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Sbc Digital Italia, il futuro sostenibile del settore visto dai leader

28 luglio 2021 - 12:50

Sbc Digital Italia, per la prima volta parlano i 4 Amministratori delegati di Lottomatica Group, Novomatic, Sisal e Snaitech. 

Scritto da Ca
Sbc Digital Italia, il futuro sostenibile del settore visto dai leader

Sicurezza, tecnologia, tutela del giocatore e un cambio di percezione del settore del gioco che è l'offerta necessaria ad una domanda reale: che esiste, e che deve essere sempre più in linea con il regolatore che vira verso il riordino dell'industria insieme agli operatori.  Con la moderazione di Giancarlo Loquenzi, giornalista di Rai Radio1, per la prima volta della storia del gioco legale d’Italia, si sono seduti allo stesso panel di discussione i quattro Ceo più importanti dell’industry, fissando questi concetti in una discussione di altissimo profilo manageriale che è un altro segnale di quanto il gioco legale sia cresciuto. I 4 ceo erano attorno al tavolo per parlare del futuro dell'industria del gioco italiana che passa attraverso la sostenibilità. E poi dall'impatto del settore sulla società, a quello sull'economia e sull'occupazione, alla tutela dell'ordine pubblico e della legalità. Un equilibrio realizzabile e da realizzare che i quattro top manager hanno analizzato attraverso lo sguardo visionario da leader. In rigoroso ordine alfabetico sono intervenuti Guglielmo Angelozzi, Amministratore delegato , Lottomatica Group, Markus Buechele Amministratore delegato Novomatic Italia, Francesco Durante,  Amministratore delegato Sisal e Fabio Schiavolin, Ceo, Snaitech Spa.

Il primo spunto di discussione è stato proprio lo sviluppo sostenibile del settore, cosa significa, come si raggiunge e quali sono le variabili più importanti da tenere in considerazione?

Guglielmo Angelozzi: La tematica è sicuramente complessa e fondamentale perché comporta la ricerca dell’equilibrio tra tanti punti di interesse contrapposti. Le variabili in gioco tra le quali cercare questo equilibrio sono tante. Tuttavia le due più importanti da cui partire sono la garanzia della sicurezza dell’offerta per i consumatori compresa la tutela degli stessi e il contrasto all’illegalità. Come ormai abbiamo compreso la domanda preesiste all’offerta di gioco legale e non ha senso ignorarla. Ci sono dei profili etici di cui tenere conto nella costruzione dell’offerta ma la domanda esiste e viene soddisfatta, purtroppo, anche in maniera illegale. In ogni caso dobbiamo partire da queste due variabili. La pandemia ce l’ha ricordato con 4 milioni di italiani che, secondo il recente studio Luiss Business School-Ipsos sono esposti al gioco illegale. Sono state sequestrate quasi 300 sale illecite, 20 miliardi passati dal gioco controllato alla criminalità. Noi, invece, siamo qui per creare un argine ad un’alternativa che purtroppo esiste e non tutela i giocatori, gli operatori coi suoi addetti e anche lo Stato.

Markus Buechele: Se noi guardiamo il futuro mettiamo al centro la tecnologia che ha un ruolo chiave nello scenario attuale e lo avrà sempre di più nello sviluppo del prodotto di gioco e di implementazione dello stesso nel mercato. E’ un punto di contatto fondamentale tra operatori e giocatori. Siamo in Italia dal 2008 in un mercato trasparente e moderno e quando l’industria è stata stabile siamo cresciuti tantissimo in questo Paese. Anche in Italia siamo stati i primi nel 2009 a sviluppare il prodotto Vlt e oggi dobbiamo continuare a cogliere l’evoluzione della domanda del mercato grazie all’avanzamento tecnologico. Ma perché lo sviluppo tecnologico contribuisce in maniera favorevole? Un feedback importante può arrivare grazie ai livelli di sicurezza che sono elevatissimi. A livello etico offriamo le nostre piattaforme solo al gioco legale per dare certezza dei flussi e delle operazioni e con sistemi altamente tecnologici sarà molto difficile manomettere o taroccare i sistemi di gioco. Un investimento continuo ci può porre serenamente nella società e nel settore ma i provvedimenti normativi passati, spesso avversi al settore e alle aziende, hanno perturbato l’operatività aziendale e anche le marginalità dei nostri conti. Per questo per il futuro auspico un dialogo continuo con il regolatore per evitare il ripetersi queste problematiche.

Francesco Durante: L’industria del gioco legale svolge un ruolo fondamentale. Le aziende leader del settore hanno l’opportunità e la responsabilità allo stesso tempo di impegnarsi nella tutela del consumatore integrando questo impegno nelle gestione del business. Questo significa investire in tecnologia, comunicazione e formazione anche per dare un contributo importante alla creazione di una cultura del gioco che sia veramente equilibrata e consapevole e per prevenire i comportamenti problematici e proteggere i soggetti più problematici.

Va cambiato però l’approccio per la tutela del consumatore che rappresenta la sfida per noi per i prossimi anni. E in effetti un altro aspetto importante è che la tutela del consumatore dovrebbe essere condivisibile tra le aziende e per noi i prossimi 10 anni deve essere questo l’obiettivo e cioè raggiungere 0 players problematici in Italia. Ma bisogna lavorare insieme per raggiungere questo goal.

Fabio Schiavolin: E’ la prima volta che siamo tutti insieme in un evento pubblico così importante e ringraziamo gli organizzatori che c’hanno permesso di stare in collegamento. Il grande problema che vedo da questo punto di vista è il gap tra come ci vediamo all’interno del settore e come ci vede l’opinione pubblica. Gli ultimi interventi normativi sono stati quasi solamente repressivi se la pandemia c’ha dimostrato che il gioco illegale invece è cresciuto proprio perché retrocedeva il gioco legale.  Il problema è anche la percezione dell’illegalità: in pochi percepiscono che giocare su alcune piattaforme sia pericoloso e anche dannoso per diverse ragioni. Anche gli studi sulle ludopatie ci presentano numeri totalmente differenti rispetto a quello che il populismo urlante dipinge come realtà Tuttavia, anche se la platea dei players problematici è ridotta, questa va spinta verso lo zero. Ma il gioco non è sinonimo di ludopatia. Dobbiamo assolutamente evitare che aumentino queste discrasie tra il percepito e la realtà dei fatti. Si dice che la consapevolezza si acquisisce attraverso la conoscenza e per questo dobbiamo comunicare di più. Vedo di buon occhio gli open hearing Adm e tante alte occasioni di confronto all’esterno come questa per cercare di cambiare questa percezione.

Il Governo Draghi, insieme ad Adm, continuano a parlare di riordino del settore, qual è l’analisi dell’aspetto normativo?

Guglielmo Angelozzi: Una riforma è assolutamente necessaria e la sua emergenza è condivisa da tutti i presenti e dagli interlocutori istituzionali. Siamo già in un sistema regolatorio molto buono e che è un benchmark per tanti altri paesi. Ma il sistema stesso sta invecchiando, vedi la distribuzione ad esempio, e non è stato aggiornato da molto tempo. Ovviamente non sarà né il primo né l’ultimo settore che necessita di semplificazione. Noi siamo delegati dallo Stato come concessionari e operiamo per conto delle istituzioni concedenti secondo le regole e siamo una parte attiva all’interno del settore. In generale crediamo sia difficile fare una riforma senza coinvolgere chi fa parte del settore. Abbiamo anche un grande spirito di servizio e ci farà piacere essere parte attiva in questo processo grazie anche alle competenze e all’esperienza che abbiamo acquisito in tutti questi anni. Come dicevamo, partiamo comunque da una regolamentazione molto avanzata con una grandissima rete di controllo telematica per gli apparecchi. In Italia la variabile dominante è il controllo, in altri la fiscalità e questo ci dà ancora maggiore sicurezza.

Markus Buechele: Alla luce di quanto emerso finora e con lo sguardo rivolto al futuro dobbiamo essere consapevoli di quanto siano fondamentalii i lavoratori nel nostro settore. Abbiamo tanti esperti nell’ambito IT e abbiamo necessità di skills molto importanti. E possiamo crescere proprio grazie alle nostre sfide tecnologiche. Per diventare più attrattivi è fondamentale che questo diventi primario nel dialogo col regolatore. Dopo la dura pandemia è fondamentale che vengano valorizzati e sostenuti i lavoratori crescendo sempre di più a livello tecnologico. Ringrazio Adm e il Mef che hanno reso possibile il lavoro tra le varie realtà e speriamo di poter partecipare all’asseoblea del gioco annunciata proprio in apertura di questo evento. E per concludere grazie per l’opportunità e speriamo di poter lavorare sui bellissimi concetti emersi anche dai nostri competitor in questo panel.

Francesco Durante: Il mercato italiano è un modello soprattutto dal punto di vista della sicurezza. All’estero abbiamo iniziato da un paio di anni in Spagna e in Turchia dal 2019. Stiamo cercando di valorizzare l’offerta italiana ma di capitalizzare anche quella estera per rifletterla su quella nazionale. Nel 2021 abbiamo vissuto anche l’esperienza di partecipazione alla gara per la National Lottery e questo c’ha dimostrato come la percezione sia totalmente differente, specie nel rapporto con le good causes. Questo aspetto rende un’immagine percepita a livello sociale e culturale molto alto. In Italia forse abbiamo prodotto molto di più per l’erario ma non siamo percepiti come la National Lottery. Dobbiamo agire per migliorare proprio la percezione. E queste occasioni sono un modo per migliorare questa problematica per questo ringrazio per l’opportunità di confrontarsi e cercheremo di continuare a dialogare sempre di più con tutti gli stakeholders per migliorare il settore.

Fabio Schiavolin: Non vorrei che il nostro settore venga conosciuto solo attraverso un investimento nelle good causes. Il decreto Dignità è stato un bavaglio e un vero boomerang per lo sport che ha perso competitività rispetto alle aziende estere: parliamo di 120 milioni di euro persi oltre alle perdite che hanno colpito anche i broadcaster tv che hanno smesso di investire anche negli sport minori. Se l’obiettivo è stato quello di combattere le ludopatie l’ISS ha smentito il provvedimento normativo dicendo che l’80% dei players problematici non sono attratti dalle pubblicità. Quindi la mancanza di comunicazione ci toglie anche consapevolezza. E’ difficile comunicare anche gli asset fenomenali che abbiamo come gli ippodromi e ci siamo resi conto quanto sia importante far scoprire ai milanesi, ai cittadini, una bellezza della loro città e per questo la comunicazione è fondamentale, Si vede anche dalla qualità di questo panel come l’azienda sia cresciuta in questi anni. C’eravamo già autoregolati sulla comunicazione, sul tone of voice del settore e avevamo approvato le fasce protette e vorremmo poterci rappresentare per quello che siamo.

 

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