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Enada Primavera: l’esigenza di ripartire e la voglia di guardare avanti

01 ottobre 2020 - 10:38

Dalla fiera di Rimini il messaggio di speranza degli addetti ai lavori e la spinta ottimistica di chi ha scelto di esserci.

Scritto da Cesare Antonini e Michela Carboni
Enada Primavera: l’esigenza di ripartire e la voglia di guardare avanti

Esserci o non esserci? Questo è il dilemma degli operatori del gioco pubblico in questo inizio autunno, mentre va in scena la fiera Enada Primavera. Una manifestazione slittata in avanti di oltre sei mesi, dopo il lockdown e l’emergenza sanitaria generale provocata dalla pandemia e che oggi riesce comunque ad andare in scena. Seppure in versione estremamente ridotta e tra mille perplessità di un settore fortemente compromesso dalla situazione attuale, che si è andata soltanto ad aggiungere alle molteplici problematiche con cui gli addetti ai lavori si dovevano già confrontare.

Eppure, nonostante dubbio, la fiera c’è e dopo il primo giorno di lavori, si raccoglie già la soddisfazione – e l’ottimismo – di chi ha scelto di partecipare.

“Ci ha stupito l’affluenza della prima giornata di Enada, mentre pensavamo davvero a numeri inferiori. E’ stata una scommessa stare qui e starci con tutte le nostre forze ma pensiamo di vincerla”, è il commento di Diego Mendez, direttore tecnico di Nazionale Elettronica dai padiglioni della fiera di Rimini. Numeri accettabili, dunque, ma anche di qualità: “Sono state ore molto produttive, meno chiacchiere del solito perché chi è venuto in fiera aveva un obiettivo ben preciso. Chi decide di spostarsi e lascia parte la paura del virus e anche le difficoltà del post lockdown viene con le idee chiare, la qualità nella visita è fondamentale”, aggiunge. “Abbiamo sempre creduto che poteva essere un segnale importante per il mercato e per i nostri clienti essere qui e abbiamo mantenuto le promesse. Chi non è venuto qualche rammarico l’avrà, perché alla fine sarà senz’altro un bell’evento”, conclude Mendez.

Presente – e soddisfatto – anche un altro storico operatore come Alberici: “Ci siamo perché è giusto esserci, partecipiamo da quando la fiera è nata – commenta Raul Pelella, communication and marketing manager del popolare distributore nazionale di sistemi di pagamento e soluzioni per il gaming - l’evento di Rimini è sempre un punto d’incontro fondamentale per il settore e anche se la situazione post lockdown è difficile per tutti, proprio per questo la partecipazione è un segnale di ripartenza. Abbiamo dialogato con l’organizzatore anche per valutare un eventuale rinvio ma da quando è stato fissato l’evento non potevamo mancare essendo noi un punto di riferimento per il mercato e per continuare a percorrere la strada con loro nella storia decennale dell’evento”. Con le aziende in fiera che adattano la loro offerta anche alle necessità del momento: “Un passaggio in fiera si fa sempre e c’erano tantissime aziende e molti loro rappresentanti oltre ai clienti vecchi e nuovi potenziali interessati – aggiunge Pelella - Noi presentiamo nuovi sistemi di pagamento, paystation e anche un distributore riconvertito per le aziende per distribuire mascherine, gel igienizzante, salviettine e altri prodotti a piacimento del cliente. Tutte le nostre macchine sono personalizzabili e riutilizzabili sia a livello di funzioni che di brand”. 

Commenti positivi anche dai rappresentanti del gaming online: Marco Melai, head of sales di World Match ritiene “fondamentale insistere nell’organizzazione nonostante le difficoltà che tutti conosciamo. Forse avrei proprio calcato la mano sulla comunicazione spingendo sulla partecipazione come segno di appartenenza e di resilienza. In ogni caso ci sono molti nostri clienti e anche alcuni meeting organizzati”. 

C'È CHI DICE NO - Molte aziende del settore, tuttavia, hanno deciso di non partecipare alla fiera – come noto e spiegato nello speciale dedicato alla fiera sulla rivista Gioco News di ottobre 2020 – e in particolare sul fronte dell’amusement, con il Rimini Amusement Show, evento parallelo alla tradizionale Enada, che ne esce fortemente ridimensionato e ridotto ai minimi termini. Ma c'è chi ha comunque optato per essere presente all'evento. Non si tratta quindi di una vera e propria fiera parallela, e dunque un evento nell'evento, come è stato negli anni scorsi, ma si tratta più che altro una “sezione dedicata” all'interno di quello riminese.

“L'appuntamento Rimini Amusement Show resta in essere, ma come Consorzio Fee abbiamo preso la gravosa decisione di non prendervi parte. La scelta, non semplice, non deriva affatto dalla poca convinzione sull’evento che, anzi, abbiamo attivamente contribuito a creare in origine e sentiamo profondamente nostro”, afferma Mauro Zaccaria, presidente Consorzio Fee (Family Entertainment Expo).

“Rispettiamo il coraggio di Ieg (Italian Exhibition Group, Ndr) e Sapar nel perorare la kermesse fieristica di Rimini, siamo però approdati a questa soluzione per via del particolarissimo momento in cui stiamo vivendo: il settore, già in un periodo delicato, è stato letteralmente prostrato dal Covid e non abbiamo ritenuto opportuno in un tale frangente esporci a ulteriori spese. Tanto più che da un pre-sondaggio valutativo è emerso che nessuno dei nostri abituali interlocutori commerciali parteciperà alla manifestazione. Purtroppo il mercato è sotto scacco”.

Secondo Zaccaria, “Per consentire al puro intrattenimento di tornare a conquistare appeal in Italia dovremmo metterlo in condizione di essere davvero competitivo con gli altri modelli internazionali. E questo è possibile solo liberandolo dai lacciuoli demagogici di una certa burocrazia e politica. Una sfida da vincere è quella dell’online, se lasceremo che tra noi e gli altri Paesi si frapponga una distanza troppo grande il divario diventerà incolmabile e per noi sarà la fine”.

Del resto il peso che sta avendo il Covid sulle sale giochi italiane è notevole. “La stagione estiva si chiude al 50 percento: soprattutto ad agosto un po’ di turismo c’è stato, ma se immaginate un taglio secco della metà degli incassi in una situazione già delicata, il bilancio è presto fatto”.

IL FRONTE DEL SI'- Il vice presidente di Sapar, Andrea Lo Massaro, mette in luce “le aziende dell’amusement che sono regolarmente presenti in fiera” ringraziandole personalmente “per la responsabilità che stanno dimostrando nei confronti di un settore che, come giustamente sottolineava, ha subito non solo un duro colpo a causa della pandemia da Covid19, ma che già da molti anni ormai patisce un’incertezza normativa che ne ha rallentato fortemente l’espansione”. E aggiunge: “Spero dia grandi soddisfazioni alle aziende presenti, che con coraggio hanno deciso comunque di investire in un progetto valido. È un’occasione mancata per il comparto amusement, che poteva invece ribadire la propria forza e importanza sociale in un momento in cui usciamo da un periodo di isolamento e 'distanziamento' sociale. Poteva essere un’occasione per il settore per discutere e trovare formule idonee per far ripartire in sicurezza la condivisione del puro intrattenimento”.

Il puro intrattenimento come può tornare a coinvolgere il pubblico? “Trovando formule che si adattino al periodo storico che stiamo vivendo, rendersi promotori di luoghi sicuri per il divertimento di bambini e ragazzi, i più colpiti da questo periodo di isolamento, ai quali invece potremmo fornire gli strumenti per ritrovarsi in sicurezza e divertirsi con gli apparecchi per il puro intrattenimento”, conclude Lo Massaro.

 

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