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Gioco: proroga delle concessioni in un'interrogazione al Senato

09 giugno 2021 - 08:42

Concessioni in scadenza. I senatori Pittella, Puglia, Perosino e de Bertoldi chiedono al ministro Franco se si terrà conto di un contesto economico-finanziario completamente diverso.

Scritto da Daniele Duso
Gioco: proroga delle concessioni in un'interrogazione al Senato

Un'interrogazione presentata al Senato da Gianni Pittella (Pd), Sergio Puglia (M5s), Marco Perosino (FI) e Andrea de Bertoldi (FdI) porta all'attenzione del ministro dell'Economia e delle Finanze, Daniele Franco, la questione relativa al rinnovo delle concessioni degli operatori del gioco, anche in relazione al gettito che questo comparto garantisce allo Stato.  

Nel documento presentato i senatori chiedono in particolare "quale iniziativa di competenza il ministro intenda intraprendere, anche in vista della predisposizione delle stime assestate per il 2021, per tenere conto di tale condizione di criticità relativamente alle procedure richiamate", e "se siano eventualmente considerate, secondo quanto proposto dall'Agenzia delle dogane e dei monopoli contraente degli affidamenti, proroghe tecniche degli stessi affidamenti, anche in ragione delle esigenze di riordino del settore richiamate dal decreto-legge n. 87 del 2018, nonché di più generale interesse pubblico di continuità del presidio dell'offerta nel peculiare mercato dei giochi con vincite in denaro".

L'istituzione della procedura per per la riassegnazione delle concessioni, infatti, secondo l'articolo 1, comma 1048, della legge n. 205 del 2017, è prevista entro il 30 giugno 2021, e comprende le concessioni di raccolta delle scommesse su eventi sportivi, anche ippici, e non sportivi, ivi compresi gli eventi simulati, ai quali, ricordano i senatori, "sono collegati effetti finanziari di gettito per 410 milioni di euro".

Stessa procedura e stessa data del 30 giugno, secondo l'articolo 1, comma 727, lettere a)-d), della legge n. 160 del 2019, sono previste anche per la riassegnazione di concessioni degli apparecchi comma 6, ai quali sono collegati effetti finanziari di gettito per 866,25 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022;

L'interrogazione ricorda, come accennato, la necessità di un riordino del settore, anche e soprattutto a livello degli enti locali, dove sono state introdotte "regole e limitazioni localizzative dei punti di vendita del gioco", in un contesto ormai profondamente modificato dalla pandemia. "L'emergenza epidemiologica da Covid-19 ha imposto - ricordano i senatori -, fin dal marzo 2020 e a tutt'oggi, provvedimenti governativi tali da comportare la totale inattività economica delle reti di punti vendita di scommesse, apparecchi da gioco e bingo, per un totale di 11 mesi negli ultimi 15 tra il 2020 ed il 2021, comportando un impatto negativo in termini di entrate in misura pari ad oltre il 90 per cento nel periodo, con conseguenze pressoché dirette in termini di perdita dei livelli occupazionali, nonché perdite di esercizio e significativa carenza di liquidità e capacità finanziaria da parte di tutti gli operatori interessati".

Un contesto che già l'Agenzia delle dogane e dei monopoli, in sede di audizione presso la VI Commissione permanente (Finanze) della Camera il 10 dicembre 2020, aveva sottolineato proponendo "specifiche misure di adeguamento e coordinamento normativo per la proroga delle scadenze delle concessioni del gioco pubblico" affermando che "le previsioni di legge in materia di indizione delle gare pubbliche per l'assegnazione delle concessioni in materia di scommesse, bingo, apparecchi da intrattenimento, gioco a distanza contenute nell'articolo 1, comma 727, della legge 27 dicembre 2019, n. 160 sono state, naturalmente, effettuate in un contesto economico-finanziario completamente diverso non più attuale e difficilmente sostenibile" tanto che "le previsioni di gettito ivi contenute sono da considerarsi, allo stato, irrealistiche e da rivedere sostanzialmente al ribasso".

La stessa Adm, nella stessa occasione, aveva aggiunto che "al contempo, non sono state tuttora, in alcun modo risolte le criticità collegate alle leggi regionali in materia di distanze dei punti di gioco dai luoghi sensibili e alle regolamentazioni comunali sugli orari dei punti di gioco che rendono sostanzialmente vana qualsiasi ipotesi di elaborazione di un bando di gara in materia di apparecchi da intrattenimento" aggiungendo che "tali motivazioni rendono improcrastinabile e necessario un intervento normativo di proroga del termine di scadenza di tutte le concessioni del gioco pubblico, nonché della indizione dei relativi bandi di gara".

Da qui partono i senatori per portare all'attenzione del ministro il fatto che "la mancata adozione di regole trasparenti e uniformi sull'intero territorio nazionale costituisce una condizione ostativa oggettiva all'indizione delle gare per l'affidamento delle nuove concessioni", al pari della "situazione epidemiologica, ancora in atto".

I concessionari, ricorda la stessa interrogazione, "svolgono un pubblico servizio riservato al monopolio statale, che consiste nel controllo dell'attività di gioco sia per il rispetto dei limiti entro i quali può ritenersi lecito, svolgendo una funzione pubblica, più volte dichiarata nella normativa di settore e da ultimo statuito anche dalle sezioni unite della Cassazione, sia nel contrasto alla diffusione del fenomeno della ludopatia e delle attività criminali nel settore, sia per la gestione degli incassi delle giocate, destinati all'erario". Specificando che l'esigenza di riordino prima di procedere con il rinnovo delle concessioni è determinata "dall'urgenza di continuità del pubblico servizio". L'interrogazione richiede una risposta scritta da parte del ministro. 

Sempre nella giornata di ieri, 8 giugno, è stata calendarizzata anche la discussione relativa al documento istitutivo di una Commissione monocamerale di inchiesta sul contrasto al gioco illegale, della quale avevamo già parlato nelle scorse settimane. L'argomento verrà affrontato in Senato, in lista con altri argomenti non attinenti al gioco, a partire da martedì 15 alle 16.30. In base al tempo necessario per valutare gli altri temi all'ordine del giorno l'argomento potrebbe slittare a mercoledì o giovedì, in ogni caso ci sarà tempo fino alle 18 di lunedì 14 per presentare eventuali emendamenti alla Commissione finanze.

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