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Brunetta: 'Tasse sul gioco, un'ipocrisia dello Stato'

28 novembre 2019 - 09:42

Il deputato di FI Brunetta rilascia a Gioconews dichiarazioni sul gioco al convegno in programma oggi 28 novembre a Roma, organizzato da Acadi.

Scritto da Ca
Brunetta: 'Tasse sul gioco, un'ipocrisia dello Stato'

Roma - “Siamo alle solite: quando servono soldi si tassano sigarette, benzina e gioco. Senza considerare che il gioco è diverso dal 'vizio' se vogliamo utilizzare questo ternine obsoleto per definire le dipendenze".

Queste le dichiarazioni rilasciate a Gioconews del deputato di Forza Italia Renato Brunetta, a margine del convegno dal titolo “Primo rapporto sul gioco pubblico”, in corso oggi giovedì 28 novembre al centro congressi di Confcommercio Imprese per l’Italia a Roma e organizzato da Acadi, associazione concessionari di Giochi pubblici, presieduta da Geronimo Cardia e aderente a Confcommercio Imprese per l’Italia.
 
"Il gioco - continua il deputato Brunetta - dovrebbe essere altro, persino cultura e per non cadere nel luogo comune dell’auto-ghettizzazione, gli operatori devono fare un salto di qualità se il gioco e l’intrattenimento vogliono essere visti come manifestazione dell’uomo".
 
Il deputato Brunetta durante il convegno ha posto l'accento sul rapporto esistente tra gioco, Stato e imprenditoria.
 
"Il gioco - afferma ancora il deputato di Forza Italia - è un settore che dà lavoro a centinaia di migliaia di persone e ci sono aziende di prim’ordine come Lottomatica che fa parte di Acadi, associazione che oggi presenta il suo rapporto 2019.
 
Ancora tasse e aumenti? Le tasse etiche non hanno senso se non danno gettito e se si sfrutta il vizio. Se producono gettito allora sono sbagliate. Non dovrebbero produrre valore perché significherebbe che il fenomeno non esiste ma in questo caso entriamo nel campo dell’ipocrisia”.
 
Le tabaccherie sono fondamentali per il Paese come rete e ovviamente non per comprare il fumo. Io le utilizzai per comunicare alcuni provvedimenti coi cittadini quando ero al Governo.
 
Perché insistere su gioco e cultura e perché non fare come fanno gli inglesi, la 'marcatura dell’orecchio' e cioè far accettare la tassazione allegandogli uno scopo sociale.
 
Tasso le crocchette dei cani perché ci finanzio gli asili nido.
 
Attualmente quei 10 miliardi prodotti dal gioco finiscono in un calderone senza uno scopo preciso ma serve solo per tappare i bilanci di questo o quel governo.
 
Sono provvedimenti che si possono fare perché già realizzati.
 
Baretta ha detto cose sagge e che vanno seguite. Queste aziende devono uscire dal ghetto in cui sono stati messi e iniziare a cambiare passo uscendo dall’ideologia investendo sulla cultura, sul sociale e sull’aspetto dell’homo ludens. Il gioco è cultura solo se è sociale".
 
Il convegno vede una serie di interventi sul gioco moderati dal direttore Bruno Vespa.

 

 

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