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Manovra 2020: gioco, spunta l'ipotesi di una maxi tassa sulle vincite

11 ottobre 2019 - 08:49

Si moltiplicano le ipotesi sul testo della Manovra 2020 e sulle misure per il gioco, spunta l'ipotesi di una maxi tassa sulle vincite del 23%.

Scritto da Redazione
Manovra 2020: gioco, spunta l'ipotesi di una maxi tassa sulle vincite

Nel fermento generale tipico del periodo che precede la stesura della Manovra, come succede ogni anno, i tecnici del Governo spulciano tutte le possibilità per garantire nuove entrate, con un certa predilezione per quelle provenienti dal settore dei giochi.

Ormai è praticamente una certezza, e anche quest'anno appare ormai scontato che dal comparto ne arriveranno altre, quantificate, per ora, in circa 500 milioni, attraverso varie modalità: tra cui l'anticipo della procedura di gara delle nuove concessioni degli apparecchi, che scadrebbero a marzo del 2022, scrivendone le regole in maniera tale da poterlo avviare già dalla fine del 2021. A cui si andrebbero ad aggiungere i proventi della proroga onerosa delle concessioni di bingo e scommesse (che anche quest'anno appare inevitabile) e l'introduzione dell'obbligo di iscrizione per tutti gli operatori del gioco al registro unico (con il passaggio della relativa quota da 150 a 200 euro).

 
Lo scenario però potrebbe cambiare ulteriormente con l'introduzione di una maxi-tassa sulle super-vincite al gioco: un prelievo del 23 percento contro l'attuale 12 percento.
 
La tassa in questione potrebbe peraltro anche estendersi anche alle "micro-vincite", secondo Il Messaggero, quelle cioè sotto i 500 euro, oggi esenti da un prelievo "speciale" da parte dello Stato. In questo caso l'erario incasserebbe pochi euro ma su milioni e milioni di vincite degli italiani", riporta il quotidiano. L'intenzione del Governo, comunque, sembrerebbe di procedere con delle tasse per 'scaglioni', come avviene con l'Irpef, partendo da un'aliquota minima del 12 percento per arrivare fino al 23 percento. In questa sorta di armonizzazione, verrebbe ricompreso anche il gioco del Lotto, che oggi sconta una tassazione inferiore (l'8 percento).
 
Misure fantasiose che evidenziano la necessità di dover andare a raschiare ormani il fondo del barile del gioco pubblico. Del resto, guardando alla manovra in senso più ampio e generale, la strada appare ancora lunga per arrivare ai 7,2 miliardi di maggiori entrate promesse dal governo dalla lotta all’evasione, come promesso dal Governo nella Nota di aggiornamento al Def. 
Dalla bozza del decreto legge fiscale collegato alla manovra di bilancio e circolata in questi giorni, neanche la doppia stretta sulle compensazioni per imprese e cittadini e il giro di vite su accise e carburanti, sommati al contrasto al gioco illegale e alla riapertura della rottamazione, riescono a far arrivare il conto sopra i 3,5 miliardi di euro. Anche se al conteggio generale dei tecnici di Palazzo Chigi mancano ancora proprio le stime di maggiori entrate sul fronte della lotta al gioco d’azzardo (così come le minori spese sulla revisione degli affitti della pubblica amministrazione), ma difficilmente le norme attualmente indicate nella bozza riusciranno a far salire l’asticella dei recuperi dall’evasione fiscale fino ai fantomatici 7,2 miliardi indicati nella Nadef. Certo è che il menù delle opzioni per contrastare l’evasione sarà sicuramente ancora molto ampio e il governo potrebbe presto scoprire tutte le carte svelando qualche altra sorpresa. Dopo che nel gioco ha annunciato anche la figura dell'agente speciale sotto copertura per stanare il gioco minorile nei punti vendita.
 

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