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Bingo, Eurispes: 'Ripresa difficile fra Covid e proroga delle concessioni'

09 luglio 2020 - 10:13

L'Osservatorio Giochi, Legalità e Patologie dell’Eurispes analizza la situazione delle sale bingo, strette fra il post Covid e l'attesa del verdetto della Corte costituzionale sulla proroga delle concessioni.

Scritto da Redazione
Bingo, Eurispes: 'Ripresa difficile fra Covid e proroga delle concessioni'

Le prossime settimane, ed i prossimi mesi, ci diranno se l’offerta del bingo riuscirà di nuovo ad occupare la sua già limitata nicchia di mercato o se, in alternativa, si dovrà assistere ad una morìa di sale, con conseguente impatto sull’occupazione.

E' l'orizzonte posto dal rapporto “Il bingo nella crisi del gioco legale in Italia: rischi e prospettive dell’offerta più 'social' della galassia gioco”, stilato dall'Osservatorio Giochi, legalità e patologie dell’Eurispes e presentato oggi, 9 luglio.

Come tutti gli altri settori imprenditoriali, i concessionari di gioco pubblico e, quindi, anche quelli del bingo, attendono dal Governo chiarimenti ed interventi sulle misure di supporto, quali le coperture e le tempistiche dell’utilizzo della cassa integrazione guadagni per i loro numerosi dipendenti, i differimenti degli obblighi contributivi, i crediti d’imposta sui canoni di locazione delle sale.
 
A ciò si aggiunge l’esigenza di una congrua proroga (6 anni) delle concessioni, essenziale per poter riprogrammare l’attività finanziaria su un arco di tempo ragionevole; senza questo, o analogo provvedimento, i soggetti concessionari avrebbero difficoltà di rapporto con il sistema bancario per sostenere la necessaria liquidità.
La decisione del Legislatore nazionale, adottata con il Decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio per il 2020, di proseguire nel solco già tracciato della proroga tecnica delle concessioni, ha alzato sempre più l’asticella della gravosità della prosecuzione dell’attività di gestione delle sale.
Infatti, pur essendo stata disposta la nuova ed ulteriore proroga tecnica onerosa delle concessioni in essere per il gioco del bingo (unitamente a quelle per le scommesse), fino al termine per indire la nuova gara fissato al 30 settembre 2020 (prorogato di sei mesi dal DL “Cura Italia”), è tuttavia ancora pendente il giudizio di legittimità costituzionale relativamente alle condizioni di proroga delle medesime concessioni introdotte nella precedente Legge di Stabilità per il 2018. In sostanza, senza la certezza che la proroga onerosa, o meglio le sue specifiche condizioni, siano legittime dal punto di vista costituzionale, il Legislatore ne ha disposta una nuova, senza tener conto delle criticità evidenti ed irrisolte.
 
Ricapitolando, le prime concessioni assegnate tra il 2000 e il 2001 e scadute tra il 2013 e il 2014, operano da anni in regime di proroga tecnica onerosa e, ad oggi, appare lecito dubitare che la nuova gara possa realmente espletarsi, laddove non si pervenga ad una soluzione normativa definitiva dell’annosa “questione territoriale”, vale a dire della definizione dei criteri di distribuzione territoriale degli esercizi che offrono gioco pubblico, tra i quali anche le sale bingo.
 
Lo stesso giudice amministrativo che aveva già respinto i dubbi di legittimità costituzionale sollevati dagli operatori del settore, relativamente alla prima proroga tecnica onerosa introdotta con la Legge di Stabilità per il 2014, poi rinnovata in termini ancor più onerosi con la Legge di Stabilità per il 2016, ha ritenuto, invece, fondate le questioni poste in ordine al rispetto dei princìpi di ragionevolezza e di tutela della libertà di iniziativa economica privata, ad opera della “terza” proroga disposta in ordine di tempo, appunto, dalla Legge di Stabilità per il 2018.
 
Gli oneri concessori che gravano sulla gestione delle sale bingo sono particolarmente consistenti ed hanno indubbiamente condizionato l’andamento di questo segmento del mercato dei giochi pubblici che storicamente si trova a camminare in salita.
L’innalzamento del canone annuo concessorio da 60mila a 90mila euro presenta elementi di sproporzione rispetto alla somma di euro 350.000 posta a base d’asta. Dall’esercizio 2017 all’esercizio 2018 non è, tuttavia, intervenuta alcuna “motivazione” di carattere economico in grado di giustificare un incremento del canone pari a 30mila euro.

Analizzando tutte le voci di “costo” gravanti sui concessionari, oltre all’incidenza del canone concessorio, vanno considerati le spese e gli oneri previsti dalla convenzione di concessione, nonché quelli connessi all’allestimento e manutenzione della sala per la conservazione degli stringenti requisiti richiesti, al possesso dei quali è subordinata la stessa assegnazione e operatività della concessione.
 

In ottica di sostenibilità dell’attività assume rilievo anche la continuità con la quale la sala bingo è chiamata ad operare, dovendo il concessionario assicurare il servizio per almeno undici mesi l’anno, per almeno sei giorni la settimana (compresi i festivi) e per almeno otto ore al giorno.
 
A tutto ciò si aggiungono le difficoltà connesse all'attuazione del protocollo-quadro d’intesa Misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19, valutato unanimemente assai rigoroso.
 
Il Protocollo prevede una ridistribuzione degli spazi, la ridefinizione dei percorsi all’interno delle sale, le misure di distanziamento al momento dell’accesso e delle uscite, la quotidiana igienizzazione e sanificazione delle stesse. Inoltre, sono state istallate schermature anti-contagio e istituiti dei corner con materiali igienizzanti e di protezione; i lavoratori sono stati dotati di dispositivi di protezione individuale.
 
 

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