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Illecita percezione sostegni Covid: 51 denunce, 25 mila € spesi al gioco

31 gennaio 2022 - 08:05

La Guardia di Finanza di Treviso denuncia 51 imprenditori per illecita percezione dei sostegni Covid, uno di loro ha speso 25mila euro al gioco online.

Scritto da Redazione
Illecita percezione sostegni Covid: 51 denunce, 25 mila € spesi al gioco

C'è anche un imprenditore che ha utilizzato gli “aiuti”, pari a 25mila euro, per effettuare scommesse su piattaforme online, fra le 51 persone denunciate dalla Guardia di Finanza di Treviso per aver percepito illecitamente 1,5 milioni di euro di finanziamenti per l’emergenza Covid.

Le Fiamme gialle, nell’ambito del rafforzamento delle attività di contrasto all’indebita percezione di erogazioni pubbliche, hanno concluso un ampio monitoraggio sulle attività economiche che hanno beneficiato dei fondi stanziati dallo Stato, sia attraverso l’attività d’intelligence sul territorio, sia sfruttando le potenzialità tecnologiche offerte dall’applicativo “Dorsale informatica”, che consente di incrociare informazioni provenienti da diverse banche dati, e da un innovativo software di analisi predittiva, ideato dal Comando regionale del Veneto per monitorare le eventuali infiltrazioni criminali nelle imprese di nuova costituzione.

 

Nei casi scoperti dalla Guardia di finanza di Treviso, si legge in una nota ufficiale, “numerose imprese non avevano alcun diritto a ottenere i benefici ma, tramite false autocertificazioni od omissione di informazioni sulle reali condizioni economiche, sono riuscite a farsi erogare i finanziamenti; altre, pur avendone titolo, hanno utilizzato la liquidità ottenuta per finalità completamente estranee alle esigenze imprenditoriali.
Tra le numerose violazioni accertate, il caso più frequente è quello riscontrato in 28 società che, al momento della presentazione della domanda di finanziamento, hanno dichiarato di non avere perdite pregresse, non dipendenti dall’emergenza Covid-19, mentre, in realtà, si trovavano già in stato di difficoltà: hanno ottenuto indebitamente prestiti per 780.000 euro, che lo Stato, nella sua veste di garante, si troverà costretto a restituire nell’ipotesi – non remota – in cui le imprese non siano in grado di farlo. A conferma di questo rischio, basta citare la circostanza che una di queste società, non appena ottenuto il finanziamento garantito, è stata messa in liquidazione volontaria”.
 
Diversi, poi, i casi di utilizzo di dichiarazioni o documenti falsi, come quello di tre società “cartiere”, inserite in un meccanismo di emissione di fatture false, che hanno ottenuto prestiti garantiti per 129.000 euro e hanno richiesto una ulteriore erogazione di 400.000 euro, bloccata grazie alla tempestiva segnalazione al Mediocredito centrale, organismo che garantisce, per conto dello Stato, i finanziamenti.
 
E ancora, prosegue la nota della Finanza: “Uno dei denunciati ha presentato dati completamente falsi sulla sua attività, che di fatto non è stata mai esercitata; un altro ha presentato la domanda per ottenere gli aiuti indicando una partita Iva inesistente, riuscendo comunque a ottenere liquidità per 11.500 euro; ingegnosa, infine, la 'riesumazione' di una società inattiva da cinque anni, che ha ottenuto un ristoro di 4.000 euro perché penalizzata dalla crisi economica dovuta alla pandemia.
Alcuni imprenditori, poi, al fine di ottenere il contributo a fondo perduto, parametrato al calo del fatturato nei primi mesi del 2020, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, hanno ben pensato di annullare tutte le fatture emesse all’inizio del 2020, differendole ai mesi successivi.
Non mancano i casi di utilizzo delle somme ottenute per finalità personali, del tutto estranee a quelle per le quali gli aiuti statali sono stati concepiti, a iniziare dall’acquisto di autovetture e costosi telefoni cellulari, per passare all’investimento in azioni altamente speculative; diversi denunciati, poi, hanno bonificato somme a propri familiari, che le hanno a loro volta utilizzate per spese personali, tra cui abbigliamento e prodotti per la casa”.
 
Per 51 persone, dunque, è stata informata la Procura della Repubblica di Treviso, affinché possa valutare la rilevanza penale delle condotte scoperte dalle Fiamme Gialle. “Altri 15 imprenditori, responsabili di irregolarità di minore gravità o che hanno ricevuto somme inferiori ai 4.000 euro, sono stati segnalati per l’irrogazione di una sanzione amministrativa. Per i finanziamenti garantiti, infine, tutte le violazioni accertate sono state segnalate al Mediocredito centrale, per l’attivazione delle procedure di revoca della garanzia”.
 

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