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Nomisma: 'Continua ad allargarsi la forbice fra gioco online e fisico'

09 aprile 2022 - 08:11

Nel 2021 gli italiani sono tornati a giocare e, secondo i dati Nomisma, si conferma la crescita dell'online mentre gli over 65 continuano a preferire il gioco fisico.

Scritto da Daniele Duso
Nomisma: 'Continua ad allargarsi la forbice fra gioco online e fisico'

Nel corso degli ultimi due anni la pandemia ha accelerato il processo di crescita del gioco online. Il comparto, che già cresceva senza sosta da tempo, con le chiusure del gioco fisico è letteralmente esploso, portando a galla anche alcune problematiche specifiche.
Per capire meglio questa evoluzione (e rivoluzione) che si sta compiendo abbiamo incontrato Silvia Zucconi, responsabile market intelligence & business information della società di consulenza Nomisma - che da anni realizza l'Osservatorio gioco d’azzardo - protagonista di un'intervista pubblicata sul numero di aprile della rivista Gioco News (consultabile integralmente online a questo link).

Dottoressa Zucconi, Nomisma ha già raccolto qualche dato in merito alla crescita di questa branca del settore gioco nell’ultimo periodo?
La pandemia inevitabilmente ha pesato, ha cambiato lo stile di vita delle persone e ha modificato le abitudini dei giocatori. In particolare, la pandemia ha frenato il settore, dato che nel 2020 la raccolta è stata di 88,3 miliardi di euro di cui 75,4 miliardi tornati ai giocatori nella forma di vincite (85,3 percento). Nel 2020 la diminuzione rispetto al 2019 è stata notevole: 20 percento per la raccolta (l'ammontare delle puntate effettuate dalla collettività dei giocatori); 17 percento per le vincite (totale delle somme vinte dai giocatori); 33 percento per la spesa netta (differenza tra raccolta e vincite).
Il quadro pandemico ha prodotto ripercussioni differenti in relazione ai canali di gioco: riduzione della raccolta legata alle giocate su rete fisica riconducibile alle varie fasi di lockdown che hanno interessato i punti di gioco (meno 47,2 percento) e una crescita del gioco online (più 35 percento rispetto al 2019)”.
 
Con le riaperture, a metà del 2021, e il lento ritorno alla normalità, avete notato una variazione di questo trend?
“Nel 2021 gli italiani sono tornati a puntare, con una raccolta pari a 107 miliardi – dimensione sostanzialmente in linea con i dati del 2019. Già nel 2020 l’online aveva superato il gioco 'fisico' ma ora la forbice si allarga. Tuttavia, a seguito della pandemia, che ha accelerato la propensione al digitale, si sono modificate (anche forzatamente per via delle restrizioni dello scenario Covid-19) le modalità con cui gli italiani si interfacciano con il gioco.
Negli ultimi cinque anni si è registrato un netto aumento dell’ammontare complessivo delle puntate effettuate dalla collettività dei giocatori italiani (raccolta) nel gioco online (+120 percento), la cui incidenza sulle giocate complessive registrate in Italia è passata dal 33 percento del 2019 al 56 percento nel 2020”.
 
Dai dati raccolti si può individuare un identikit del giocatore online?
“La fotografia dell’Osservatorio Nomisma basata sui dati dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli rivela che nel corso del 2020 i conti attivi per il gioco online erano complessivamente 14,2 milioni, di cui 10,9 milioni (77 percento) attivati da giocatori maschi e a 2,7 milioni da giocatrici (23 percento). Sono 4,3 milioni i nuovi conti aperti nel 2020. Dall’analisi emerge che nel corso del 2020, il numero dei conti di gioco aperti da uomini e da donne è aumentato, rispettivamente del 30 percento e del 35 percento rispetto al 2019. Un nuovo conto su tre è stato sottoscritto dai giovani giocatori uomini di età compresa tra 18 e 24 anni, probabilmente come conseguenza del lockdown.
Analizzando la ripartizione del numero di nuovi conti di gioco aperti nel 2020 per regione, i valori maggiori si riscontrano in corrispondenza della Campania (18 percento sul totale), della Lombardia (12 percento sul totale), della Sicilia (11,8 percento sul totale) e del Lazio (10 percento sul totale). La voce 'estero', che comprende gli utenti italiani con residenza in Paesi stranieri che hanno aperto un conto di gioco nel 2020, rappresenta lo 0,22 percento del totale”.
 
Nei mesi scorsi avete presentato un’indagine focalizzata su due target di età: i giovani fra i 14 e i 19 anni e gli over 65 anni (la cosiddetta “silver age”); per quanto riguarda il gioco a distanza c’è una differenza di approccio tra giovani e anziani? E c’è un approccio differente anche tra uomini e donne?
“Sì, l’Osservatorio gioco d’azzardo di Nomisma, da anni attento alle abitudini e all’approccio al gioco d’azzardo dei più giovani – ha dedicato un approfondimento alla Generazione Zeta (ragazzi di età compresa fra i 14 e i 19 anni), con l’obiettivo di monitorare le trasformazioni in atto, alla luce dello scenario Covid.
Nel 2021 la propensione al gioco d’azzardo dei giovani tra i 14 e i 19 anni è stata pari al 42 percento, contro il 48 percento del 2018 e il 54 percento del 2014. Nel 2021, tra i fattori che hanno sulla propensione al gioco d’azzardo vi è innanzitutto il genere: l’incidenza del gioco d’azzardo è sensibilmente maggiore tra i giovani ragazzi 49 percento rispetto al 38 percento delle giovani ragazze). Altri fattori determinanti sono: area geografica (la propensione al gioco è maggiore al sud-isole 47 percento e al centro 44 percento rispetto al nord 38 percento); età (è giocatore il 42 percento dei maggiorenni, contro il 38 percento dei minorenni); tipo di scuola frequentata (la propensione al gioco è maggiore negli istituti tecnici e professionali - 49 percento e 42 percento, contro il 34 percento dei licei).
Nel segmento degli under 19 la curiosità (per il 39 percento dei ragazzi) e il divertimento (per il 36 percento) sono le leve principali che spingono a giocare, mentre il bisogno di denaro e la convinzione di vincere facilmente sono motivazioni d’ingresso rispettivamente per il 18 percento e il 12 percento della Generazione Zeta. Altri ragazzi, invece, hanno giocato d’azzardo perché il gioco è una pratica presente nella sfera familiare (17 percento) o amicale (12 percento). Ulteriori motivazioni sono lo stimolo crescente derivante da pubblicità o bonus (20 percento), e il desiderio di diventare esperti (13 percento).
Complici la pandemia e le limitazioni agli spostamenti imposte dallo scenario Covid e una maggiore propensione al digitale, l’online è oggi il canale di gioco prevalente per un player su tre (31 percento), con il picco delle scommesse sportive online, praticate dal 42 percento dei soggetti (al secondo posto il poker online con il 24 percento e il casinò online con il 21 percento)”.
 
Mentre i più grandi, gli over 65, che giocatori sono?
Gli over 65 prediligono giocare in luoghi fisici – come le tabaccherie, le sale bingo, i bar, le agenzie di scommesse – mentre solo il 3 percento degli anziani gioca online (computer, telefono, tablet). Quella del gioco d’azzardo è una pratica che interessa più gli uomini (31 percento) delle donne (21 percento), e la popolazione residente al sud/nelle isole (28 percento) o nel nord/ovest (25 percento). Il gioco offline più praticato è il Gratta & Vinci (17 percento), seguito dai giochi numerici a totalizzatore (14 percento) e dal Lotto (13 percento).
Online, invece, anche gli over 65 preferiscono le scommesse sportive (3 percento), seguite da altri giochi online(ad esempio video-slot) e casinò online per il 2 percento. Il 13 percento dei giocatori over 65 spende più di 10 euro a settimana per giochi d’azzardo/di fortuna, ma il 42 percento non supera i 3 euro. La 'silver age' gioca soprattutto per divertirsi/distrarsi dai problemi (35 percento) o per curiosità/passatempo (29 percento). Altri over 65, invece, hanno giocato d’azzardo perché il gioco è una pratica presente nella sfera familiare (2 percento) o amicale (4 percento). Ulteriori motivazioni sono lo stimolo crescente derivante dal bisogno di soldi (26 percento)”.
 
Quali possono essere gli accorgimenti più efficaci per contrastare il fenomeno della dipendenza anche nel gioco online?
“Diciamo innanzitutto che dallo studio condotto da Nomisma emerge che il 9 percento dei ragazzi ha sviluppato pratiche di gioco problematiche. In questo segmento di giovani giocatori è possibile rilevare sintomi capaci di produrre effetti negativi derivanti dal gioco sia sulla sfera psico-emotiva (ansia, agitazione, perdita del controllo) sia su quella delle relazioni (familiari, amicali e scolastiche).
Il giocatore problematico ha un profilo che più prevalentemente è riconducibile a questo identikit: maschio (16 percento), maggiorenne, frequenta istituti tecnici o professionali (22 percento), con rendimento scolastico insufficiente, residente al sud e nelle isole (15 percento). Nonostante il 45 percento dei giocatori abbia la percezione di avere, nel complesso, un saldo negativo (tra uscite e vincite), solamente il 28 percento di essi ha provato a giocare con l’obiettivo di recuperare i soldi persi (di cui il 16 percento con frequenza sporadica), attitudine che rappresenta uno dei principali drivers verso il gioco patologico.
L’Osservatorio di Nomisma mette inoltre in evidenza aspetti 'sentinella' di possibili situazioni problematiche legate alle pratiche di gioco anche per gli over 65. Tra i player della silver age, è il 12 percento ad aver sviluppato un approccio problematico al gioco. Mentre il 5 percento del target è considerato 'a rischio'. Il 13 percento dei player dichiara di aver giocato con il proposito di recuperare soldi persi e il 10 percento di sentirsi in colpa. Il 5 percento dei giocatori over 65 dichiara di aver pensato di avere un problema con il gioco d’azzardo e che alcune persone hanno criticato il loro modo di giocare. L’1 percento ha chiesto prestiti o venduto qualcosa per aver i soldi da giocare.
Lavorare sulla prevenzione è obiettivo fondamentale ma evidentemente c’è ancora molto da fare a livello di informazione e comunicazione: la percentuale di giocatori minorenni che hanno accesso al gioco è molto elevata (38 percento) e non è trascurabile la quota di giocatori per cui è reale il rischio che il gioco si ripercuota sulla salute psicofisica e sociale in termini di ansia, agitazione, perdita del controllo, problemi sul fronte delle relazioni familiari, amicali e scolastiche.
La presenza di giocatori ‘a rischio’ o ‘problematici’ resta dunque consistente, questo rende necessaria una strategia di informazione volta a sensibilizzare costantemente i giovani sul corretto approccio al gioco e, in particolare, i minorenni sull’esistenza dei divieti.
Sono comportamenti da monitorare con grande attenzione poiché potrebbero evolvere in forme patologiche, soprattutto in un periodo complesso come quello attuale dove il 44 percento dei ragazzi dichiara di aver sperimentato situazioni di ansia, tensioni, difficoltà psicologiche”.
 
 

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