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Sbc Digital Italy: oltre la crisi tante opportunità nel Bel Paese del gaming

17 febbraio 2021 - 10:23

Ad aprire i lavori di SBC Digital Italy di oggi, il direttore di GiocoNews.it, Alessio Crisantemi, con una panoramica sulla situazione del settore che riportiamo nel seguito.

Scritto da Redazione GiocoNews.it
Sbc Digital Italy: oltre la crisi tante opportunità nel Bel Paese del gaming

Che anno sarà, il 2021, per l'industria del gaming in Italia? Ecco la classica domanda da un milione di dollari. Una domanda, tra l'altro, che si pongono tutti, in questo momento, e non solo in Italia. Tutta colpa della pandemia, che ha affondato il gaming retail e introdotto un clima di incertezza senza precedenti. Basta guardare i dati rivelati dallo studio di H2 Gambling Capital che indicano che nel 2020 la raccolta mondiale è crollata del 25,2 percento riportando il settore indietro di dieci anni. Lo studio tuttavia evidenzia che il settore potrà tornare nuovamente a crescere, dopo questo stop improvviso, tornando ai livelli precedenti già dal 2022. Ed è ciò che tutti si augurano. Nel frattempo però a crescere è l'online, salito a livello globale da una quota di mercato del 13,2 percento fino al 19.8 percento.

Ma cosa è successo e cosa succederà in Italia? Il dato più importante da notare è quello relativo al periodo pre-Covid con il settore del gioco che aveva registrato una nuova crescita nei primi due mesi del 2020, fino a quando non è scattato il primo lockdown. Da quel momento in poi, i locali di gioco sono tornati a operare soltanto tra giugno e ottobre, raggiungendo oggi i 221 giorni di chiusura. Ma l'altra buona notizia è che, nei mesi di riapertura, i locali sono subito tornati a lavorare anche sopra le attese, e in sicurezza.

L’impatto delle misure restrittive è stato però drammatico, al punto che a fine 2020 le Awp hanno perso circa il 50 percento della raccolta (pari a circa 12 miliardi di euro) e le Vlt addirittura il 65 percento (-14 miliardi). Anche le scommesse sportive ne hanno risentito, anche se in misura minore grazie al supporto delle giocate online, scendendo complessivamente del 20 percento.

A crescere, invece, coerentemente con le stime globali, è stato il gioco online, che ha registrato un incremento del 40 percento. Come pure a crescere è stata anche l'attenzione verso gli esports, che rappresentano la stella nascente del gaming, di cui non a caso si parla anche qui, oggi.

Questa situazione porta a un duplice scenario: da un lato abbiamo la crisi immensa del settore fisico, che ha proporzioni drammatiche, tenendo conto che Le imprese che lavorano nel gaming terrestre sono circa 6.600, con oltre 100mila occupati. Non è un caso che proprio domani, 18 febbraio, ci sarà la prima grande manifestazione degli operatori del gioco a Roma e Milano, che chiedono al governo di riaprire, essendoci tutti i criteri per lavorare in sicurezza.

Accanto a questo scenario drammatico, tuttavia, si registrano dinamiche decisamente opposte dal punto di vista industriale, che vedono un grande fermento con la nascita di nuove sinergie, acquisizioni e integrazioni. Le incertezze sul retail, infatti, hanno accelerato il processo di integrazione tra online e retail e favorito la differenziazioni degli operatori: ora anche chi lavorava soltanto nel fisico si è tuffato nell'online. E questo ha portato alla nascita di nuove realtà, all'ingresso di nuovi fornitori e alla spinta verso l'adozione di nuove tecnologie. Aprendo così una nuova fase di mercato. Nel frattempo, però, il mercato italiano ha registrato anche qualche operazione di M&A di alto livello, come l'acquisizione da parte del fondo Apollo, titolare di Gamenet, delle operazioni online e retail di Igt in Italia, fondendo due concessionari e dando vita al primo operatore di gioco italiano. Tutto questo nonostante la crisi.

E adesso, a proposito della crisi, l'intera industria aspetta il governo, dopo l'arrivo del “salvatore” Mario Draghi il cui primo compito è quello di decidere sulle riaperture. Dopodiché la vera partita si giocherà con il Recovery Fund che promette oltre 200 miliardi all'Italia, da spendere soprattutto in tecnologia. E questo potrebbe essere un bene anche per il settore. Ma prima, però, c'è da rimetterlo in sesto.

Di tutte queste cose si parla oggi all'SBC Digital Italy con un ricco parterre di relatori e un appuntamento nel pomeriggio per una sessione di networking in programma alle 16, per un confronto generale tra operatori.

 

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