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Relazione Dia: 'Gioco settore economico di interesse per le mafie'

18 luglio 2019 - 06:18

La Dia rende noti i dati dell'attività del secondo semestre 2018 anche in materia di gioco e sottolinea l'interesse delle mafie per questo settore economico.

Scritto da Amr
Relazione Dia: 'Gioco settore economico di interesse per le mafie'

"Al pari della 'ndrangheta, Cosa nostra e la camorra proiettano i loro interessi verso settori ad alta redditività, come quello dei giochi e delle scommesse illegali". 

Lo sottolinea la Direzione investigativa antimafia, nella Relazione al Parlamento sull'attività svolta nel secondo semestre 2018 e dunque anche le operazioni che hanno direttamente o indirettamente coinvolto il settore del gioco.

"Con l'operazione Delirio, conclusa dalla GdF nel luglio 2018 - si legge nel corposo report - è stata fatta luce sulla modalità di gestione di agenzie di raccolta scommesse sportive e di compro oro messe in pratica dalle famiglie mafiose palermitane di Resuttana, Porta Nuova e Palermo Centro, in ciò avvalendosi anche della collaborazione di esperti professionisti. Altrettanto significativa è l'operazione 'Gambling online' conclusa, in due tranche, nel mese di novembre, che ha visto operare la Polizia di Stato, l'Arma dei carabinieri e la Guardai di finanza, sotto il coordinamento della Dda di Catania. Gli approfondimenti investigativi hanno fatto luce sui vasti interessi nel settore del gioco online sia da parte della famiglia Santapaola - Ercolano che da parte del gruppo Placenti".

L'attenzione della Dia si punta anche sull'indagine "conclusa dall'Arma dei carabinieri nel mese di dicembre, la cui denominazione 'Cosa nostra' è altamente evocativa di quanto la mafia fosse riuscita a esercitare il pieno controllo delle corse dell'ippodromo di Palermo".

La Direzione esamina anche l'interesse che la camorra nutre per il settore dei giochi, ricordando per esempio il sequestro da parte della Guardia di Finanza, nell'ottobre 2018, di beni appartenenti a un imprenditore appartenente al clan dei Casalesi che "imponeva l'installazione dei videopoker all'interno di locali commerciali della provincia di Caserta, per poi riversare parte dei proventi conseguiti nelle casse dell'organizzazione criminale".

Secondo la Dia, "per quanto ancora apparentemente meno evolute sotto il profilo 'imprenditoriale' (...) anche le (consorterie) pugliesi sembrano avere intuito l'alta redditività legata al settore dei giochi e delle scommesse". La Dia ricorda in proposito l'operazione "Labirinto" portata avanti dai Carabinieri che ha sgominato un gruppo criminale legato ai Tornese di Monmteroni di Lecce.

E dopo un'esaustiva elencazione di casi osserva: "Come si è visto, l'interesse per i giochi e le scommesse, in particolare online, percorre trasversalmente tutte le manifestazioni criminali, alla quali garantisce, dopo la droga, forse il più elevato ritorno dell'investimento iniziale, con una minore esposizione al rischio. A ciò si aggiunga come la 'disseminazione' delle apparecchiature sul territorio concorra alla creazione di una rete di controllo, funzionale anche alle attività estorsive e all'usura, creando così un circuito perverso che dall'alta tecnologia porta comunque le mafie al controllo pervicace dei territori e quindi alle attività illegali più tradizionali".

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