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Dipendenza da internet e gaming, Iss: 'Ecco come identificarla'

18 marzo 2022 - 16:46

Il Rapporto sulle dipendenze da Internet pubblicato dall'Istituto superiore di sanità fa il punto anche sul gaming disorder, ecco come.

Scritto da Redazione
Dipendenza da internet e gaming, Iss: 'Ecco come identificarla'

 

“Gli italiani sono connessi per oltre 6 ore al giorno ad Internet, e passano quasi due ore sui social (il 98 percento da dispositivi mobili), mentre continuano ad essere rilevanti i periodi che gli italiani passano a fruire di contenuti audio (una persona su 4 ascolta regolarmente i podcast) e gaming (oltre 4 persone su 5 giocano, a prescindere dai device preferiti), anche grazie agli incrementi nelle velocità medie di connessione pari al 11 percento per il mobile e il 29 percento per il fisso”.

Queste le tendenze che emergono dal Rapporto sulle dipendenze da Internet appena pubblicato dall'Istituto superiore di sanità, con l'obiettivo di fornire una panoramica sulle principali problematiche legate all’uso di Internet come contributo per la creazione di definizioni condivise e studi confrontabili.

 

Dal Rapporto – disponibile a questo link - risalta che l'Internet addiction disorder è una condizione relativamente nuova e i criteri per diagnosticarlo sono stati sviluppati solo negli ultimi 17 anni. Poiché non c’è attualmente consenso sui criteri diagnostici per questa condizione in campo accademico e clinico, l’inclusione della diagnosi di disturbo da uso di Internet rimane controversa e richiede ulteriori ricerche.
 
Gli autori pertanto suggeriscono come criteri diagnostici per l’uso problematico di Internet i seguenti: “a) La presenza di una preoccupazione non adattativa per l’uso di Internet, come indicato da almeno uno dei seguenti: 1. preoccupazioni per l’uso di Internet vissute come irresistibili; 2. uso eccessivo di Internet per periodi di tempo più lunghi del previsto. b) L’uso di Internet o la preoccupazione per il suo utilizzo causa disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti. c) L’uso eccessivo di Internet non è legato esclusivamente a episodi di ipomania o mania e non è meglio giustificato da altri disturbi dell’Asse I del Dsm-IV”.
Il Rapporto quindi evidenzia che “le persone sviluppano la dipendenza da Internet per una serie di motivi diversi. Il più delle volte, l’impulso all’uso compulsivo di Internet è il risultato del desiderio di gestire sensazioni spiacevoli come depressione, ansia, stress o solitudine. Alcuni si sentono socialmente poco competenti nel mondo reale e si rivolgono all’interazione con i social media come mezzo per sentirsi vicini alle persone, mentre altri possono perdersi online nel tentativo di sentirsi temporaneamente meglio. In generale, alcune cause di dipendenza da Internet includono: a) Utilizzo di Internet come automedicazione per un disturbo di salute mentale (ansia, depressione, ecc.) oppure per gestire l’ansia o altri disturbi sociali. Infatti, alcune persone provano ansia quando si trovano faccia a faccia con gli altri o soffrono di altri disturbi sociali che rendono loro difficile interagire nella vita reale ma più facile interagire online. L’interazione online con l’altro diventa un modo per sentirsi meno soli; b) Dipendenza dall’informazione. Alcune persone hanno un’intensa fame di conoscenza e Internet fornisce accesso immediato a quantità pressocché illimitate di informazioni; c) Passaggio da una dipendenza 'terrestre' a una online. Molte persone che soffrono di una dipendenza per lo shopping nel mondo reale o il gioco d’azzardo sposteranno le loro dipendenze a una versione online come il gioco d’azzardo su Internet o lo shopping eccessivo online. A tutt’oggi non si conoscono ancora le cause che determinano l’insorgenza dello Iad. Questo disturbo è caratterizzato da più fattori che vi contribuiscono: neurobiologici, individuali, ambientali”.
 
Quanto ai segni e sintomi della dipendenza da Internet, ricordano gli studiosi dell'Istituto superiore di sanità, “la sintesi della letteratura fino a qui presentata ci consente di delineare possibili segni e sintomi della dipendenza da Internet che tra l’altro sono simili a quelli di altre dipendenze comportamentali. Coloro che soffrono di dipendenza da Internet tendono a dare la priorità all’uso di Internet rispetto a tutte le altre attività della vita quotidiana e possono evitare le interazioni sociali per poter rimanere più tempo online. Alcuni tratti che può essere utile individuare per ipotizzare la dipendenza da Internet sono: 1. preoccuparsi per Internet, come pensare alle attività che saranno svolte la prossima volta che l’individuo sarà online; 2. preoccuparsi del tempo trascorso online; 3. sentire il bisogno di trascorrere più tempo online per raggiungere la stessa quantità di soddisfazione; 4. tentare ripetutamente e senza successo di ridurre l’uso di Internet; 5. provare sensazioni di irritabilità, depressione e malumore quando l’uso di Internet è limitato; 6. utilizzare Internet per periodi di tempo più lunghi del previsto; 7. mettere a rischio un lavoro o una relazione per poter utilizzare Internet; 8. mentire sulla quantità di tempo che trascorri online; 9. affidarsi a Internet per regolare o migliorare il proprio umore. Altre manifestazioni emotive possono includere: senso di colpa, ansia, sbalzi di umore, paura, sensazione di solitudine, euforia quando si usa il computer. Inoltre, possono presentarsi: incapacità di completare altre attività importanti a causa del troppo tempo trascorso online, incapacità di dare priorità o mantenere gli orari, isolamento, perdita di piacere o noia verso le altre attività, perdita del senso del tempo quando si utilizza Internet. I sintomi fisici del disturbo da dipendenza da Internet possono includere: mal di schiena, sindrome del tunnel carpale, mal di testa, insonnia, cattiva alimentazione (non mangiare o mangiare eccessivamente per non allontanarsi dal computer) con conseguente perdita o aumento di peso, scarsa igiene personale (es. non fare il bagno per rimanere online), dolore al collo, occhi secchi e altri problemi di vista (Demenech et al., 2021; Foltran-Mescollotto et al., 2021)”.
 
CYBERBULLISMO E GAMING - Una relazione sulla quale gli esperti si stanno focalizzando è la relazione tra il cyberbullismo e i giochi online, che sono diventati una delle attività ricreative più popolari tra i giovani. “Diversi studi hanno identificato un’associazione tra l’aumento del tempo trascorso a giocare ai videogiochi e la vittimizzazione scolastica/cyberbullismo tra i giovani. Questi studi hanno ipotizzato che i videogiochi possano essere usati come una forma di regolazione delle emozioni e di fuga per alcuni giovani che sperimentano più frequentemente la vittimizzazione del bullismo.
Inoltre, altre ricerche hanno scoperto un’associazione tra l’uso frequente di videogiochi e un aumento della perpetrazione del cyberbullismo (o dell’essere sia vittima che perpetratore di bullismo), all’interno e all’esterno degli ambienti di gioco online. Nello specifico, alcuni studi hanno dimostrato la relazione positiva tra il comportamento di videogioco problematico e la vittimizzazione del bullismo. È possibile che la relazione tra vittimizzazione del bullismo e il comportamento problematico di videogioco sia mediata dalla presenza di difficoltà psicologiche, poiché è stato riscontrato che problemi di esternalizzazione e interiorizzazione mediano pienamente la relazione tra la vittimizzazione del bullismo e una serie di altri comportamenti di dipendenza, tra cui l’alcol, cannabis, uso di sigarette e gioco d’azzardo.
Nel 2020 l’American Psychological Association ha pubblicato un report nel quale parlava degli effetti negativi sui ragazzi dei videogiochi violenti e alcune metanalisi multiple suggeriscono una connessione abbastanza chiara tra videogiochi violenti e comportamenti aggressivi. Le posizioni critiche di alcuni ricercatori hanno messo in dubbio le metodologie utilizzate e le interpretazioni statistiche, sottolineando che gli effetti osservati sono stati relativamente piccoli. Alla luce dei fatti ci sono state alcune ricerche che hanno mostrato che coloro che giocano a videogiochi violenti hanno maggiori probabilità di essere coinvolti nel bullismo, mentre altre analisi non trovano tale effetto”.
 
LA COMPUTER ADDICTION – Il Rapporto dell'Iss quindi si focalizza anche sulla “Computer addiction”, ossia la pratica ossessiva di giochi che possono essere praticati online e offline. “I giochi offline vengono solitamente giocati da soli e hanno un punto di partenza e di arrivo definito. Al contrario, nei giochi online, i giocatori possono comunicare tra loro in tempo reale, nonché cooperare o competere. Alcuni obiettivi nei giochi online possono essere raggiunti da soli o insieme ad altri giocatori che lavorano in gruppo. Solo recentemente la comunità scientifica ha raggiunto un accordo sui criteri diagnostici per questa entità e si sono moltiplicati gli studi epidemiologici. Il disturbo da gioco su Internet viene descritto come l’uso persistente e ricorrente di Internet per partecipare a giochi, spesso con altri giocatori, che porta a compromissione o disagio clinicamente significativi per un periodo di 12 mesi. I criteri proposti riguardano la preoccupazione circa i giochi su Internet, sintomi di astinenza, tolleranza, tentativi infruttuosi di limitare le attività, perdita di interesse verso le altre attività, uso continuativo ed eccessivo dei giochi su Internet, aver ingannato gli altri circa la quantità di tempo passato a giocare in Internet, l’uso di questa attività per eludere o mitigare stati d’animo avvertiti come spiacevoli, aver messo a repentaglio le sfere significative della vita (lavoro, affetti, studio) a causa della partecipazione ai giochi su Internet. È, inoltre, specificato che sono inclusi solo i giochi svolti su Internet ma non legati al gioco d’azzardo, poiché il gioco d’azzardo online è incluso nella categoria 'Disturbo da gioco d’azzardo'. Viene anche escluso l’uso di Internet per l’esecuzione di attività ricreative o utili allo svolgimento di un’attività economica o di una professione, sono esclusi anche i siti a contenuto sessuale. Infine, viene specificato che il disturbo da gioco su Internet può essere lieve, moderato o grave in relazione al disturbo delle normali attività. Il gioco d'azzardo prevalentemente online è caratterizzato da un modello di comportamento di gioco persistente o ricorrente ('gioco digitale' o 'videogioco') che è principalmente condotto su Internet e si manifesta con: controllo alterato sul gioco (es. inizio, frequenza, intensità, durata, termine, contesto); maggiore priorità data al gioco nella misura in cui il gioco ha la precedenza su altri interessi della vita e attività quotidiane; continuazione o escalation del gioco nonostante il verificarsi di conseguenze negative. Il modello di comportamento è di gravità sufficiente da provocare una compromissione significativa del funzionamento personale, familiare, sociale, educativo, lavorativo o di altre aree importanti. Il comportamento di gioco può essere continuo, episodico o ricorrente. Il comportamento di gioco così come altre caratteristiche deve essere normalmente evidente per un periodo di almeno 12 mesi affinché venga assegnata una diagnosi, sebbene la durata richiesta possa essere ridotta se tutti i requisiti diagnostici sono soddisfatti e i sintomi sono gravi. Il Gd coinvolge più spesso specifici giochi su Internet, ma può coinvolgere anche giochi computerizzati non su Internet, sebbene questi ultimi siano stati meno studiati”.
Negli ultimi decenni, un certo numero di gruppi di ricerca, in particolare in Europa e in Asia, ha compiuto sforzi sostanziali per definire la prevalenza del Gaming disorder e individuare i fattori associati, che sono: “Fattori relativi al gioco (tempo dedicato, frequenza e tipologia di gioco); fattori demografici e familiari (relazioni interpersonali e sociali, rendimento scolastico, amici con Gd); personalità e comorbidità psichiatriche (es. iperattività e disturbi dell’attenzione, aggressività)”. 
Nel 2021 è emersa una prevalenza mondiale del disturbo da gioco del 3,05 percento. Questa percentuale è stata aggiustata all’1,96 percento, considerando solo gli studi che soddisfacevano criteri di campionamento più rigorosi (es. campionamento casuale stratificato). Tuttavia, queste stime erano associate a una variabilità significativa legata allo strumento di screening e alla metodologia di campionamento. Anche in questo caso è stata evidenziata una prevalenza maggiore tra i maschi”.

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