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Riaperture: nuovo percorso dal 20 aprile, ultimi i giochi da maggio

12 aprile 2021 - 08:18

Dopo il prossimo monitoraggio sulla diffusione del Covid si individueranno le regioni da fascia gialla dove si potranno far ripartire alcune attività.

Scritto da Ac
Riaperture: nuovo percorso dal 20 aprile, ultimi i giochi da maggio

Prima i ristoranti (ma solo all’ora di pranzo), poi le sale per gli spettacoli e i musei, a seguire i bar e le palestre, sia pur con lezioni individuali. E alla fine – solo alla fine – anche i locali da gioco. Potrebbe essere questa la via (crucis) che dovranno affrontare i titolari delle attività economiche italiane per le riaperture che dovrebbe partire da fine aprile. Mentre il centrodestra e le associazioni di categorie continuano il pressing, sempre più forte, il governo ha fatto sapere che se ne riparlerà non prima del 20 aprile, dopo aver esaminato il monitoraggio della prossima settimana. Ad oggi, infatti, risulta ancora troppo alto il numero dei nuovi contagiati e delle vittime per fare previsioni, ma stando alle dichiarazioni del presidente dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro, il nuovo percorso sembra comunque tracciato: “Esiste un insieme di indicatori che contribuiscono a caratterizzare degli scenari dove progressivamente si andrà ad aprire, su questo si sta lavorando proprio nella prospettiva di maggio”.

LA ZONA GIALLA E IL CALENDARIO - La possibilità di ottenere il via libera alle ripartenze riguarda le regioni che potranno ottenere lo status di “zona gialla”. Con il governatore della Lombardia Attilio Fontana che si dice convinto la sua regione potrà ottenerlo già a fine aprile. Come pure sperano in risultati analoghi anche Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Molise, Piemonte, Liguria, Veneto. La regola imposta dal governo nel decreto di aprile — che potrebbe essere prorogata a maggio — prevede che tra i parametri da tenere in considerazione ci sia l’andamento della campagna vaccinale — e i governatori hanno ribadito di essere pronti se avranno a disposizione le dosi necessarie. Anche per questo, dunque, si comincia a studiare il calendario della ripartenza economica (e sociale).
Tutto dipenderà, però, dal monitoraggio del prossimo 16 aprile, il quale fornirà il quadro aggiornato, sulla cui base, a partire dal 20 del mese, si potrà avviare il nuovo confronto tra governo e Regioni sul percorso da seguire “per programmare il futuro”, come indicato dal presidente della Liguria, Giovanni Toti. Il nuovo decreto verrà infatti scritto sulla base dei dati aggiornati al successivo 23 aprile, quando si potrà fissare un percorso per le riaperture che saranno comunque graduali, come ha già evidenziato il Comitato tecnico scientifico. E - soprattutto - dovranno tenere conto delle nuove linee guida che si stanno mettendo a punto per evitare che l’aumento degli spostamenti e i contatti troppo ravvicinati facciano rapidamente risalire la curva epidemiologica. Proprio come accaduto in Sardegna che dalla zona bianca è passata direttamente in quella rossa.

RISTORANTI, BAR, CINEMA E GIOCHI – In questo scenario, dunque, i giochi sono di nuovo destinati a chiudere la coda delle riaperture, e dovranno aspettare pertanto (almeno) fino al prossimo maggio. In cima alla lista delle attività da far ripartire ci sono infatti sicuramente i ristoranti, con l’ipotesi più probabile che consiste nella riapertura a pranzo — forse con un orario ridotto almeno nella prima fase — favorendo i locali che hanno uno spazio esterno con la sospensione della tassa per l’occupazione di suolo pubblico. Subito dopo toccherà ai bar, anche in questo caso con alcune limitazioni in particolare per quanto riguarda la consumazione in piedi.
Nel frattempo però si lavora anche per cinema e musei con il ministro della Cultura, Dario Franceschini, che incontrerà nelle prossime ore gli esperti del Cts per discutere i criteri di riapertura, guardando anche alle mostre e ai musei. Chiedendo di poter aumentare il numero di ingressi nelle sale a determinate condizioni. Tra i requisiti richiesti c’è la mascherina Ffp2 per la durata dello spettacolo, il tampone effettuato nelle 48 ore precedenti, il fatto di essere già vaccinati. Percorsi obbligatori e visite a tempo sono previste invece nei luoghi della cultura. Ovunque sarà privilegiata la prenotazione online in modo da evitare file e pagamenti in contanti. Una serie di misure, queste, che potrebbero rappresentare un riferimento anche per gli altri locali, nel percorso di ritorno verso la normalità e, quindi, anche le attività di gioco.
Nel frattempo chiedono di ripartire anche i gestori di palestre e piscine. I protocolli sono stati aggiornati e si dovrà stabilire se consentire — almeno nella prima fase — solo lezioni individuali oppure anche di gruppo, sempre con distanziamento e con un utilizzo limitato degli spogliatoi. Gli scienziati stanno esaminando il dossier relativo al ritorno del pubblico per tennis e calcio.

INTANTO L'ITALIA TORNA ARANCIONE – Nel frattempo a partire da oggi, lunedì 12 aprile, gran parte delle regioni italiane diventano o restano zona arancione. Le regioni in zona rossa sono solo quattro: Puglia, Campania, Valle D’Aosta e Sardegna. Ciò che cambia riguarda “soltanto” gli spostamenti possibili, i (pochi) negozi aperti, le regole sulla scuola e sullo sport, con le restrizioni che si allentano in molte zone. Ma la libertà individuale è ancora lontana. Con lo spauracchio più grande, in questo momento, che è legato all'impatto che potrebbe avere la pausa pasquale sui contagi, dopo la precedente triste esperienza di Natale, quando le riunioni in famiglia, spesso trasgressive, hanno portato a una nuova impennata della curva.

LA SITUAZIONE ECONIMICA – Nel frattempo la situazione economica del nostro paese è tutt'altro che brillante. Mentre si attende un contributo positivo dell'industria alla dinamica del Pil nel primo trimestre – come segnalato dal Centro studi di Confindustria - a risultare ancora indebolito è il settore dei servizi, a causa del persistere di limitazioni di attività in alcuni settori e negli spostamenti di persone, con pesanti conseguenze soprattutto lungo tutta la filiera turistica. Anche se la tenuta dell'industria è un segnale incoraggiante, considerato che il suo contributo al valore aggiunto nazionale è pari al circa il 19 percento, il problema è che la tenuta del comparto industriale non può compensare la pesante flessione del settore terziario che nel nostro paese vale oltre il 70 percento del Pil. Secondo gli ultimi dati Istat, nel 2020 la spesa per consumi finali è scesa del 10,9 percento, il potere d'acquisto del 2,6 percento, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici del 2,8 percento. Dati, anche questi, che sono destinati ad avere un impatto su alcuni settori, come quello dei giochi e dei consumi fuori casa più in generale.

IL FOCUS SUL TURISMO E INTRATTENIMENTO - In uno scenario di questo tipo è dunque evidente che diventa vitale salvare la stagione turistica, grazie per esempio ad esperimenti come le isole “Covid free” e al passaporto vaccinale. Ne trarrebbe beneficio il comparto della ristorazione, degli alberghi e dell'intrattenimento. Occorre quindi provare a individuare, pur con tutte le cautele del caso, delle graduali e selettive riaperture delle attività produttive che maggiormente stanno subendo gli effetti della crisi. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, com'era inevitabile, non ha indicato una data ma da più parti all'interno della maggioranza che sostiene il governo si moltiplicano le pressioni per lanciare dei segnali. Per il ministro degli Affari regionali, Mariastella Gelmini si può ipotizzare che il mese di maggio possa essere il mese del “ritorno alla vita”. Sulla stessa linea si è espresso nelle scorse ore anche il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri. Un obiettivo realistico, guardando all'esperienza del Regno Unito (dove, tra l'altro, proprio oggi riaprono tutte le attività non essenziali, per un ritorno alla normalità che potrebbe essere ufficializzato nei prossimi giorni con la dichiarazione della nazione “covid-free”), con la sfida che si gioca quindi interamente sulla capacità di vaccinare nel più breve tempo possibile tutta la popolazione maggiormente esposta al rischio che al contagio segua l'ospedalizzazione e in diversi casi il decesso. Dunque occorre immunizzare gli anziani, poi gradualmente si arriverà alle fasce più giovani della popolazione, così da raggiungere l'immunità di gregge nel prossimo autunno.

DAI RISTORI ALLE MISURE PER LA CRESCITA – Dal punto di vista economico, infine, appare comunque evidente che ripartire, per quanto necessario, non sarà comunque sufficiente a salvare molte imprese, di tutti i settori. Sostegni e ristori possono tamponare la crisi nel breve periodo, ma non sono evidentemente in grado da soli di sostenere la ripresa. Da questo punto di vista va dunque accolta con favore la convergenza che si sta delineando all'interno della maggioranza che sostiene il governo Draghi per accompagnare il prossimo scostamento di bilancio da 35-40 miliardi che dovrebbe portare a un “decreto imprese”: ovvero, una serie di misure in grado di spingere la crescita dando priorità alle imprese e alle attività produttive. Si avrebbero in tal modo effetti tangibili sul versante dell'occupazione. Occorre quindi provare a superare gradualmente la logica dell'emergenza che necessariamente ha dominato gran parte degli interventi messi in campo dall'inizio della pandemia. Ma tutto dipende, anche qui, dal trend dei contagi. Per il resto, l'appuntamento centrale sarà quello con i fondi del Next Generation Ue: una partita da giocare al più presto, anche con misure che anticipino gli effetti in termini di spinta alla crescita attesi dal Piano nazionale di ripresa e resilienza che il governo presenterà a Bruxelles alla fine di aprile.

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