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Gioco e pandemia, Cgia Mestre: 'Raccolta -60%, occupati – 15%'

14 luglio 2022 - 09:26

Il rapporto sui giochi in Italia di Cgia Mestre, con il Centro Studi As.tro, evidenzia calo di occupati, raccolta, gettito e sale, e la necessità di tutelare di più il comparto.

Scritto da Redazione
Gioco e pandemia, Cgia Mestre: 'Raccolta -60%, occupati – 15%'

Qual è lo stato di salute del comparto del gioco lecito dedicato agli apparecchi da divertimento e da intrattenimento che consentono vincite in denaro all’indomani dell’emergenza economica-sanitaria legata alla pandemia di Covid?

È la domanda a cui offre risposta lo Studio sul settore dei giochi in Italia 2021 realizzato dalla Cgia Mestre in collaborazione con il Centro Studi As.tro, presentato oggi, 14 luglio, a Roma.

Cominciamo dal numero degli addetti del settore, che registra un deciso calo.

9MILA OCCUPATI IN MENO - Sulla base delle informazioni fornite dagli archivi camerali e dalla banca dati del Ries – nella quale i soggetti che operano nel settore delle Awp e delle Vlt sono tenuti a registrarsi – nel rapporto del 2019 si era è stimato in quasi 57mila gli addetti sostenuti dal sistema nel 2018. A fine 2021 si stima che il comparto sostenga molti meno addetti: circa 48mila.

Tra questi: 14 mila sono addetti “diretti” che operano presso le sale dedicate al gioco attraverso Awp e Vlt o in esercizi che svolgono anche altre attività di gioco lecito (agenzie di scommesse, sale giochi, sale bingo e negozi di gioco) nelle quali la presenza di Awp e Vlt assume un apporto rilevante come fonte di ricavo; a questi si aggiungono 11 mila addetti tra i gestori che collocano gli apparecchi presso terzi; la maggioranza degli addetti, calcolata in 22 mila unità, riguarda i soggetti che lavorano presso esercizi (bar, tabaccherie ecc.) in cui sono presenti le Awp e che sono sostenuti dai ricavi generati da questi apparecchi; da ultimo sono stati calcolati gli addetti dell’indotto ovvero i dipendenti delle imprese che producono gli apparecchi da gioco (circa 1.300).
 
LA CONTRAZIONE DI SALE E APPARECCHI - A fine 2021 vi sono circa 253.836 Awp operative in 51.837 esercizi; rispetto al 2015 si è avuta una riduzione del 39 percento degli apparecchi e una corrispondente riduzione del 38 percento degli esercizi con Awp. Tale contrazione, nel periodo ante-Covid è coerente con la riduzione disposta per legge del numero di apparecchi nel periodo 2017-2018; mentre il successivo calo tra il 2019 e il 2021 si ritiene effetto della crisi: gli apparecchi sono spariti in oltre 6.600 esercizi. Sempre a fine 2021 vi sono 55.766 Vlt in 4.613 sale.
Nel corso degli anni il numero si è stabilizzato e non si registrano significative variazioni. Tuttavia, se si guarda al 2021, rispetto al 2019 si vede come le sale si siano ridotte del 6,2 percento e le Vlt di quasi il 4 percento.
 
GLI EFFETTI SUL PREU - Lo studio della Cgia Mestre quindi ricorda come il comparto del gioco lecito tramite apparecchi con vincita in denaro abbia subito il più lungo periodo di sospensione attività per fare fronte all’emergenza sanitaria: 166 giorni nel 2020 e da 151 a 178 giorni nel 2021 a seconda delle Regioni. Il susseguirsi dei provvedimenti di sospensione dell’attività ha fatto sì che le aziende abbiano sopportato periodi lunghissimi di chiusura ininterrotta che oscillano da 218 sino a 245 giorni consecutivi. Di conseguenza rispetto al 2019, la raccolta si è contratta del 60 percento con una corrispondente riduzione del gettito e dei margini della filiera.
In particolare, il gettito del Preu si è ridotto del 52 percento, passando da 6,7 miliardi del 2019 a 3,2 miliardi di euro.
La riduzione della raccolta è stata percentualmente superiore a quella della perdita di gettito in quanto sia nel 2020 che nel 2021 si è avuto l’ennesimo incremento annuo delle aliquote del Preu.
A partire dal 2015, ogni anno sono state aumentate le aliquote del Preu; questa continua crescita ha comportato una forte riduzione del margine della filiera passato dal 42 percento del 2017 a meno di 1/3 (31,2 percento) nel 2020.
 
RACCOLTA A MENO 60 PERCENTO - L’elevato impatto fiscale e la connessa riduzione dei margini operativi comporta la progressiva marginalizzazione delle imprese di dimensioni medio-basse, la diminuzione della redditività complessiva del settore che perde attrattività per investitori nazionali ed internazionali.
Si consideri che la contrazione della raccolta rispetto al 2019 dovuta alla semplice sospensione dell’attività sarebbe stata nell’ordine del 45 percento. Il concorso di ulteriori elementi che si sono aggiunti ha determinato una riduzione del 60 percento.
Alcuni di questi fattori sono destinati a ridursi (rispetto delle prescrizioni sanitarie da parte degli operatori quali il controllo della carta verde, le limitazioni all’accesso dei locali, il rispetto delle distanze), altri invece rimarranno anche negli anni successivi: ci si riferisce all’introduzione della tessera sanitaria per giocare, all’aumento della tassa sulle vincite, alla riduzione del payout, oltre ad un probabile sviamento della clientela connesso alla prolungata sospensione dell’attività.
 
GIÙ MARGINI ED OCCUPATI - Tutto ciò, insieme all’ennesimo inasprimento del Preu, è destinato a determinare una contrazione dei margini del settore di almeno 500 milioni di euro. Il margine realizzato dal comparto (che corrisponde alla raccolta diminuita dalle vincite e dal prelievo fiscale, cioè dal Preu), insieme al numero degli occupati rappresenta dei sintetici parametri che fanno immediatamente comprendere le tendenze economiche in atto nel settore.
Nel periodo 2018 – 2021 si è avuta una contrazione degli occupati di almeno 8.400 unità, si tratta di una riduzione di quasi il 15 percento. Mentre, nello stesso periodo il calo del fatturato (margine del settore) arriva a sfiorare il 60 percento, sintomo evidente della difficoltà della situazione. Il crollo dell’occupazione è rilevante, ma inferiore a quello del margine del settore. Le spiegazioni vanno senz’altro cercate negli interventi governativi che hanno tamponato il crollo occupazionale sia prevedendo il blocco dei licenziamenti che consentendo un uso rilevante degli ammortizzatori sociali, ma potrebbero anche trovarsi in un calo ulteriore dell’occupazione non ancora espressosi.
La Cgia Mestre quindi rimarca l’importanza di tutelare il settore del gioco lecito, che risponde a precise disposizioni normative è fortemente controllato e regolato, tutela il giocatore assicurandogli percentuali di vincite predeterminate e garantite, è fonte preziosa di gettito e di occupazione per migliaia di lavoratori.
 
LA CRESCITA A DUE CIFRE DEL GIOCO ONLINE - Nello studio, e non poteva essere altrimenti, vista la sua crescita, trova posto anche un’appendice dedicata al gioco online, iniziando un percorso di conoscenza di una realtà in costante crescita. Si delineano i tratti di una filiera complessa che si avvale di strutture tecnologiche avanzate, che risponde a regole precise e stringenti con l’obiettivo sia di assicurare un capillare controllo da parte di Adm che precise garanzie ai giocatori. Accanto ai concessionari del gioco, vi sono imprese che forniscono servizi e prodotti di gioco (società informatiche, produttori e gestori di piattaforme informatiche, società di servizi per quotazioni e referti, etc), e operatori che si occupano di promuovere i giochi (gestori di siti, punti di vendita ricarica etc). I soli concessionari sono 84 di cui 53 italiani, questi ultimi occupano 4.351 addetti di cui almeno 1.500 si stima siano sostenuti dalle risorse derivanti dal gioco online.
La maggior parte dei concessionari esteri hanno sede a Malta (27), le rimanenti società provengono dalle seguenti nazioni: Bulgaria, Francia, Slovenia e Svezia. La legislazione nazionale consente anche a società appartenenti allo Spazio economico europeo di divenire concessionari ed esercitare l’attività di gioco online sul nostro territorio purché siano titolari di un efficacie titolo abilitativo rilasciato secondo le disposizioni vigenti nello stato in cui hanno la sede legale. I siti attraverso i quali viene esercitato il gioco a distanza sono 433 di cui 330 in capo a concessionari italiani e 103 a quelli esteri.
A partire dal 2015 i tassi di crescita annua sono costantemente a due cifre. In particolare, nel biennio 2020 e 2021 i tassi di crescita sono esplosi. Nel 2020 la crescita è stata del 45 percento e nel 2021 la spesa è aumentata di quasi 2/3. Si presume che i lunghi periodi di sospensione dell’attività subiti dal gioco fisico per l’emergenza sanitaria, abbiano sicuramente concorso a questo rilevante aumento.
Ai giocatori nel corso del 2021 è ritornato circa il 94 percento del giocato, mentre l’effettiva spesa è di circa il 6 percento del giocato (raccolta). L’ammontare della spesa viene ulteriormente suddiviso: il 20 percento circa va all’Erario (si tratta di poco più dell'1 percento della raccolta), mentre l’80 percento rappresenta la remunerazione lorda per la filiera (si tratta del 5 percento della raccolta). Si tenga il 5 percento della raccolta che rimane alla filiera corrisponde al fatturato del settore, che dovrà quindi coprire i costi, fissi, variabili, le varie tipologie di oneri e remunerare i dipendenti. Inoltre,l’eventuale utile sarà sottoposto alla normale tassazione diretta.
Nel corso degli anni è cresciuto il tasso di incidenza della spesa online sulla spesa totale del gioco lecito, passando da poco più del 4 percento nel periodo 2012-2015 ad oltre il 20 percento nel 2020. Allo stato attuale non si dispone di informazioni in merito all’ammontare complessivo della spesa per il gioco lecito del 2021, ma se si ipotizza che sia corrispondente a quello del 2019, allora il tasso di incidenza 2021 del gioco online avrebbe quasi raggiunto il 23 percento.
Osservando l’andamento della raccolta del gioco online si possono notare due diverse fasi di crescita; una prima sino al 2012, e una seconda che inizia dal 2015. Nel biennio 2020-2021 il gioco online ha visto quasi raddoppiare la propria raccolta (+92 percento) con un aumento di oltre 33 miliardi di euro. Specularmente è progressivamente aumentata l’incidenza della raccolta da gioco online sul totale della raccolta del gioco lecito. Il confronto tra l’andamento della raccolta nel canale fisico e quella online rende evidente che la modalità di gioco a distanza sia destinata ad assumere una sempre maggiore importanza nell’ambito del gioco lecito. Il superamento del gioco online rispetto a quello su rete fisica avvenuto nel 2020 è senza dubbio frutto delle limitazioni che le attività sul territorio hanno subito; per cui l’attuale incidenza del volume del gioco online sul totale pari al 56 percento ( dato riferito al 2020) è probabile che sia destinata a ridursi all’apertura continuata e allo sparire delle limitazioni Covid. Tuttavia se si considera che nel 2021 il gioco online ha quasi raggiunto i 70 miliardi anche ipotizzando che la raccolta da rete fisica si attesti sugli stessi volumi del 2019 (anno pre-Covid), si può prevedere che la modalità di gioco a distanza sia almeno pari al 49 percento del totale.
In concomitanza al maggior peso che il gioco online ha assunto negli anni, è cresciuto in maniera rilevante anche il gettito che affluisce nelle casse dell’Erario. In soli 5 anni (dal 2015 al 2020) il gettito è triplicato, mentre nel 2021 si stima che abbia raggiunto un ammontare di almeno 887 milioni di euro.
Accanto al gioco online regolare che garantisce il giocatore, assicura gettito all’erario e crea posti di lavoro, vi è il gioco online irregolare che si propone con siti web illegali che fanno a capo a soggetti privi di autorizzazione ad operare nel territorio dello Stato. L’Adm svolge una costante attività di monitoraggio ed inibizione dei siti web illegali; dal 2006 al 2020 ne sono stati inibiti oltre 9.000. Mediamente ogni anno vengono inibiti 600 siti illegali, mentre si registrano oltre 700 milioni di tentativi di accesso. Si noti come all’aumentare dell’attività di inibizione si registi un calo dei tentativi di accesso ai siti illegali.
 
 

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