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Indici prezzi al consumo, Istat: 'Le Awp entrano nel paniere'

04 febbraio 2020 - 11:27

L'Istat ha pubblicato gli indici dei prezzi al consumo e per quanto riguarda i giochi, vengono inseriti nel paniere gli apparecchi Awp.

Scritto da Redazione
Indici prezzi al consumo, Istat: 'Le Awp entrano nel paniere'

Ogni anno l’Istat rivede l’elenco dei prodotti che compongono il paniere di riferimento per la rilevazione dei prezzi al consumo, aggiornando contestualmente le tecniche d’indagine e i pesi con i quali i diversi prodotti contribuiscono alla misura dell’inflazione.

Per quanto riguarda il settore del gioco, nel 2020, l'Istat inserisce nel paniere gli apparecchi Awp.
 
Oltre 121mila quotazioni di prezzo vengono raccolte ogni mese centralmente dall’Istat. Di queste: circa 120mila sono ottenute tramite web, anche con l’utilizzo di procedure di web scraping o acquisendo informazioni da soggetti esterni tra i quali i principali c'è l'Agenzia delle dogane e dei monopoli, con riferimento ai prezzi dei tabacchi e dei giochi.
 
L'Istat rende noto che è stata ampliata la copertura dell’aggregato di prodotto giochi (presente solamente nel paniere Nic e in quello Foi), estendendola agli apparecchi riconducibili alla categoria degli Awp (Amusement With Prize), noti come slot machine.
 
“Il sistema degli indici dei prezzi al consumo – si legge in una nota dell'Istat - è articolato secondo tre diversi indici, con finalità differenti: l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) è utilizzato come misura dell’inflazione per l’intero sistema economico; in altre parole, si considera la collettività nazionale come un’unica grande famiglia di consumatori sebbene caratterizzata, al suo interno, da abitudini di spesa molto differenziate; l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi) si riferisce ai consumi dell’insieme delle famiglie che fanno capo ad un lavoratore dipendente. È l’indice usato per adeguare periodicamente valori monetari, quali i canoni di affitto o gli assegni dovuti al coniuge separato; l’indice dei prezzi al consumo armonizzato per i paesi dell’Unione europea (Ipca) assicura una misura dell’inflazione comparabile tra i diversi paesi europei, attraverso l’adozione di un impianto concettuale, metodologico e tecnico condiviso.
 
Viene quindi assunto – continua l'Istat - come indicatore per verificare la convergenza delle economie dei Paesi membri dell’Unione europea. L’indice viene calcolato, pubblicato e inviato mensilmente dall’Istat a Eurostat secondo un calendario prefissato. Eurostat, a sua volta, diffonde gli indici armonizzati dei singoli paesi dell’Ue, sulla base dei quali elabora e diffonde l’indice sintetico europeo. L’indice Ipca è elaborato anche nella versione “a tassazione costante (Ipca-Tc)”.
 
I tre indici hanno in comune la rilevazione dei prezzi; la metodologia di calcolo; la base territoriale; lo schema di classificazione del paniere; differiscono, invece, per i seguenti elementi.
 
"L'Ipca - spiega ancora l'Istat - ha in comune con il Nic la popolazione di riferimento ma si differenzia dagli altri due indici poiché si riferisce alla spesa monetaria per consumi finali sostenuta esclusivamente dalle famiglie (Household final monetary consumption expenditure); esclude inoltre, sulla base di regolamenti comunitari, alcuni prodotti come, ad esempio, le lotterie, il lotto e i concorsi pronostici”.

 

 

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