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Riordino gioco, As.tro: 'Disciplina globale per tutelare la filiera'

01 dicembre 2021 - 11:41

Dalle gare al regime fiscale, dalle Awp all'online, passando per i comma 7, dal distanziometro al divieto di pubblicità; ecco le proposte di As.tro per il riordino del gioco.

Scritto da Redazione
Riordino gioco, As.tro: 'Disciplina globale per tutelare la filiera'

“Invitiamo la classe politica nazionale un’assunzione di responsabilità da esprimere mediante una scelta di campo riguardante il destino del gioco pubblico legale. Si tratta, in altri termini, di decidere, una volta per tutte, se mantenere in vita (consolidandolo) il sistema architettato con il percorso di legalizzazione avviato nei primi anni 2000 oppure rinnegarlo, accettando il rischio concreto di relegare nuovamente il gioco d’azzardo nei meandri della clandestinità. Nel caso si ritenessero tuttora validi gli obiettivi e le ragioni che giustificano l’esistenza di un mercato legale e regolamentato del gioco con vincita in denaro, diventerebbe quindi urgente l’elaborazione di una disciplina globale di riordino che contribuisca a superare, con spirito pragmatico, le diverse criticità che attanagliano il sistema”.

 

Lo chiede l'associazione As.tro, che ieri, 30 novembre, nell'ambito della riunione del proprio consiglio direttivo ha ratificato la propria proposta per il riordino del gioco pubblico. 
 
A partire dalla necessità di apportare “alcuni correttivi e di diverse modalità di approccio” al modello concessorio, che attengono particolarmente alle regole contenute nelle convenzioni di concessione e ai bandi di gara. Compiendo in parallelo “una completa ed attenta ricognizione delle filiere di gioco, dalla definizione di ruoli e responsabilità di ciascuna tipologia di operatori e dal riconoscimento di tali figure anche attraverso, laddove occorrano, specifiche autorizzazioni. Esempio tipico di tali tematiche è costituito dalla figura dei gestori di apparecchi da divertimento, ignoti per anni al sistema, e dalla figura dei fornitori di connettività nel gioco a distanza e per la raccolta di scommesse su rete fisica. Figure queste, come altre, di cui deve essere tracciato il perimetro delle attività ed il regime dei rapporti con gli altri soggetti della filiera”.
 
I BANDI DI GARA – Nella sua proposta di riordino, l'associazione As.tro chiede di restituire al sistema delle gare “la funzione non secondaria di strumento di politica industriale, che, mirando ad uno sviluppo armonico del comparto, garantisca anche stabilità nei flussi di entrata per l’Erario. Sotto questo profilo occorre: ripensare gli 'oneri' di gara ancorandoli alla effettiva redditività delle attività d’impresa derivanti dall’aggiudicazione delle concessioni. Il necessario contemperamento degli interessi erariali con la tenuta dei bilanci delle aziende coinvolte è garanzia di sicurezza e di stabilità nel tempo; ferma restando la necessità di stabilire dei requisiti minimi finanziari e di esperienza professionale nello specifico settore, è necessario evitare eccessive limitazioni dei soggetti che partecipano, sia direttamente che indirettamente, alla raccolta di gioco (tale inconveniente è, ad esempio, palesemente riscontrabile nell’attuale cornice normativa introdotta per la gara relativa al gioco a distanza, per cui, essendo previsto un tetto massimo alle assegnazioni, è forte il rischio di un’inopportuna concentrazione del mercato in poche mani)”. Un sistema misto, “che evitasse eccessive concentrazioni e prevedesse l’ingresso nel mercato di una pluralità di soggetti di varie dimensioni, assicurerebbe quindi l’assenza di posizioni dominanti ed il corretto svilupparsi di dinamiche concorrenziali, in un contesto di sviluppo del mercato armonico e di più facile controllo”.
 
UN MODELLO CONCESSORIO BINARIO PER I COMMA 6 – L'associazione quindi propone “un modello concessorio binario per il settore degli apparecchi, che veda garantita, pur razionalizzandola, l’offerta di gioco negli esercizi generalisti, quantomeno nei bar e nelle tabaccherie”. Il modello preferibile dovrebbe prevedere “due diverse, ma non alternative, tipologie di concessione: una concessione per la gestione della rete telematica cui devono essere collegati gli apparecchi in esercizio; una concessione per la raccolta di gioco (aperta anche ai concessionari di rete) per gli operatori che direttamente organizzano e gestiscono tale funzione, dall’installazione degli apparecchi alla gestione dei rapporti con gli esercizi presso i quali sono ubicati. Ai concessionari per la raccolta di gioco andrebbe attribuita, come avviene per altri settori, la qualifica di soggetto passivo d’imposta. Il modello descritto, rendendo più chiaro e comprensibile l’assetto organizzativo del settore, supererebbe le contraddizioni che hanno caratterizzato gli ultimi anni”.
 
UN NUOVO MODELLO DI DISTRIBUZIONE - Il modello che si propone deve quindi “basarsi su specifici elementi di sicurezza nell’offerta e nelle modalità di gioco oltreché sulla creazione di un efficace sistema di controlli. Il quadro d’insieme che verrebbe così a delinearsi dovrebbe quindi essere contrassegnato dalla presenza dei seguenti elementi cardine: la realizzazione di una rete articolata di punti di offerta di gioco che comprenda sale ed esercizi generalisti certificati sulla base di stringenti requisiti soggettivi e oggettivi; l’introduzione di nuove tecnologie che garantiscano modalità di gioco e strumenti di controllo a tutela del sistema e della salute dei giocatori; formazione obbligatoria per gli operatori attraverso protocolli con i presidi sanitari e gli organi preposti alle attività di controllo; iscrizione in un apposito Registro di tutti gli operatori che concorrono, direttamente o indirettamente alla raccolta di gioco; pianificazione dell’offerta di gioco sulla base di criteri che impediscano sia l’eccessiva moltiplicazione di aree precluse al gioco che la concentrazione dell’offerta in poche zone ai margini delle città. La ghettizzazione dell’offerta favorisce infatti le possibili infiltrazioni della criminalità e pone il giocatore problematico al riparo da quel 'controllo sociale' che rappresenta invece uno dei fattori dissuasivi dei comportamenti compulsivi”.
 
IL REGIME FISCALE - Nella proposta quindi si evidenzia la validità mostrata negli anni dal modello costruito sulla riserva statale del gioco, che però potrà continuare a funzionare se, "nella determinazione dei carichi fiscali, si terrà conto della effettiva redditività delle imprese del settore, facilmente rilevabile sulla base della enorme quantità di dati che, grazie all’informatizzazione avanzata del settore, sarebbe oggi già disponibile". In questo quadro emerge la necessità di "fornire agli operatori un regime fiscale certo e stabile nel tempo, coerente con la realtà economica del settore e percepibile, in assoluta trasparenza, per il contributo in termini di risorse che assicura alle casse dello Stato. A tali fini sarà utile una riflessione sulla struttura del regime fiscale, in direzione di una omogeneizzazione dello stesso.mSi ritiene coerente con le finalità indicate l’estensione della cosiddetta 'tassazione sul margine' ai settori di gioco oggi diversamente tassati. Questo modello impositivo renderebbe infatti: di immediata evidenza la sostenibilità del peso fiscale da parte degli operatori del gioco; di immediata percezione il reale onere fiscale a carico degli operatori stessi".
 
AWP: DISTANZE, ORARI E GARE - Secondo As.tro, inoltre, deve “continuare ad essere garantita, pur razionalizzandola, l’offerta di gioco negli esercizi generalisti, quantomeno nei bar e nelle tabaccherie” e va superata la logica del cosiddetto “distanziometro”. Fra le proposte di regolamentazione del comparto quindi spiccano “la messa a regime delle Awp che consentono il gioco pubblico da remoto; la certificazione degli esercizi che offrono gioco mediante modalità identificative di immediata visibilità (come, ad esempio, il logo 'T' utilizzato per le tabaccherie che attesta la presenza di una certificazione pubblica) che dia certezza ai giocatori sulla legalità dell’esercizio e sul tipo di prodotto scelto per il proprio intrattenimento”.
Di pari passo, bisognerebbe lavorare sulla disciplina degli orari di esercizio dell’offerta. “Le limitazioni orarie devono essere compatibili con le esigenze imprenditoriali da cui dipende la tenuta delle aziende che svolgono l’offerta di gioco nonché con le normative riguardanti i rapporti di lavoro, con particolare riguardo alla disciplina giuslavoristica relativa all’orario di lavoro. Occorre anche differenziare la disciplina degli orari distinguendo gli esercizi che offrono gioco come attività prevalente da quelli che svolgono un’attività prevalente diversa dal gioco (rispetto ai quali le interruzioni orarie dell’offerta di gioco sono, per evidenti ragioni, meno impattanti)”, si legge nella proposta di riordino ratificata dall'associazione. “Al fine di garantire gli obiettivi indicati nella lettera precedente sarebbe utile prevedere che le ordinanze dei sindaci possano essere emanate soltanto previa consultazione della Agenzia delle dogane e dei monopoli nonché delle associazioni di categoria che rappresentano gli operatori del gioco nei rispettivi territori”.
 
LE SCOMMESSE - Quanto al bando di gara per le scommesse si ritiene fondamentale “operare per interventi correttivi dell’art. 1, comma 727, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, finalizzati a ridurre gli oneri economici per la partecipazione alla gara e ad ampliare il numero delle concessioni attribuibili”. Inoltre, si dovrebbero “prevedere modalità di distribuzione sul territorio dei punti di offerta del gioco analoghe a quelle indicate per la razionalizzazione dell’offerta di gioco tramite apparecchi che siano omogenee a livello nazionale, stabili nel tempo e salvaguardino gli assetti esistenti” e mantenere”l’attuale suddivisione dei canali distributivi tra le agenzie dedicate e gli esercizi generalisti (c.d. corner)”.
 
REVISIONE DEL DIVIETO ASSOLUTO DI PUBBLICITÀ - “Il divieto assoluto di pubblicità introdotto con il decreto dignità appare una restrizione sproporzionata, rispetto all’obiettivo che si prefigge ed eccessivamente penalizzante soprattutto per i piccoli concessionari (prevalentemente costituiti da imprese italiane). Senza inoltre sottovalutare le gravi conseguenze che tale divieto sta arrecando al mondo dello sport che trovava, in questo tipo di sponsorizzazione, una importante fonte di approvvigionamento”, sottolinea As.tro, ritenendo “ragionevole reintrodurre la possibilità di pubblicizzazione dei prodotti sottoponendola a delle limitazioni riguardanti il tenore dei messaggi e le fasce orarie di diffusione”.
 
IL GIOCO ONLINE – Sul tema del gioco a distanza, per l'associazione in sede di riordino è necessario concentrarsi sui seguenti punti: “La struttura del bando e il rischio di dissesto del settore legale italiano; la comprensione e il riconoscimento, finalizzato alla regolamentazione e controllo, della filiera produttiva e distributiva che, svolgendo una serie di attività funzionali alla raccolta di gioco, alimenta il settore legale e sarà sempre più importante in una logica di multicanalità; l'eliminazione della concorrenza sleale di operatori legali ma con sede in paradisi fiscali di vario genere, ciò include anche un chiarimento di sistema in merito alla fiscalità della filiera, soprattutto in tema di Iva; la sostituzione del divieto di pubblicità con una regolamentazione stringente ma coerente; lutilizzo della tecnologia per politiche proattive di intervento a difesa della salute dei giocatori”.
Su tali temi, vengono quindi proposti una serie di interventi: “Predisposizione di un bando di gara che preveda un congruo numero di partecipanti, superiore ai quaranta previsti dall’art. 1, comma 727, L. 160/2019 ed un onere di partecipazione commisurato a parametri sostenibili, al fine di evitare la formazione di un mercato oligopolistico che espellerebbe aziende medio piccole, per lo più nazionali, a favore di grandi gruppi spesso sostenuti da fondi internazionali la cui vocazione non è facilmente coincidente con la funzione pubblica legata all’istituto della concessione; rilevazione accurata dei soggetti che compongono la filiera e della loro tipologia di attività ed iscrizione degli stessi nel Registro unico degli operatori del gioco, con particolare riferimento al fenomeno delle skin e dei Pvr; - definizione di una regolamentazione esaustiva e chiara delle attività consentite ai diversi componenti della filiera, prevedendo per i Pvr la possibilità di effettuare operazioni di distribuzione contratti, ricariche e prelievi dai conti di gioco, con esclusione di ogni forma di intermediazione.
Una volta fissati in modo chiaro i confini entro cui questa attività può svolgersi, viene meno qualsiasi motivo per negare la presenza sul territorio di questo canale promozionale anche all’interno di esercizi aventi attività prevalente diversa dal gioco. La presenza capillare sul territorio di punti vendita collegati a concessionari debitamente autorizzati è in grado di meglio assicurare l’accesso dell’utenza verso canali legali. Data inoltre l’attuale vigenza del divieto assoluto di pubblicità, lo strumento del Pvr (accuratamente regolamentato nelle sue funzioni) rappresenta un fondamentale canale promozionale per quei concessionari che non dispongono di una propria rete terrestre, perlopiù rappresentati da medie imprese italiane; istituzionalizzazione di stringenti modalità di controllo quali, ad esempio, l’introduzione di una codifica dei Pvr (propedeutica all’inserimento nel Registro degli operatori di gioco) che, oltre a garantirne l’identificazione, ne assicuri il collegamento con i conti di gioco di cui ha favorito l’apertura. Tale operazione, da inserire in Convenzione (nonché nel protocollo di comunicazione) come obbligo per i concessionari consentirebbe la previsione di report specifici mirati ad individuare comportamenti anomali ovvero a definire indicatori di 24 rischio da utilizzare per una pianificazione di controlli sul territorio mirata e dunque più efficiente”.
 
APPARECCHI SENZA VINCITA IN DENARO – Parte della proposta di As.tro riguarda anche l'amusement, vale a dire il comparto del gioco senza vincita in denaro.
“Con la modifica dell’art. 110, c.7 del Tulps, avvenuta con legge 228/2012, che ha introdotto i commi 7c bis e 7c ter, è stata sostanzialmente eliminata la storica categoria degli apparecchi da gioco meccanici ed elettromeccanici, che sono stati ricompresi nella famiglia dei 'comma 7'. La norma in questione, essendo intervenute le regole tecniche di produzione e certificazione da parte di Adm, dispiegherà i propri effetti entro il corrente anno”, ricorda l'associazione.
L’eccesso di semplificazione ha prodotto un risultato spesso privo di logica. Stiamo parlando di apparecchi da gioco senza vincita in denaro; l’assenza del necessario approfondimento ha fatto sì che tra gli apparecchi ritenuti pericolosi, e quindi soggetti alle onerose e complesse procedure autorizzative siano ricompresi anche i calcio balilla,i tavoli da biliardo, i tavoli da ping pong, i giochi di basket o hockey presenti nei parchi gioco e i cosiddetti kiddieriders, cioè quelle mini giostre dondolanti per bambini a forma di cavalluccio o simili. Ed i giochi citati costituiscono un esempio non esaustivo delle tipologie impropriamente sottoposte alla rigida disciplina dei comma 7. È, dunque, necessario rimettere mano alla norma, producendo una 'riforma della riforma' che sottolinei le differenze tra i giochi, i diversi canoni di pericolosità e faccia giustizia dell’incoerenza della operazione normativa in oggetto”.
 
La proposta di riordino è disponibile nella versione integrale a questo link. 
 

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