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Potenziare i vaccini per ricominciare: la richiesta di turismo ed esercenti

26 aprile 2021 - 11:47

Il comparto del turismo illustra la crisi e chiede interventi al governo che riguardano anche esercenti e intrattenimento.

Scritto da Vincenzo Giacometti
Potenziare i vaccini per ricominciare: la richiesta di turismo ed esercenti

Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue, in un’intervista al New York Times rassicura che per i turisti americani vaccinati contro il Covid il Vecchio Continente tornerà ad aprirsi già da questa estate. A patto ovviamente che siano stati utilizzati vaccini autorizzati dall’Ema. Una prospettiva, questa, che rappresenta un'occasione assolutamente da non perdere per il comparto turistico nazionale, alla prese con una crisi senza precedente, come raccontano i numeri del Rapporto Assoturismo – Confersercenti sullaStagione turistica 2021 sull’onda del vaccino”.

Un rapporto dove si parla inevitabilmente anche di intrattenimento, che oltre ad essere uno dei servizi alla base dei pubblici esercizi italiani, rappresenta anche una risorsa dal punto di vista turistico e ricettivo. Se il 2019, che aveva fatto registrare in Italia 436,7 milioni di presenze turistiche, appare un ricordo ormai lontano, nel 2020 (nonostante a gennaio si stava confermando il trend, con +3,3 percento delle presenze rispetto allo stesso mese dell’anno precedente), si è capitolati pesantemente, chiudendo con un calo complessivo del comparto turistico pari al 53,3 percento, con punte del -70 percento per le presenze straniere. Quanto a quelle italiane, dopo il parziale recupero estivo, la riduzione, pari al 36 percento, è quantificabile in 78 milioni. Il comparto alberghiero ha subìto le perdite maggiori: -57 percento, quello extralberghiero si è comunque visto mancare il 47 percento delle presenze.

In particolare, esaminando le categorie turistiche prevalenti il Rapporto indica un calo del 48,4 percento per i comuni marittimi; ammontano poi al 74,1 percento le perdite per le grandi città; al 34,6 percento quelle dei comuni montani e al 54,5 percento quelle dei comuni a vocazione culturale, storico, artistica. Inoltre la riduzione di fatturato è così ripartita -76,3 percento per agenzie e tour operatore e -42,5 percento per alloggio e ristorazione.

In pratica, precisa il Rapporto, la perdita economica per il settore (ovvero per il totale consumi turistici interni) è di circa 88 miliardi di euro, tra i 32 miliardi di perdite economiche della ricettività; 12 miliardi dei pubblici esercizi, 3,5 miliardi di agenzie di viaggio e tour operator e 10 miliardi di mancati ricavi dello shopping nei negozi.

LE PROSPETTIVE NEL 2021 - Alla fine dei primi quattro mesi di quest’anno, la situazione del settore turistico resta drammatica, a causa del blocco del settore nel primo quadrimestre. Anche ipotizzando che l’estate presenti un’inversione, il rischio è che a fine anno si scenda al di sotto dei 190 milioni di presenze (-8,2 percento), con un ulteriore assottigliamento degli arrivi dall’estero (-14 milioni di presenza e -20,9 percento). Un incremento delle vaccinazioni darebbe un assist importante: 300 mila vaccinazioni quotidiane potrebbero permettere di risalire a 272 milioni di presenze turistiche, con un incremento del 33 percento rispetto al 2020, mentre ipotizzando il miglior scenario possibile (ovvero 500 mila vaccinazioni al giorno) si potrebbero conquistare i 300 milioni di presenze (di cui 148 milioni straniere). Anche con questi ritmi, tuttavia, i livelli pre-pandemici si potrebbero realmente concretizzare solo nel 2022. Per questo, come indica la parte finale del Rapporto, il settore ha bisogno di sostegni mirati e ad ampio spettro.

IL PESO DEL TURISMO E DELL'INTRATTENIMENTO – Il rapporto di Assoturismo e Confesercenti quantifica in 160 miliardi di euro il totale dei consumi turistici interni. L’insieme dei settori che sono toccati dalla domanda turistica, in maniera anche solo parziale, genera 210 miliardi di euro di valore aggiunto (pari ad oltre il 13 percento del totale del Pil). Le imprese che operano nel settore turistico in senso più diretto sono quantificabili utilizzando le principali fonti, in 537mila, con circa 1,6 milioni di occupati (3 addetti per impresa). Quelle che svolgono comunque anche un’attività in qualche modo ricollegabile al turismo, circa 1 milione.

Nel 2019, secondo la Rilevazione sulle forze di lavoro, gli occupati del settore turistico inteso in senso ampio – cioè considerando anche settori che solo in parte sono connessi al turismo quale quello della ristorazione – sono 1 milione 647 mila, in 370mila imprese e rappresentano il 7,1 percento del totale degli occupati. Nel corso del 2020 hanno però perso il lavoro oltre 250mila occupati nel settore, il 15 percento.

Secondo l’Istat, la crisi generata dall’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 ha prodotto effetti fortemente negativi sui settori a vocazione turistica, come è emerso dai dati raccolti dalle rilevazioni Istat sull’impatto dell’emergenza Covid sulle imprese italiane. Ad esclusione del commercio al dettaglio e dei trasporti marittimi e terrestri, i provvedimenti di chiusura amministrativa hanno impattato sui settori tourism-oriented in maniera più dura rispetto alla media complessiva (pari al 45 percento): circa tre imprese su quattro nell’alloggio, nella ristorazione, nei servizi culturali, artistici e di intrattenimento; quote superiori all’80 percento per le attività ricreative e le agenzie di viaggio.

La quota delle imprese che ha lamentato seri rischi operativi che ne mettono in pericolo la sopravvivenza è pari al 38 percento a livello complessivo ma risulta assai più alta in alcuni dei principali settori tourism-oriented: il 70,8 percento nelle agenzie di viaggio e tour operator, il 57,8 percento delle imprese dell’alloggio e il 66,5 percento di quelle della ristorazione, e più di sei imprese su dieci dei comparti della cultura, sport e intrattenimento.

Considerando l’universo di imprese e di occupati più ristretto, cioè 537mila imprese ed 1,6 milioni di occupati: si sta parlando di oltre 200mila imprese (includendo anche quelle sotto i 10 addetti che costituiscono la maggioranza, il 97 percento) con almeno 410mila occupati. Il 27 percento delle imprese turistiche non ha ancora sviluppato una strategia di fuoriuscita dalla crisi.

COSA OCCORRE ORA PER RIPARTIRE - Tra le proposte avanzate dalla sigle, c'è quella di un “decreto turismo” per contributi a fondo perduto adeguati alle perdite subite e rapportati anche ai costi sostenuti; la realizzazione di un Piano straordinario di intervento per le grandi città d’arte; l'accelerazione della realizzazione del Passoporto vaccinale (green pass), che possa contribuire alla creazione di corridoi turistici controllati ed unificato almeno a livello di Unione Europea e anche in coordinamento con altre aree a livello internazionale. E ancora: l'istituzione di un tavolo di monitoraggio per tutto il 2021; un Bonus Vacanza 2021; l'estensione della cassa integrazione fino a dicembre 2021 oltre alla decontribuzione per tutte le aziende che decidano di far rientrare i dipendenti dalla cassa integrazione; abolizione dell’Imu per il 2021 per tutti gli operatori del turismo; estensione della possibilità̀ di compensazione del canone d’affitto, o locazione aziendale per tutto il 2021; innalzare il credito d’imposta locazioni dal 40 all’80 percento; l'estensione della moratoria sull’esecutività̀ degli sfratti fino al 31 dicembre 2021; la moratoria finanziamenti mutui e leasing fino a tutto il 2021. Oltre all'estensione dell’ecobonus al 110 percento anche alle strutture ricettive; in alternativa estensione bonus facciate all’intero edificio e a tutte le strutture a prescindere della zona

 

di ubicazione; la previsione di un nuovo credito d’imposta per i lavori di adeguamento previsti dalla
normativa antincendio, all’interno delle strutture ricettive. Mentre per il comparto ricettivo all’aria aperta, è quanto mai necessario escludere l’accatastamento delle case mobili e modificare il codice del paesaggio consentendo l’installazione di case mobili senza necessità di autorizzazione paesaggistica.

 

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