Cardia (Acadi): 'Se il gioco legale non riapre si alimenta la criminalità'
Il presidente di Acadi-Confcommercio, Geronimo Cardia, commenta il blitz della Guardia di finanza di Palermo con 91 arresti fra clan con interessi anche in gestione di slot e scommesse online.
Scritto da Redazione
"Gli arresti della Guardia di Finanza di questa mattina sono l'ennesima prova di quanto siano consistenti gli interessi della criminalità organizzata nel campo del gioco.
Ringraziamo le forze dell'ordine per il grande lavoro svolto sul territorio, ma cogliamo anche l'occasione per ribadire al Governo e alle forze politiche che tenere chiuso il gioco pubblico legale rischia di alimentare attività non lecite. Dal giorno in cui è stato decretato il lockdown la quasi totalità delle aziende del comparto ha chiuso e si è perso anche quel presidio di legalità sul territorio che opera ogni giorno a contrasto del gioco illegale".
Lo dichiara in una nota il presidente di Acadi-Confcommercio, Geronimo Cardia, in riferimento al maxi blitz della Guardia di Finanza di Palermo che ha portato all'arresto di 91 persone accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni, ricettazione, riciclaggio, traffico di droga, frode sportiva e truffa, attive anche nella gestione delle scommesse online e delle slot, e nell'organizzazione di corse di cavalli.
"Ad oggi - rimarca Cardia - il Governo non ha ancora indicato il giorno di riapertura del nostro settore, nonostante sia pronta una data di riapertura anche per le attività commerciali su strada, per teatri e per musei. Nonostante non sia questa l'intenzione del legislatore, dobbiamo prendere atto che la scelta di non riaprire il comparto del gioco pubblico legale è di fatto un favore alla criminalità organizzata. Il tutto senza contare l’assoluta necessità che anche al comparto siano riconosciute le misure di sostegno alla liquidità come in atto per tutti gli altri comparti del Paese".