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Scommesse illecite, Gdf confisca 1,8 milioni di beni a imprenditore

09 settembre 2022 - 07:06

La Guardia di finanza confisca beni per 1,8 milioni a imprenditore di scommesse online, ideatore di un sistema illecito poggiato su bookmaker esteri, con la 'protezione' della 'ndrangheta.

Scritto da Redazione
Scommesse illecite, Gdf confisca 1,8 milioni di beni a imprenditore

Ha un valore complessivo stimato in circa 1,8 milioni di euro la misura di prevenzione patrimoniale della confisca di beni applicata ad un imprenditore romano, operante nel settore dei giochi e delle scommesse online, dai militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Reggio Calabria unitamente a personale dello Scico, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica - Direzione distrettuale antimafia, in esecuzione di provvedimento emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale del capoluogo calabrese.

L'imprenditore è stato individuato nell'ambito dell’operazione “Galassia”, condotta dal Nucleo di Polizia economico finanziaria di Reggio Calabria, con il supporto dello Scico, nei confronti di un sofisticato ed altamente remunerativo sistema criminale, finalizzato all'illecita raccolta di scommesse online attraverso importanti bookmaker esteri.

 

“In particolare, questi ultimi, aventi sede in Austria e Malta, avrebbero operato in rapporto sinallagmatico con la 'ndrangheta”, si legge in una nota delle Fiamme gialle. “Difatti, da un lato l’organizzazione criminale avrebbe offerto una sorta di 'protezione ambientale' all’impresa di gaming, consentendo l’espansione sul territorio di punti di distribuzione e garantendo, con l’intimidazione, il recupero dei crediti di gioco; dall’altro, la stessa avrebbe ottenuto una contropartita monetaria, infiltrandosi nelle imprese, godendo di un canale privilegiato per la ripulitura del denaro sporco, lucrando sugli utili e inserendo propri esponenti nella rete commerciale territoriale”.
 
In tale contesto è emersa la figura dell'uomo, “che figurerebbe tra gli ideatori del descritto sistema illecito, nei confronti del quale - allo stato del procedimento e fatte salve successive valutazioni in merito all’effettivo e definitivo accertamento della responsabilità - è stata avanzata richiesta di rinvio a giudizio, tra gli altri, per il reato di associazione per delinquere aggravata dal metodo mafioso.
Alla luce delle richiamate evidenze, la locale Direzione distrettuale antimafia – sempre più interessata agli aspetti economico-imprenditoriali legati alla criminalità organizzata – ha delegato il Gruppo investigazione criminalità organizzata (Gico) e lo Scico a svolgere apposita indagine a carattere economico/patrimoniale finalizzata all’applicazione, nei confronti del citato imprenditore, delle richiamate misure di prevenzione patrimoniali.
L’attività in rassegna, anche valorizzando le risultanze delle pregresse indagini, ha consentito di ricostruire le acquisizioni patrimoniali effettuate dall’anno 2000 all’anno 2020 e di rilevare, attraverso una complessa e articolata attività di riscontro, il patrimonio direttamente e indirettamente nella disponibilità dell’imprenditore, il cui valore sarebbe risultato sproporzionato rispetto alla capacità reddituale manifestata.
Di conseguenza, nel mese di giugno 2021, la sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, ha disposto il sequestro del patrimonio riconducibile al citato imprenditore e, successivamente, riconoscendo la validità dell’impianto indiziario, con il provvedimento in parola ha decretato - allo stato del procedimento ed impregiudicata ogni diversa successiva valutazione nel merito - l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale della confisca dell’intero compendio aziendale di due società operanti nel settore dei servizi connessi alle tecnologie informatiche, quote di partecipazione al capitale sociale di una società operante nel settore della gestione di profumerie e commercializzazione dei relativi prodotti, sette immobili, nonché disponibilità finanziarie, per un valore complessivamente stimato in circa 1,8 milioni di euro”.
 

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