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Bancarotta fraudolenta, cessioni di sale gioco sotto la lente della Gdf

20 gennaio 2022 - 14:27

La Guardia di finanza di Bari arresta tre soggetti per ipotesi di bancarotta fraudolenta e false comunicazioni: cedute a 120mila euro sale bingo e Vlt del valore di 9 milioni.

Scritto da Redazione
Bancarotta fraudolenta, cessioni di sale gioco sotto la lente della Gdf


C'è la cessione di un ramo d'azienda composto da quattro sale bingo e due sale video lottery, del valore effettivo di oltre 9 milioni di euro al prezzo sottostimato di 120mila euro, al centro dell'operazione con cui i finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Bari oggi, 20 gennaio, hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari (due arresti domiciliari e una misura interdittiva) - emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, su richiesta della Procura della Repubblica - nella quale sono stati riconosciuti gravi indizi di colpevolezza a carico degli amministratori pro tempore di due società operanti nel settore dei giochi e delle scommesse, con sedi a Bari e ad Acquaviva delle Fonti (Ba).


I due, stando a quanto si legge in un comunicato diramato dalla Procura della Repubblica di Bari, sono "indagati - in concorso tra loro - per le ipotesi di reato di false comunicazioni sociali, indebita restituzione dei conferimenti, nonché bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale, nonché impropria per operazioni dolose (in relazione al mancato pagamento delle imposte) e da falso societario".

L’esecuzione del provvedimento cautelare costituisce l’epilogo di un’articolata attività di indagine svolta dal gruppo Tutela mercato capitali del nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Bari - su delega della locale Procura della Repubblica - "attraverso l’incrocio dei dati risultanti dalle intercettazioni telefoniche e telematiche, dai tabulati telefonici, dalle escussioni di persone informate sui fatti, dalla documentazione sottoposta a sequestro a seguito delle perquisizioni locali eseguite, nonché dall’attività dinamica di osservazione, controllo e pedinamento", si legge ancora nel comunicato.
 
Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal Gip presso il Tribunale di Bari, "allo stato (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa), le attività contestate riguardano presunte condotte depauperative poste in essere dai predetti amministratori. In particolare la cessione delle quattro sale bingo e due sale video lottery - ubicate a Bari, Martina Franca (Ta), Taranto, Corropoli (Te), Casamassima (Ba) e San Benedetto del Tronto (Ap) - ad una società intestata alla madre dei rappresentanti legali della cedente.
Una delle due società intestate agli amministratori poi arrestati dalla Guardia di finanza, "privata di ogni fonte di reddito e gravata da una rilevante esposizione debitoria verso l’Erario, quantificata in oltre 18 milioni di euro, sarebbe stata pertanto dolosamente avviata al fallimento, dichiarato dal Tribunale di Bari nel luglio del 2019 su richiesta della Procura della Repubblica.
I successivi approfondimenti investigativi, per la cui esecuzione tale Ufficio si è avvalso anche di una consulenza tecnica, hanno consentito di appurare il protrarsi delle ipotizzate condotte illecite" anche da parte della seconda società intestata ai due amministratori, "la quale - benché di recente costituzione - aveva già accumulato una rilevante esposizione debitoria secondo una pianificata e ben collaudata opera di distrazione patrimoniale.
L’analisi della documentazione, rinvenuta e sottoposta a sequestro dalle Fiamme gialle baresi
presso le sedi delle società coinvolte e le abitazioni dei rappresentanti legali, ha consentito di raccogliere gravi indizi in ordine a ulteriori condotte depauperative dei patrimoni delle due società, poste in essere mediante l’annotazione nelle relative scritture contabili di debiti inesistenti in favore di imprese riferibili al medesimo nucleo familiare degli indagati.
Rilevanti sono le somme di denaro che sarebbero state poi sottratte direttamente dalle casse delle due società, ovvero prelevate mediante l’utilizzo di carte prepagate. Infine, allo scopo di ingannare i creditori e di conseguire un ingiusto profitto, sarebbero stati fraudolentemente esposti nei bilanci di esercizio di una delle due società crediti per contenziosi di fatto non ancora esigibili e di incerta esistenza, impedendo l’emersione di rilevanti perdite che, qualora note, avrebbero reso evidente lo stato di decozione della società".

Al termine delle indagini sono state accertate in danno delle due società al centro dell'operazione la "distrazione e la dissipazione di beni societari per un valore complessivo di 8.642.923,45 euro.
In relazione a tali condotte, la Procura della Repubblica ha provveduto alla nomina di un amministratore giudiziario di una delle società, ottenendo successivamente dal Tribunale di Bari la dichiarazione del suo fallimento.
Con riferimento alle esigenze cautelari poste a fondamento della misura cautelare emessa nei confronti di uno dei due amministratori il competente Gip ha evidenziato, tra l’altro, come: 'sintomatica della personalità sprezzante e priva di scrupoli dell’indagato… risulta essere la conversazione, laddove di fronte alle comprovate difficoltà nel pagare gli stipendi dei dipendenti, questi ha sottratto dalle casse societarie circa 7.000 euro, per giocare alle slot machine di una delle sale gioco'".
 

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