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De Raho (Antimafia): 'Controlli fondamentali, anche per l'online'

20 ottobre 2021 - 12:49

Aprendo il convegno di Lottomatica il procuratore nazionale Antimafia, Cafiero de Raho, sottolinea l'importanza dei controlli, per quanto sempre più complessi anche per la 'leggerezza' di alcuni stati, anche europei.

Scritto da Daniele Duso
De Raho (Antimafia): 'Controlli fondamentali, anche per l'online'

"Servono pene consistenti, perché occorre essere consapevoli che laddove entra il mafioso con i suoi soldi, esce l'operatore sano". Così Federico Cafiero de Raho, procuratore nazionale antimafia, in apertura dell'evento “Gioco pubblico, legalità e tutela dei consumatori”, organizzato da Lottomatica al Palazzo Colonna Coffee House di Piazza SS. Apostoli 67.

"Una stima corrispondente alla realtà sulla misura del gioco illegale è difficile da sostenersi", ha dichiarato Cafiero de Raho, "quel che è certo è che il gioco e le scommesse illegali hanno una diffusione enorme: almeno 20 miliardi di euro, pari al 20 percento di quella che è la spesa solitamente immessa nel circuito delle scommesse, sono valutati per eccesso, non certo per difetto".

Un discorso anticipato, durante i saluti iniziati, dal padrone di casa, Guglielmo Angelozzi, ceo di Lottomatica, che sottolinea subito come sia preoccupante che “durante la pandemia il 4 percento della popolazione adulta ha giocato irregolarmente”, invitando a partire da questi dati per “riprendere una riflessione attorno a dei punti fermi che devono essere le tutele della clientela, la salute, la legalità, l’occupazione, il gettito, ma facendo una riflessione aperta”, in “un confronto che non deve fare paura, né al settore né agli altri stakeholder”.

"Le indagini", ha ricordato quindi Cafiero de Raho nel suo intervento, basando il suo intervento su esempi concreti, "soprattutto per il circuito online, evidenziano una presenza talmente forte da farci comprendere che gli introiti sono ben più alti dei 20 miliardi stimati".

E cita appunto, a titolo esemplificativo, due indagini. "L'indagine 'Gambling', che risale a 5 anni fa, a Reggio Calabria, ha portato a 50 misure di custodia cautelare", ricorda il procuratore Antimafia. "Vennero sequestrati beni per 2 miliardi di euro, 11 società estere, 45 società italiane, 1500 punti di raccolta scommesse, 88 siti nazionali e internazionali. Pensare che esiste una rete talmente diffusa gestita dalla 'Ndrangheta preoccupa. Un indice che evidenzia una diffusione così ampia dimostra una infiltrazione straordinaria.

"Sono tante le sedi nelle quali vengono fissate le varie società, questo perché esistono paradisi fiscali, ma anche paradisi normativi ai quali non sono estranei gli stessi paesi dell’Europa, come, per l’indagine citata, l’Austria, che ha un livello di contrasto piuttosto basso, per l’incapacità di rilevare organizzazioni mafiose quando si infilntrano in soggetti economici, dopo l’Austria c’è Malta".

Altra grande indagine ricordata da Cafiero de Raho è 'Galassia', di circa due anni e mezzo fa. "Un'indagine che ha visto Cosa Nostra legata alla 'Ndrangheta e alla mafia pugliese. Sequestri per oltre un miliardo di euro, società costituite in Italia e all’estero, costituite in Austria, Svizzera, Albania, Serbia, Spagna. Diversi paesi menzionati sono europei, e ciò evidenzia un’apertura verso l’investimento, da parte di questi paesi, ove si sostiene che il danaro sia di per sé ricchezza, senza considerare che se di provenienza mafiosa determina un sovvertimento delle regole che vede soccombere i soggetti sani, basati su regole, lealtà e trasparenza.

"Laddove entrano le mafie entra la corruzione, e quindi affari contro la regola. Quando l’etica è sovvertita è lo stesso paese a decadere lentamente. Come abbiamo visto nel corso della pandemia laddove l’impresa legale viene chiusa l’impresa illegale trova spazio. La cliente non trova l’interlocutore dello Stato, e quano questo avviene si aprono le reti della mafia. Questo lo troviamo anche nel gioco online, dove i siti sono migliaia e migliaia.

"Abbiamo una legge precisa per la gestione organizzata delle scommesse. La pena va da tre a sei anni di reclusione, una pena significativa per chi ritiene di violare il sistema. Tuttavia manca il controllo, rilevare i siti illegali determina un’attività enorme. Adm lo sta facendo, così come anche la Guardia di Finanza, ma il lavoro è complicato anche perché la gran parte dei siti ha sede all’estero. In questo richiede un impegno straordinario, così come quello per controllare i punti fisici di raccolta delle scommesse. Laddove ci sono sale da gioco molto spesso c’è il crimine, non sempre all’interno, ma appena fuori della porta. Pensiamo alla ludopatia: quando un giocatore non ha più denaro, sicuramente c’è qualcuno nelle vicinanze pronto a sfruttare depressione psicologica e economica. 

"Ma il controllo va fatto anche dentro alle sale", sostiene Cafiero de Raho, "dove avviene che esistano, spesso, doppi canali, quello autorizzato e quello parallelo, del quale lo stesso concessionario si avvale. Il controllo è fondamentale. Si può scegliere liberamente dove operare, ma laddove vi sia una libertà di questo tipo soggetti spregiudicati possono costituire basi all’estero e poi lavorare all’interno, operando con danno per lo Stato ma anche nei confronti del circuito e di quei soggetti che rispettano le regole. Prevedere una pena molto consistente consentirebbe di dare garanzie al soggetto sano, consapevoli che dove entra il mafioso con i soldi esce l’operatore sano".

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