loizzo.
 
 
Ore 11.39 - Questo il commento di Antonio Arcadio, segretario generale della Fisascat Cisl Puglia: “Il gioco legale dà il pane a migliaia di lavoratori, che oggi rischiano di perdere il posto. Chiediamo ai governi di ascoltarci e trovare insieme le soluzioni. Da quello regionale aspettiamo l'emendamento che salvi attività esistenti e altre misure per contrastare il Gap”. A prendere posizione è anche Barbara Neglia,  segretario generale Filcams Cgil Puglia: “Siamo qui oggi per difendere sia i lavoratori che l'etica. Serve norma che garantisca lavoratori presenti sul territori. Se il distanziometro permette il controllo, il gioco online non lo permette quindi anche un bambino può giocarci”.
 
 
Ore 11.27 - Al momento al consiglio regionale è in corso la Conferenza dei capigruppo quindi la sedura non dovrebbe iniziare prima delle 12.
 
 
Ore 11.07 - "Spero che ci sia un po' di buon senso, ci va bene il distanziometro di 250 metri così come previsto dall'emendamento approvato in commissione Sanità". Lo sottolinea il presidente dell'associazione Sapar, Domenico Distante. "Non ci sono devono essere luoghi sensibili, perché qualunque ragazzino può giocare 24 ore al giorno 365 al giorno con uno smartphone. Vanno tutelati occupazione e indotto sul territorio".
 
 
Ore 10.58 - Mentre i lavori al consiglio regionale non sono ancora iniziati, è interessante leggere la posizione espressa dal consigliere Mario Conca del Movimento 5 stelle, un po' diversa rispetto a quella manifestata dai suoi colleghi che hanno invece chiesto di non modificare la legge del 2013. “Proibire non vuol dire curare, il giocatore compulsivo troverà il modo per continuare a rovinarsi la vita scommettendo su altro o facendo qualche metro in più. Il proibizionismo ha fallito sin dai tempi di Adamo ed Eva, tanti sono gli esempi che la storia moderna e contemporanea ci ha consegnato. Mi riferisco al proibizionismo americano dell'alcool che ha fatto la fortuna di Al Capone. Il proibito è sempre più desiderato e sortisce l'effetto contrario. L'azzardopatia va combattuta alla stregua del tabagismo, dicendo che nuoce gravemente alla salute e che rovina le famiglie. Va vietato ai minori con l'introduzione della tessera sanitaria, con l'informazione, con il divieto della pubblicità, con la sensibilizzazione nelle scuole, insomma, un approccio olistico e culturale. Abbiamo forse chiuso i tabaccai o li abbiamo allontanati da chiese e scuole? La legge Merlin è emblematica, si è passati dalle case chiuse legali alle roulotte sulle statali e agli appartamenti gestiti dalla criminalità e dai magnaccia. Si è forse ridotto il numero di clienti e addette? No, abbiamo degradato periferie e città. La cura dei giocatori problematici e ludopatici non può ridursi all'inutile distanziometro o all'individuazione dei punti sensibili, perché più sono decentrati più si aiutano quelli che si vorrebbero curare. Ciò è tanto vero che la gente, spesso, cambia città per andare a giocare o va, addirittura, in autostrada dove non troverà conoscenti. Paradossalmente, più sono centrali e vicini ai luoghi di aggregazione, più li aiuteremo a contenersi. Gli smartphone, poi, hanno donato a tutti l'ubiquità, si può giocare in classe, in sacrestia, nell'oratorio e a tutte le ore del giorno e della notte. Si può giocare online con carta di credito spendendo lo stipendio del mese successivo impoverendosi oltremodo. Ci sono poi il lotto, il lotto ogni 5 minuti, gratta e vinci di tutti i tipi, etc... questi giochi si possono vendere e praticare ovunque. A questo aggiungo che è davvero singolare che ogni regione possa legiferare come vuole, un federalismo anacronistico e ingiusto. Perché un esercente pugliese deve essere penalizzato rispetto ad un omologo lucano? Se proprio si deve intervenire sulla materia che lo faccia lo Stato assumendosene l'onere. Se nella stabilità prevedi un gettito fiscale di 11 miliardi, l'unica cosa concreta che otterresti sarebbe quella di registrare mancate coperture finanziarie a favore del sommerso. Il procuratore di Brindisi in commissione Sanità disse che la patologia è un'evidenza scientifica, ma è chiaro che combattendo il gioco legale si sta facendo un favore alle mafie. Il gioco legale è controllabile, quello illegale non ha numero civico. Io lo dico da tempo. Non sono mai stato un giocatore, non ho sale scommesse, non ho da difendere interessi privatistici precostituiti, ma sono solito ragionare spogliandomi da preconcetti e pregiudizi. I dati di accesso di pazienti ai servizi sulle dipendenze patologiche delle Asl sono davvero irrisori, avevo fatto tempo fa una richiesta per ottenere dei report. Ai miei colleghi consiglieri ho cercato di spiegarglielo in tutti i modi, ma è difficile convincere chi è convinto del contrario. Peraltro, la proposta di modifica alla legge 43 del 2013 che si discuterà in consiglio regionale, punta alla riduzione dei punti sensibili, non meglio definiti dalla norma nazionale, quindi, seppure il distanziometro rimanesse così com'è, garantirebbe tante zone franche nella stragrande maggioranza dei comuni pugliesi. Come giustamente molti affermano, se non si dovesse procedere in tal senso, il problema verrà solo spostato in periferia agevolando le vere lobbies. Un po' come è successo con il commercio al dettaglio contro la grande distribuzione organizzata, alla fine andremo a passare le giornate nei casinò decentrati piuttosto che utilizzare piccole sale slot in centro città. Tuttavia, ribadisco che il destino di una legge dipende, come sempre, esclusivamente da Emiliano e dalla sua maggioranza, pertanto, per quanto non la condivida, la posizione dei miei colleghi non potrà impedirne l'approvazione”.
 
 
Ore 10.25 - Ad aprire la giornata è il commento di Cristiano Azzolini, presidente dell'associazione Noi non siamo solo numeri. "È importantissimo che oggi questa variazione, questa stesura nella legge regionale sul gioco di Stato sia nella direzione che noi chiediamo, per la salvaguardia dei nostri posti di lavoro. È notizia di stamani e noi non vogliamo, in assoluto, che le cose finiscano così, che 150 macchine illegali, quindi scollegate dalla rete dei Monopoli, i cui proventi finiscono in mani dubbie, sono stati sequestrate in Piemonte, la prima regione che ha subito gli effetti della legge espulsiva del distanziometro, quindi è importantissimo che oggi dai palazzi della politica esca una risposta positiva alle nostre richieste. Non vogliamo finire nelle mani dell'illegalità. Illegalità significa usura, delinquenza, proventi che non finiscono in mani losche. Noi non lo vogliamo, siamo i lavoratori del gioco di Stato, siamo persone oneste, vogliamo lavorare e vogliamo che in assoluto la Puglia non vada in questa deriva illegale".
 
 
 
 
 
 
 

Stiamo ragionando circa l’opportunità o meno di salvaguardare le attività che si occupano di gioco d’azzardo, quelle già esistenti, dall’eventualità di dover chiudere a causa dell’entrata in vigore di una nuova norma che prevederebbe una distanza obbligatoria da alcuni luoghi dichiarati sensibili.

 

Prima di arrivare al punto, brevemente, Presidente, cerchiamo di dire delle cose, di ristabilire alcune verità. O meglio, diciamo la nostra opinione. Vorremmo dirla noi, non che ci sia attribuita da altri. Noi siamo convinti che la ludopatia sia un gravissimo problema, sia una dipendenza seria che merita un trattamento clinico.Nessuno immagina, come per tutte le dipendenze, in relazione a tutte le dipendenze, che sia di facile soluzione, però abbiamo il dovere di prenderla molto sul serio.

 

La ludopatia, come il tabagismo, l’alcolismo, la tossicodipendenza in genere, sta diventando una piaga sociale. Colpisce indistintamente tutti i ceti sociali, tutte le fasce d’età, a differenza di altre dipendenze che, magari, si collocano in specifiche fasce di età e hanno una maggiore prevalenza in alcuni ceti sociali. È talmentepervasiva e diffusa che, effettivamente, diventa un problema combatterla.

 

Dobbiamo discutere in questa sede di cosa potremmo o dovremmo fare, anche meglio, da questo punto di vista, su come stanno messi i SerT in Puglia, su comeforse sia necessario destinare una quota di risorse maggiore ai SerT della Puglia? O forse lo Stato dovrebbe immaginare una diversa politica sanitaria in questo settore? Vogliamo ridiscutere la bontà di quella scelta che si fece alcuni anni or sono, di legalizzare il gioco d’azzardo? Lo si fece, d’altro canto, perché il gioco d’azzardo e la ludopatia ad esso connessa era una piaga sociale anche più di vent’anni fa. Lo erano più o meno con la stessa intensità. Tra l’altro, alimentavanoun’economia illegale, criminale che procurava danni ulteriori collaterali.

 

Vogliamo aggiornare questa discussione? Crediamo sia giunto il momento di guardarci negli occhi e pensare se sia utile o meno ‒ come dite voi ‒ che lo Statofaccia il biscazziere? Forse è il caso che lo Stato cessi di fare il biscazziere? Ha ragione chi prima diceva ‒ forse Zullo ‒ che avete l’occasione di trasformare i vostri sogni in realtà. Governate con una maggioranza ampia e potete assumere iniziative di questo tipo, ma quando anche si cambia idea o si fanno valutazioni, unocambia idea o fa valutazioni, decide di intraprendere percorsi, fa scelte politiche, fa i conti con la realtà, fa i conti con quello che si è determinato e fa i conti anche,l’ho detto nel corso dell’ultima seduta del Consiglio regionale, con i diritti che intanto, in virtù di una norma, dell’esistenza di una legge, alcuni cittadini hannomaturato. Normalmente, l’ho già detto, è buona prassi normare, almeno in certe situazioni, per l’avvenire e non fare norme “capotiche” e retroattive soltanto per andare in piazza ed esibire qualche slogan. Di questo si tratta, consigliera Di Bari: uno slogan. Si sta contrabbandando agli occhi dell’opinione pubblica una volontà, quella della maggioranza di questo Consiglio regionale, o perlomeno io parlo per la mia parte politica, il PD, la sinistra, io avrei cambiato idea, sono diventato un fan dei giochi d’azzardo, credo che queste sale dovrebbero stare dappertutto, davanti alle scuole, anche agli asili, scuole di ogni ordine e grado, perché non solo non è un problema, ma è una cosa bella, e su questo lo Stato ci fa i soldi. Non è questo, Grazia, che diciamo. E voi sapete benissimo che non lo diciamo.Eppure, come al solito, continuate a dire il falso perché fate politica soltanto strumentalizzando le questioni e non fornendo mai la risposta vera. Anche oggi che siete al Governo e potreste fornire la risposta vera, non la fornite, dite il falso e continuate a prendere per i fondelli la gente.

 

Noi stiamo discutendo di un’altra cosa. Il gioco d’azzardo è stato legalizzato e la Regione Puglia non può vietarlo. Se il Governo nazionale decidesse che si dovessetornare indietro o si dovesse andare avanti, come è stato fatto in epoche storiche diverse, come si fece con la Bossi-Fini, c’è un dibattito aperto, per esempio, sulla legalizzazione delle droghe leggere, sulle stesse droghe leggere la legislazione è stata ondivaga, a volte si è presa una strada, poi si è corretta, ma poi delle conseguenze si prende atto e bisogna affrontarle. Ma non stiamo discutendo di questo. La Regione Puglia non può eliminare il gioco d’azzardo.

 

Il sistema sanitario regionale può farsi carico più e meglio di quella che è una patologia che ormai affligge centinaia di migliaia di pugliesi? Io credo di sì. La penso come te. Dobbiamo fare uno sforzo tutti assieme, come ha già detto il collega Romano Giuseppe, con il contributo della scienza

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