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CdC: 'Gioco, bilanciare tutela erariale e dei giocatori'

10 gennaio 2022 - 11:56

La Corte dei Conti sottolinea l'esigenza di una tutela tra gli obiettivi contabili e finanziari bilanciata con quella dei consumatori in materia di gioco.

Scritto da Anna Maria Rengo
CdC: 'Gioco, bilanciare tutela erariale e dei giocatori'

Vista la "rilevanza del contesto socio economico nel quale agiscono tutti i soggetti, pubblici e privati, coinvolti nel settore dei giochi", si richiama "l’esigenza di assicurare l’equilibrato bilanciamento tra obiettivi di natura contabile e finanziaria connessi alla certezza e alla disponibilità per l’Erario delle entrate derivanti dal gioco d’azzardo (segnatamente, anche mediante l’implementazione del sistema dei controlli e il rafforzamento dell’apparato sanzionatorio, nonché attraverso l’armonizzazione e semplificazione fiscale nel settore dei giochi) e gli obiettivi connessi alla tutela dei consumatori del gioco d’azzardo per prevenire la diffusione della patologia ad esso connessa (anche mediante il dimensionamento dell’offerta, la definizione di distanze minime tra le sale da gioco e di queste ultime rispetto ai luoghi sensibili, la regolamentazione di verifiche periodiche dei requisiti dei concessionari, l’avvio di iniziative ad hoc di informazione e formazione, tese a prevenire il disturbo da gioco d’azzardo, l’osservanza della disciplina relativa alle forme di avvertimento del rischio di dipendenza da gioco d’azzardo e al divieto assoluto di pubblicità)".

Questa una delle raccomandazioni della Corte dei Conti, nell'approvare con una deliberazione la relazione sul “Fondo per il gioco d’azzardo patologico”.
Secondo la magistratura contabile, inoltre, "in una prospettiva di riforme appare utile ipotizzare anche una diversa e alternativa modalità di copertura finanziaria del Fondo per il gioco d’azzardo patologico", anche "attraverso l’individuazione di possibili nuove forme di finanziamento (a titolo di esempio, attraverso la destinazione di una percentuale del fatturato conseguito dalle imprese del gioco e l’attribuzione di somme in applicazione delle sanzioni amministrative irrogate in relazione alle ipotesi di violazione della normativa in materia)".

La Corte dei Conti ritiene inoltre che "la peculiarità del contesto non deve comunque far perdere di vista, pur nella specificità finanziaria e gestionale esaminata, le interrelazioni con i profili più generali in tema di tutela della concorrenza per quanto attiene alle concessioni di giochi, così come di rispetto della legalità". In tale direzione si richiama l’Adm "a proseguire in direzione della scrupolosa osservanza della disciplina europea in tema di concessioni, rafforzando, al contempo la sua azione nelle diverse tipologie di controllo finalizzate alla tutela della legalità (seppur lo stesso 'confine' tra l’attività lecita e illecita non abbia di per sé un inequivoco impatto diretto sul fenomeno del Gap in esame)".

Sul piano amministrativo, inoltre, "si rappresenta l’esigenza di assicurare l’impegno di un più efficace rispetto delle tempistiche sulle riforme nella ripartizione dei fondi,
così come nella fase di verifica dei complessivi elementi pianificatori e realizzativi richiesti dalla disciplina di settore" mentre sotto quello più strettamente contabile e finanziario "gli aspetti gestionali andrebbero meglio raccordati nella nota integrativa al bilancio, a preventivo e a consuntivo, attraverso l’utilizzo anche degli indicatori nell’ambito del fondo apprestato, così come degli strumenti di misurazione della performance. Il rilievo di tali strumenti può svilupparsi anche con riferimento ad indicatori di contesto, che per quanto differenziati in considerazione delle specificità di singoli territori regionali, possano rispondere ad esigenze informative omogenee.

Si rappresenta al riguardo una specifica raccomandazione alle amministrazioni centrali coinvolte nella presente indagine, nell’intento di promuovere condivise modalità di verifica".

Secondo la Cdc "centrale risulta lo sviluppo della piattaforma unitaria per la conoscenza dei dati recuperando i ritardi registrati e, soprattutto, assicurando reale interoperabilità tra sistemi informativi dello Stato e delle Regioni (oltre che degli enti infraregionali). Tale aspetto – di primaria rilevanza in una realtà istituzionale plurilivello – rappresenta il punto di partenza ineludibile onde assicurare effettiva concretezza delle diverse disposizioni in tema di monitoraggio che si sono succedute (senza in realtà significativi risultati) e consentire una migliore e più puntuale conoscenza dei dati, essenziale sia ai fini della quantificazione delle risorse, sia in vista di una più efficace programmazione".

Cruciale, dunque, a detta della CdC, "si prospetta il raccordo tra diversi livelli di governo, tra amministrazioni centrali e territoriali, con riguardo alla diversa articolazione ed alle specifiche competenze dei multiformi enti dei servizi sanitari regionali, conformemente ai principi di leale collaborazione generalmente enunciati dalla giurisprudenza costituzionale".

 

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