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Università di Padova: 'La mafia in Veneto punta anche sul gioco'

04 maggio 2021 - 13:36

Secondo il prof. Parbonetti (Università di Padova) la mafia in Veneto punta soprattutto sull'edilizia, ma seguendo i flussi di denaro non disdegna 'investimenti' anche nel settore del gioco.

Scritto da Daniele Duso
Università di Padova: 'La mafia in Veneto punta anche sul gioco'

"Le aziende connesse alla criminalità organizzata in Veneto hanno ottenuto ricavi complessivamente per quasi due miliardi". Così il professor Antonio Parbonetti, del Dsea, Dipartimento di Scienze economiche ed aziendali dell'Università degli Studi di Padova, che di fronte alla quarta commissione consiliare permanente del Consiglio regionale veneto, ha illustrato la presenza della criminalità organizzata e mafiosa in Veneto, sotto l’aspetto economico, giuridico e sociale, con un focus sul ruolo ricoperto dalle aziende criminali, ma anche sulla confisca e il sequestro dei beni appartenenti alla criminalità organizzata per un rapido riutilizzo degli stessi.

"Tra Consiglio e Giunta regionali e il Dipartimento di Scienze economiche e aziendali ‘Marco Fanno’ dell’ateneo patavino - spiega in una nota la regione Veneto - è vigente un Protocollo d’Intesa per contrastare l’infiltrazione mafiosa nel tessuto socio-economico regionale", da qui la relazione che il professor Parbonetti ha tenuto spiegando che in Veneto "la Ndrangheta è largamente l’organizzazione mafiosa più presente. Con riferimento invece alle aziende connesse alla criminalità organizzata, esse hanno ottenuto ricavi complessivamente per quasi due miliardi e sono presenti soprattutto nelle province di Verona, Vicenza, Venezia, Treviso e Padova".

È vero che le aziende criminali sono fortemente presenti nel settore dell’edilizia e dell’immobiliare, pur tuttavia, ha spiegato Parbonetti, "non vanno trascurati altri ambiti in cui si sono infiltrate, come il manifatturiero, la logistica e il commercio. Le aziende in odore di mafia hanno una dimensione significativa, il doppio di quelle non criminali; sono fortemente organizzate, con una chiara separazione tra attività illecite (in primis droga, estorsione, usura, attività economiche e appalti, contrabbando e gioco d’azzardo) e lecite".

Il professore patavino ha illustrato quindi anche alcune proposte di intervento normativo indicando che sarebbe opportuno "investire di più sulla formazione degli operatori chiamati a valutare il rischio di infiltrazione mafiosa, per una pronta segnalazione delle operazioni sospette da parte delle pubbliche amministrazioni" e, tra il resto, ha spiegato che "sarebbe molto importante far decadere la responsabilità limitata dei soci di srl che non pubblicano i bilanci, che sono esclusivamente funzionali all’arricchimento delle imprese mafiose e destinate quindi a fallire”.

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