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Pubblici esercizi: fatturato 2020 a picco ma la Tari cresce dello 0,6%

12 marzo 2021 - 17:50

Nell'annus horribilis delle attività economiche e commerciali, la tassazione sui riufiti è riuscita comunque ad aumentare, creando ulteriori problemi soprattutto agli esercenti. 

Scritto da Redazione GiocoNews.it
Pubblici esercizi: fatturato 2020 a picco ma la Tari cresce dello 0,6%

 

Potrà sembrare un paradosso, ma è la pura realtà: nel 2020, anno in cui le restrizioni anti-Covid li hanno costretto a lunghe e reiterate chiusure (con conseguenti e ingenti perdite di fatturato), i bar e ristoranti hanno visto mediamente crescere l’importo della Tari dello 0,6 percento, a 1.679 euro. E’ il dato che emerge dal report presentato dal Centro Studi Ircaf in occasione del Convegno nazionale servizio rifiuti.

Situazione migliore – per così dire – per gli alberghi con ristorante da mille medtri quadri complessivi, per cui mediamente la tassa si è ridotta dello 0,5 percento, per un importo di poco più di 7mila euro. Ovviamente si tratta di importi medi, dal momento che la Tari è un’imposta comunale e varia, anche notevolmente, soprattutto in base all’area geografica.Se un bar del Centro Italia paga 1.767 euro, un'attività omologa del Nord-Ovest versa circa 150 euro di meno. Analogamente, un hotel del Nord-Ovest deve pagare in media 6.138 euro di Tari, mentre per una struttura con le stesse caratteristiche al Centro la cifra lievita fino a poco meno di 7.650 euro.

Dai dati del report risulta evidente, infatti, che le tariffe siano più contenute al Nord (in particolare, il Nord-Est risulta anche più economico del Nord-Ovest), probabilmente – sottolimeano i resposabili del Centro Studi Ircaf – per la maggiore efficienza delle aziende di raccolta in funzione del rapporto costi, qualità del servizio e minore impatto ambientale; mentre si fanno sempre più pesanti via via che si scende verso il Sud Italia. Un divario che caratterizza anche la tassa per le famiglie, ma che si diventa ancora più importante per le aziende.

AZIONE LEGALE CONTRO IL FISCO - Così, vista la situazione che ha caratterizzato nel 2020 – e che continua a caratterizzare – i pubblici esercizi, MIO Italia ha avviato un’azione legale contro il pagamento di tasse e tributi dal marzo 2020 in poi. Fra i quali propio la Tari. Una iniziativa che riguarda ristoranti, alberghi, bar pizzerie, pub, negozi, grossisti, distributori, partite Iva in genere.

“La nostra azione legale si basa sull’impossibilità di pagare la giungla di balzelli che risucchia il 70 percento degli incassi, a causa dell’evidente crollo del fatturato, -57 percento la media nazionale, con punte anche del 95 percento. Gli aderenti all’iniziativa di Mio Italia hanno bloccato il pagamento della Tari, della tassa sulle insegne, della Siae, dei contributi Inps (esclusa la quota dipendente)“, spiegano Paolo Bianchini e Fulvio Castellaro, presidente e responsabile per il Piemonte del Movimento Imprese Ospitalità.

IN ARRIVO I PAGAMENTI DEL DL AGOSTO - Nel frattempo sono in dirittura di arrivo per gli esercenti i pagamenti previsti dal decreto Agosto. In totale sono circa 40mila le domande arrivate, per un totale di 87 milioni di euro per l'erogazione a fondo perduto destinato ai ristoranti e alla filiera alimentare (agriturismi inclusi). La prima parte riguarda i versamenti in atto in questi giorni, pari al 90 percento dei contributi richiesti, e il restante 10 percento verrà erogato entro la fine del mese di marzo. Lo ha confermato durante un question time il Ministro delle politiche Agricole Stefano Patuanelli.

Tali contributi a fondo perduto erano stati previsti dal Decreto Agosto per la filiera della ristorazione: un aiuto destinato a 125.000 imprese con codice Ateco prevalente 56.10.11, 56.29.10 e 56.29.20 (ristoranti, mense e catering) per "incentivare l’acquisto di prodotti agroalimentari del territorio".

La domanda si poteva presentare online o alle Poste, fino alla scadenza del 15 dicembre 2020. Delle circa 40 mila istanze arrivate, molte sono arrivate in modo incompleto: in questo caso gli aventi diritto dovranno integrare la documentazione inviata.
Il pagamento avverrà in due tranche: il 90 percento dei contributi sarà erogato al momento dell’accettazione della domanda, con l’indicazione dei documenti fiscali relativi agli acquisti effettuati, anche non quietanzati, mentre il saldo del 10 percento verrà erogato dopo aver presentato la quietanza di pagamento, che dovrà essere effettuato con modalità tracciata.

 

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