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Covid: a rischio riaperture di gennaio, gioco nel limbo in attesa del Tar

28 dicembre 2020 - 10:20

Il tasso di contagi da Covid non cala e il Governo valuta se rinviare le riaperture previste dal 15 gennaio, gioco nel limbo in attesa dei verdetti dei Tar.

Scritto da Fm
Covid: a rischio riaperture di gennaio, gioco nel limbo in attesa del Tar


Complice l'inizio della campagna vaccinale contro il Covid, anche se non ancora a pieno regime, si inizia a vedere un barlume di luce alla fine di questo lungo tunnel di emergenze, docce fredde e speranze disattese che è stato il 2020.
Una luce ancora fioca, purtroppo, per le centinaia di migliaia di esercizi pubblici chiusi dai provvedimenti governativi per arginare la diffusione della pandemia, fra cui figurano anche quelli in cui si effettua la raccolta di gioco pubblico.


Se, fino a poco tempo, l'orizzonte temporale a cui tutti guardavano per una ripresa del lavoro era la data del 15 gennaio 2021, ora dopo ora questo termine sembra allontanarsi inesorabilmente, complice il mancato calo della curva epidemiologica e del tasso di positività rispetto ai tamponi effettuati, che nella giornata di ieri, 27 dicembre, ha sfiorato il 15 percento.

Abbastanza per scoraggiare il Governo ad andare avanti nel suo programma di riaperture, come emerso dal tavolo tecnico tenutosi fra Comitato tecnico scientifico e ministero dello Sport.
 
A quanto sembra, non se ne riparlerà prima di una flessione dell'indice di trasmissibilità Rt, ancora troppo alto.
Le sale gioco dovranno condividere la loro sorte con cinema, teatri e sale da concerto, mentre si profila una riapertura contingentata e su prenotazione per i musei.
Stop a data da destinarsi anche per le discoteche e gli eventi. Per i bar e i ristoranti, al momento, resta ancora l'incognita su una riapertura full time, mentre resistono le modalità da asporto e consegna a domicilio, che potrebbero cambiare ancora quando finirà lo pseudo lockdown natalizio e le varie regioni, dopo il 6 gennaio, torneranno ai "colori" legati alla relativa e peculiare situazione sanitaria, con una nuova differenziazione delle misure. 
 
Un'ipotesi che sui social ha scatenato i commenti di chi lavora nel settore del gioco, precipitato, se possibile, in una disillusione ancora più profonda. Ipotizzando le riaperture ancora più in là nel tempo, a febbraio, se non addirittura a marzo o ad aprile.
 
Ma, come recita il celebre detto, la speranza è l'ultima a morire, specie se di mezzo c'è la giurisprudenza.
Sullo sfondo dei futuri provvedimenti infatti c'è anche l'attesa per il verdetto dei tribunali su quelli già varati o passati in cavalleria, oggetto di numerosi ricorsi da parte degli operatori del gioco e non solo.
Ricorsi che sono stati accompagnati, in alcuni casi, da pronunce confortanti e che potrebbero riaprire la partita, o almeno spingere il Governo a qualche riflessione in più prima di decidere nuove serrate senza tener conto dei protocolli sanitari già imposti alle attività, comprese quelle del gioco pubblico, per assicurare accessi contingentati ed una permanenza "sicura" nei locali, con grossi investimenti fra l'altro, per poi obbligarle alla chiusura subito dopo.

Valutazioni ancora di più d'obbiligo dopo il verdetto con cui il tribunale civile di Roma ha ritenuto i Dpcm emanati dal premier Giuseppe Conte “viziati da violazioni per difetto di motivazione" e "da molteplici profili di illegittimità" in quanto "hanno imposto una rinnovazione della limitazione dei diritti di libertà", mentre avrebbero dovuto prevedere "un ulteriore passaggio in Parlamento” diverso rispetto a quello che si è avuto per la conversione del decreto Io resto a casa e del Cura Italia.
Una pronuncia relativa ad un contenzioso mosso dal titolare di un esercizio commerciale vittima di sfratto per morosità, in seguito al mancato pagamento dei canoni di locazione dovuto alla chiusura della sua attività imposta dai divieti, nell'ambito dell'emergenza Coronavirus, ma che crea un precedente importante anche per il settore del gioco pubblico, fra i più colpiti dalle misure governative.


Da tenere d'occhio anche il Tar del Lazio, dove il 13 gennaio 2021 si terrà la camera di consiglio per la trattazione collegiale dell’istanza istruttoria avanzata da alcuni operatori di gioco contro i Dpcm che hanno chiuso le attività di gioco da ottobre ad oggi. Come si ricorderà, prima di Natale, il Tar ha chiesto alla Presidenza del Consiglio di depositare i verbali delle sedute del Comitato tecnico-scientifico per valutare legittimità dei provvedimenti che hanno imposto la chiusura delle attività di gioco.
Aprendo uno spiraglio non di poco conto per chiunque si sia visto danneggiato da tali misure. 
 

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