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Fase due: ecco il parere Inail, giochi e scommesse alta aggregazione e rischio medio-alto

21 aprile 2020 - 08:17

Mentre le task force incaricate dal Governo proseguono i lavori preparatori per la 'fase due', arriva il parere dell'Inail che riclassifica le attività e suggerisce i criteri di riapertura.

Scritto da Ac
Fase due: ecco il parere Inail, giochi e scommesse alta aggregazione e rischio medio-alto


Si avvicina il 4 maggio, data dell'inizio della cosidetta “Fase due” dell'emergenza coronavirus e il Governo cerca di trovare la quadra per far ripartire il Paese con il premier Giuseppe Conte che annuncia la definizione del piano di regole valide a partire dal 4 maggio entro la settimana. Decisiva sarà comunque la riunione di domani, mercoledì 22 aprile, con i rappresentanti delle Regioni visto che, come pare ormai assodato, la ripartenza sarà non solo graduale ma anche differenziata di regione in regione, in base alla diffusione dei contagi. Con l'Umbria che potrebbe essere la prima a ripartire.


Anche se si potrà passeggiare più “liberamente” a partire dal mese prossimo, cioè anche lontano da casa, massimo in due persone se non si tratta di conviventi e mantenendo la distanza, saranno ancora obbligatori mascherina e guanti anche per spostarsi a casa dei familiari quando non si può stare ad almeno un metro dagli altri: solo seguendo queste precauzioni sarà possibile tornare ad incontrarsi. In ogni caso, però, rimarrà il divieto di assembramento sia all'aperto sia al chiuso.
Non sarà possibile comunque, neppure dal 4 maggio, uscire dal proprio comune senza una reale e fondata motivazione. Insomma, le libertà personali resteranno comunque molto limitate e sarà limitatissima possibilità di trovare qualcosa da fare fuori dalle mura domestiche, con le attività di gioco e intrattenimento che rimarranno inevitabilmente chiuse. Per quel che riguarda la possibilità di tornare nei bar e nei locali di gioco sarà necessario attendere che questi vengano "messi in sicurezza".
Con l'obbligo, quando riapriranno, di concedere la riapertura con mascherine e guanti per il personale, oltre al distanziamento dentro e fuori. Non si esclude l'installazione di veri e propri divisori tra i tavoli.
 
 
LA DISCIPLINA SUI GIOCHI - Nel frattempo però, in vista della riunione, arriva anche il parere dell'Inail che fornisce una nuova classificazione delle attività, indicando alcuni ulteriori criteri da tenere in considerazione per la riapertura. NelDocumento tecnico sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da Sars-CoV-2 nei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione” fornito dall'ente previdenziale, per quanto riguarda i giochi, inquadrati dall'ente di previdenza alla voce: "Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento" e suddivise nelle due categorie (Codice Ateco R 92,93) "Attività riguardanti le lotterie, le scommesse e le case da gioco" e "Attività sportive, di intrattenimento e di divertimento", attualmente sospese a livello nazionale, la classe di aggregazione che viene attribuita è quella massima, pari a 4, mentre la classe di rischio è "medio-alta" nel primo caso e "medio-bassa" nel secondo. Analisi che potrebbe suggerire, per esempio, una riapertura dei centri di intrattenimento per famiglie, come sale giochi in località turistiche e Fec, o gli spazi dedicati all'amusement nei centri commerciali, mentre più avanti ripartirebbero sale scommesse e altre attività analoghe. Ma la decisione non è stata ancora presa. E arriverà soltanto dopo la riunione di domani, mercoledì 22 aprile, e comunque entro la settimana corrente.
 
 
COSA DICE L'INAIL - “Fermo restando che il presente documento è finalizzato a fornire elementi tecnici di supporto al processo di decisione politica, al fine di identificare le attività produttive che gradualmente potrebbero riattivarsi garantendo un’adeguata sicurezza per i lavoratori e allo stesso tempo la sostenibilità complessiva delle politiche di contrasto all’epidemia, il modello di analisi di rischio proposto evidenzia tre aspetti valutativi di interesse: l’analisi di processo lavorativo nell’ottica del distanziamento sociale fra i lavoratori; il rischio di contagio connesso con la tipologia di attività specifica; il coinvolgimento di terzi nei processi lavorativi e il rischio di aggregazione sociale.
Le attività produttive con rischio basso o medio-basso potrebbero avere priorità in un processo graduale di rimodulazione delle misure contenitive, unitamente ad una adeguata e partecipata strategia di prevenzione anche mirata al contenimento del rischio di aggregazione correlato. Le attività del settore manifatturiero e delle costruzioni, oltre ad essere settori vitali per l’economia del Paese, presentano per le tre variabili considerate, un indice di rischiosità complessivo mediamente basso che può ulteriormente essere migliorato con attente e puntuali misure organizzative e di prevenzione e protezione come proposto nel documento. Vanno tuttavia tenute presenti le specificità e le complessità dei singoli ambiti aziendali, specialmente nelle piccole e medie imprese.
Analoghe valutazioni, pur nella necessità di considerare l’impatto sulla mobilità di terzi e di garantire il distanziamento sociale, possono essere fatte per alcuni settori del commercio e dei servizi. Vanno valutati i rischi connessi alla mobilità dei lavoratori legata al commuting, che necessitano di interventi specifici nel settore dei trasporti pubblici adottando apposite misure preventive. Va fatta una attenta riflessione su quei settori lavorativi che comportano intrinsecamente aggregazioni che possono veicolare il contagio come ad esempio la scuola”. Tra questi, probabilmente, ricadranno anche gli ambienti di gioco.
 

LA CLASSIFICAZIONE - Il rischio da contagio da Covid-19 in occasione di lavoro può essere classificato secondo tre variabili: l'esposizione, cioè la probabilità di venire in contatto con fonti di contagio nello svolgimento delle specifiche attività lavorative (es. settore sanitario, gestione dei rifiuti speciali, laboratori di ricerca, ecc.); la prossimità, quando le caratteristiche intrinseche di svolgimento del lavoro che non permettono un sufficiente distanziamento sociale (es. specifici compiti in catene di montaggio) per parte del tempo di lavoro o per la quasi totalità; l'aggregazione, quando la tipologia di lavoro che prevede il contatto con altri soggetti oltre ai lavoratori dell’azienda (es. ristorazione, commercio al dettaglio, spettacolo, alberghiero, istruzione, ecc.). Tali profili di rischio possono assumere una diversa entità ma allo stesso tempo modularità in considerazione delle aree in cui operano gli insediamenti produttivi, delle modalità di organizzazione del lavoro e delle specifiche misure preventive adottate. In una analisi di prioritizzazione della modulazione delle misure contenitive, va tenuto conto anche dell’impatto che la riattivazione di uno o più settori comporta nell’aumento di occasioni di aggregazioni sociali per la popolazione. È evidente, infatti, che nell’ambito della tipologia di lavoro che prevede contatti con soggetti “terzi”, ve ne sono alcuni che determinano necessariamente la riattivazione di mobilità di popolazione e in alcuni casi grandi aggregazioni. Al fine di sintetizzare in maniera integrata gli ambiti di rischio suddetti, è stata messa a punto una metodologia basata sul modello sviluppato sulla base dati O’Net del Bureau of Labor of Statistics statunitense (fonte O*Net 24.2 Database, U.S. Department of Labor, Employment and Training Administration) adattato al contesto lavorativo nazionale integrando i dati delle indagini Inail e Istat (fonti Indagine INSuLa 2 e dati Istat degli occupati al 2019) e gli aspetti connessi all’impatto sull’aggregazione sociale”.
Inail ha quindi utilizzato una metodologia di valutazione integrata basata su una matrice di rischio elaborata sulla base del confronto di punteggi attribuibili per ciascun settore produttivo per le prime due variabili. Esposizione, 0 = probabilità bassa (es. lavoratore agricolo); o 1 = probabilità medio-bassa; o 2 = probabilità media; o 3 = probabilità medio-alta; o 4 = probabilità alta (es. operatore sanitario). Prossimità o 0 = lavoro effettuato da solo per la quasi totalità del tempo; o 1 = lavoro con altri ma non in prossimità (es. ufficio privato); o 2 = lavoro con altri in spazi condivisi ma con adeguato distanziamento (es. ufficio condiviso); o 3 = lavoro che prevede compiti condivisi in prossimità con altri per parte non predominante del tempo (es. catena di montaggio); o 4 = lavoro effettuato in stretta prossimità con altri per la maggior parte del tempo (es. studio dentistico). Il punteggio risultante da tale combinazione viene corretto con un fattore che tiene conto della terza scala: aggregazione o 1.00 = presenza di terzi limitata o nulla (es. settori manifatturiero, industria, uffici non aperti al pubblico); o 1.15 (+15 percento) = presenza intrinseca di terzi ma controllabile organizzativamente (es. commercio al dettaglio, servizi alla persona, uffici aperti al pubblico, bar, ristoranti); o 1.30 (+30%) = aggregazioni controllabili con procedure (es. sanità, scuole, carceri, forze armate, trasporti pubblici); o 1.50 (+50 percento) = aggregazioni intrinseche controllabili con procedure in maniera molto limitata (es. spettacoli, manifestazioni di massa). Il risultato finale determina l’attribuzione del livello di rischio con relativo codice colore per ciascun settore produttivo all’interno della matrice seguente.
Viene quindi presentata una tabella che illustra le classi di rischio per alcuni dei principali settori lavorativi e partizioni degli stessi, nonché il relativo numero degli occupati e la percezione di questo rischio, anche per il grande impatto e la sua straordinarietà ed eccezionalità, crea nei lavoratori una sensazione di insicurezza che può anche agire sugli altri rischi.
 

L'INTERRUZIONE DEL PAESE – L'inail ripercorre inoltre il clamoroso declino produttivo del Paese e il blocco generale dell'occupazione riepilogando i numeri che caratterizzano l'emergenza da un punto di vista economico e lavorativo. “Il periodo di emergenza sanitaria connessa alla pandemia da Covid-19 ha portato alla necessità di adottare importanti azioni contenitive che hanno richiesto, fra l’altro, la sospensione temporanea di numerose attività produttive. Secondo stime riportate nella memoria scritta presentata dall’Istat al Senato della Repubblica il 25 marzo scorso, l’insieme dei settori attualmente non sospesi comprende 2,3 milioni di imprese (il 51,2 percento del totale). Questo insieme rappresenta un’occupazione di 15,6 milioni di lavoratori (66,7 percento del totale), mentre i sospesi ammontano a circa 7,8 milioni (33,3 percento). Tuttavia, in considerazione del dato reale al netto di tutte le forme di lavoro a distanza e dell’incentivazione dei periodi di congedo e ferie, è stimabile, pure in assenza di un dato puntuale, che circa il 25 percento dei lavoratori hanno continuato a lavorare in presenza (es. strutture socio-sanitarie, forze dell’ordine, forze armate e i servizi essenziali della pubblica amministrazione, la filiera alimentare, le farmacie, i trasporti, ecc.).
Le misure contenitive che hanno riguardato il mondo del lavoro si sono rese necessarie per ridurre le occasioni di contatto sociale sia per la popolazione generale, ma anche per caratteristiche intrinseche dell’attività lavorativa per il rischio di contagio”.
 

MISURE GRADUALI OBBLIGATORIE - Per tali motivi, scrive l'ente di previdenza, “occorre adottare misure graduali ed adeguate al fine di consentire, in presenza di indicatori epidemiologici compatibili, un ritorno progressivo al lavoro, garantendo adeguati livelli di tutela della salute e sicurezza di tutti i lavoratori. Al fine di contribuire a fornire elementi tecnici di valutazione al decisore politico per la determinazione di livelli di priorità progressiva di interventi, è necessario tenere in considerazione le specificità dei processi produttivi e delle modalità di organizzazione del lavoro che nell’insieme possono contribuire alla caratterizzazione del rischio”.
 
 
MISURE IGIENICHE DEGLI AMBIENTI - Nell’attuale situazione di emergenza pandemica da Covid-19, ciascun individuo è chiamato ad applicare le misure di prevenzione raccomandate al fine di limitare la diffusione dell’infezione. Tali misure, già descritte nei documenti prodotti dal ministero della Salute e dall’Iss, si concretizzano nei comportamenti da seguire per l’intera popolazione. Pertanto, in più punti dell’azienda devono essere affissi poster/locandine/brochure che pubblicizzano le suddette misure ed in particolare l’azienda metterà a disposizione idonei mezzi detergenti per una raccomandata frequente pulizia delle mani. Sarebbe opportuno, soprattutto nelle aree geografiche a maggiore endemia o nelle aziende in cui si sono registrati casi sospetti di Covid-19, prevedere, alla riapertura, una sanificazione degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni. In ogni caso va garantita la pulizia giornaliera dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni nonché la sanificazione periodica. Utilizzo di mascherine e dispositivi di protezione individuali (Dpi) per le vie respiratorie Vanno mappate tutte le attività, prevedendo di norma, per tutti i lavoratori che condividono spazi comuni, l’utilizzo di una mascherina chirurgica, come del resto normato dal Dl n. 9 (art. 34) in combinato con il Dl n. 18 (art 16 c. 1). La valutazione dei rischi nelle singole realtà aziendali è lo strumento adeguato per la determinazione di specifici Dpi anche in relazione al complesso dei rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori. Indicazioni più specifiche sono state definite per gli operatori della sanità con il documento pubblicato dall’Istituto superiore di sanità in materia.
 

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