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Gioco, Campanella: 'Riaprire non basta, più sostegni e agevolazioni'

31 marzo 2021 - 13:39

A margine del sit-in a Montecitorio, Campanella (Emi Rebus) torna a chiedere confronto al Governo su riapertura del gioco, con sostegni adeguati, tagli alle tasse ed agevolazioni fiscali.

Scritto da Fm
Gioco, Campanella: 'Riaprire non basta, più sostegni e agevolazioni'


Il mese di marzo si chiude così come era iniziato: con una manifestazione di quelle che ormai conosciute come "le donne del gioco", nella piazza romana di Montecitorio.
Aperta anche alla partecipazione di tutti i lavoratori del settore, molti dei quali rappresentati dalle associazioni che, in queste e nelle scorse ore, sono scese in campo a testimoniare la loro vicinanza, da Acadi ad As.tro, passando per Sapar.
A raccontare lo spirito del sit-in di oggi a Gioconews.it è Antonia Campanella, presidente dell'associazione Emi Rebus e "anima" di questa iniziativa.

"Come accaduto sempre in queste ultime settimane, si tratta di una manifestazione aperta a tutti i lavoratori.
Scendiamo in piazza non solo per chiedere le riapertura delle nostre attività, ma soprattutto per dissentire sui sostegni che ci hanno riservato: vogliamo essere equiparati a tutte le altre attività ed avere delle certezze. Sarebbe inutile riaprire domani senza un aiuto concreto della politica, senza abbassare la tassazione, senza concederci delle agevolazioni fiscali, considerando che andiamo comunque incontro ai mesi estivi, un periodo che per tradizione non è di alta raccolta per noi", esordisce Campanella.
 
La presidente di Emi Rebus quindi ne approfitta per sottolineare gli esiti di questa lunga mobilitazione, iniziata quando alla Presidenza del consiglio c'era ancora Giuseppe Conte.
"Credo che il nostro lavoro continuo, che non è solo quello documentato dalle dirette social o dalle trasmissioni tv, stia dando i suoi frutti; non solo a livello mediatico ma anche fra le istituzioni: molti partiti si sono esposti sulla tutela del gioco legale, non solo Fratelli d'Italia o Forza Italia, ma anche il Movimento cinque stelle, ad esempio", ricorda.
 
A loro, così come al sottosegretario Claudio Durigon, che agli inizi del mese le ha ricevute - assicurando loro sostegno - e che ora si appresta a ricevere ufficialmente la delega ai giochi, Campanella chiede ascolto e confronto, per rispondere ai tanti appelli dei lavoratori "che non ce la fanno più", che "piangono al telefono" o pensano di "togliersi la vita", per l'enorme difficoltà ad affrontare questo limbo senza fine e le pesanti conseguenze economiche e occupazionale del lockdown del settore.
"Allo stato attuale, un imprenditore non ha modo di pianificare la riapertura dell'attività, di fare il proprio lavoro, né di poter appianare nel tempo la lacuna economica causata dalle chiusure. Dobbiamo riprenderci la dignità che ci è stata strappata, perché essere costretti a 'vergognarci' del lavoro che svolgiamo ogni giorno, senza sosta, è terribile", sottolinea.
 
"Se non avessimo fatto quello che abbiamo fatto in questi mesi, di noi probabilmente non si sarebbe parlato.
Ora è importante riqualificare il settore, essere riconosciuti come professionisti. Forse è stato utile che a raccontare questa situazione fossero le donne: di fronte a noi cambia l'approccio, c'è più tolleranza, e forse questa è la chiave giusta per cercare di ribaltare la sensibilità nei confronti del comparto. Mi sembra che ci stiamo riuscendo", conclude.
 
LA CRONACA DELLA MANIFESTAZIONE - Un concetto poi ribadito anche dal palco della manifestazione, da Campanella. "Oggi prendiamo meno di quello che era previsto per il decreto Ristori, quello che prenderemo è vergognoso, non ci consente di sopperire alle spese di questi mesi.
Quindi chiediamo che nel Dl Sostegni bis sia dato il giusto riconoscimento ai settori che sono stati chiusi, come il nostro.
Dobbiamo batterci a testa alta, per troppo tempo l'abbiamo tenuta sotto la sabbia.
Siamo qui per richiedere almeno il 70 percento della perdita subita fra il 2020 e il 2021 e un aiuto post apertura per le aziende, per garantire la loro sopravvivenza e quella dei loro lavoratori.
Se aprono i bar e i ristoranti dobbiamo aprire anche noi".
Sul palco poi sono saliti Gaetano e Pietro, i due lavoratori "simbolo" della manifestazione del 18 marzo di Torino, che dopo la "passeggiata" fra Alessandria e il capoluogo piemontese, ne hanno fatto un'altra da Civitavecchia a Roma, per supportare l'iniziativa a Montecitorio.
"Abbiamo deciso di intraprendere questo viaggio e pian piano arrivare fin qui per dimostrare che credo oggi sia ingiusto fare cose come queste per rivendicare il diritto al nostro lavoro. Meno male che almeno i media negli ultimi tempi si stanno accorgendo che facciamo un lavoro onesto, seguendo tutte le regole. La nostra protesta è camminare a piedi per cercare di svegliare la politica".
A seguire, hanno preso il microfono alcune "donne del gioco", chiedendo alla politica il "perché" dell'emarginazione del settore, e del trattamento riservato alle attività per oltre un anno.
E proprio "dalla politica" sono giunte le rassicurazioni della deputata leghista Benedetta Fiorini, protagonista di un breve confronto con le manifestanti. La quale a ribadito la necessità di mettere "la sicurezza al primo posto" e di "guardare i dati" prima di prendere delle decisioni sulle riaperture. Per poi promettere di "farsi portavoce delle richieste dei lavoratori con il Governo" attraverso un tavolo di confronto.

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