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'Ndrangheta, sequestro da 400 milioni ad imprenditore scommesse

17 dicembre 2019 - 11:37

Ponte Italia-Malta per le scommesse online, Finanza sequestra beni per 400 milioni di euro ad imprenditore del gioco legato alla 'Ndrangheta.

Scritto da Redazione
'Ndrangheta, sequestro da 400 milioni ad imprenditore scommesse

Un sequestro di compendi societari e rapporti finanziari per un valore complessivo stimato di circa 400 milioni di euro riconducibili ad un imprenditore attivo nel settore del gambling.

Lo hanno compiuto oggi, 17 dicembre, i militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Reggio Calabria, unitamente a personale del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata di Roma, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica - Direzione distrettuale antimafia, in esecuzione di un provvedimento emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria.

 

La figura criminale dell'imprenditore, si legge in una nota della Finanza, "era emersa nell’ambito dell’operazione Galassia, condotta dal Nucleo Pef di Reggio Calabria e conclusa nel 2018 con l’esecuzione di provvedimenti restrittivi personali, nei confronti di 20 soggetti, per associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere, riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, illecita concorrenza con minaccia o violenza, dichiarazione infedele, truffa aggravata, esercizio abusivo di attività di giuoco o di scommessa, detenzione illegale di armi, estorsione e danneggiamento; cautelari reali, su un patrimonio costituito da compendi aziendali di 23 società estere, 15 imprese nazionali, quote societarie, 33 siti di scommesse online nazionali e internazionali, beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per un valore stimato di oltre 724 milioni di euro".
 
Le indagini, prosegue la nota, "avevano accertato l’esistenza di una pluralità di associazioni per delinquere operanti sul territorio nazionale ed attive nel settore della raccolta del gioco e delle scommesse, le quali, in rapporto sinallagmatico con la ‘ndrangheta, nelle sue articolazioni territoriali, da un lato consentivano a quest’ultima di infiltrarsi nella propria rete commerciale e di riciclare imponenti proventi illeciti, dall’altro traevano esse stesse significativo supporto per l’ampliamento dei propri affari e per la distribuzione capillare del proprio marchio sul territorio.
In tale contesto emergeva la figura dell'imprenditore che, allo scopo di commettere una pluralità di delitti connessi alla raccolta fisica delle scommesse in assenza della prevista concessione rilasciata dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli, utilizzava siti online '.com' completamente illegali, celando la raccolta illecita di scommesse dietro il fittizio schermo giuridico costituito da centri trasmissioni dati e punti vendita ricariche.
Le attività illecite citate venivano perpetrate per il tramite di società strumentalmente con sede a Malta ma, di fatto, attive in Italia attraverso una stabile organizzazione costituita dai citati plurimi punti 'commerciali' distribuiti sul territorio nazionale.
L'imprenditore, destinatario della misura cautelare della custodia in carcere, si rendeva irreperibile all’atto della relativa esecuzione venendo successivamente rintracciato dal Nucleo Pef di Reggio Calabria e dal Servizio centrale onvestigazione criminalità organizzata di Roma a Malta e ivi tratto in arresto da parte della polizia di quel Paese e successivamente rimesso in libertà dall’Autorità giudiziaria maltese.
Contestualmente alle suddette attività e sulla scorta degli elementi probatori raccolti, la locale Direzione distrettuale antimafia - sempre più interessata agli aspetti economico-imprenditoriali legati alla criminalità organizzata – delegava apposita indagine a carattere economico/patrimoniale finalizzata all’applicazione in capo all'imprenditore di una misura di prevenzione personale e patrimoniale. In tale ambito, i finanzieri individuavano, con riferimento al percorso esistenziale del proposto, le condotte delittuose poste in essere, le frequentazioni, i legami parentali, i precedenti giudiziari e gli altri elementi ritenuti fondamentali per la formulazione, ai sensi della normativa antimafia, da parte della competente Autorità giudiziaria, del prescritto giudizio prognostico sulla pericolosità sociale.
Al riguardo, dopo aver delineato il profilo di pericolosità sociale del proposto, anche valorizzando le risultanze della citata indagine, la pertinente attività investigativa è stata indirizzata alla ricostruzione delle acquisizioni patrimoniali - dirette o indirette - effettuate nell’ultimo ventennio, accertando una costante sproporzione esistente tra il profilo reddituale e quello patrimoniale, nonché la natura illecita dell’attività d’impresa svolta quale reimpiego di attività delittuose.
Ed invero, l’attività svolta ha permesso di ben delineare le capacità speculative dell'iimprenditre., il quale attraverso la strumentalizzazione di società formalmente sedenti in Malta, ma di fatto operanti in Italia, in violazione delle norme che presiedono all’esercizio dell’attività di gioco e scommesse e a quelle antiriciclaggio, è riuscito ad accumulare un ingente patrimonio sottraendolo ai controlli ed all’imposizione fiscale da parte delle Autorità italiane.
Alla luce di tali risultanze, il Tribunale di Reggio Calabria - Sezione Misure di Prevenzione - su richiesta della citata Ddda, con l’odierno provvedimento, riconoscendo la pericolosità sociale del proposto, ha disposto l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale del sequestro dell’ingente patrimonio riconducibile a lui e al suo nucleo familiare, costituito dall’intero compendio delle società maltesi operanti nel settore del gambling con profili di assoluta prominenza nell’intero panorama nazionale, da numerosi conti correnti italiani ed esteri e di due Trust radicati a Malta, di cui uno contenente un cospicuo portafoglio finanziario, per un valore stimato in circa 400 milioni di euro".
 

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