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Un anno per cambiare il settore

05 maggio 2014 - 09:28

Finalmente, si parte. Dopo l'approvazione della delega fiscale da parte del Parlamento, si apre questa settimana e in via definitiva la fase di attuazione del provvedimento con la costituzione del Comitato ristretto, in rappresentanza delle due commissioni Finanze di Camera e Senato, e deputato proprio ai lavori di stesura delle proposte legislative riferite alla delega (seppure con carattere informale) che muoverà e primi passi a partire ma mercoledì 7 maggio. Il Governo, a quanto pare, è deciso a completare il pacchetto di riforme contenuto nella legge delega entro il tempo massimo di un anno, tenendo conto di tutti i provvedimenti necessari per una esecuzione completa del mandato parlamentare. Come noto, l’articolo 14 della stessa legge prevede una ridefinizione completa del gioco pubblico, sia dal punto di vista normativo che da quello fiscale. E strutturale, pure.

Scritto da Alessio Crisantemi
Un anno per cambiare il settore


L'obiettivo annunciato dagli stessi rappresentanti delle commissioni è quello di garantire la “massima agilità e accelerazione”, attraverso un confronto diretto e più immediato con il governo. Ed è proprio quello che auspicano gli addetti ai lavori, che in momento di vera sofferenza per il comparto – con i fatturati in calo per via di una crisi che non lascia scampo a nessuna industria, a cui si aggiungono i problemi sui territori con le amministrazioni locali che dichiarano guerra quotidianamente al gioco pubblico – non possono far altro che affidarsi alla delega e alla sua attuazione per  poter costruire (o, almeno, immaginare) il prossimo futuro.
In effetti gli obiettivi contenuti nel pacchetto di riforme che porta il nome di delega fiscale sono ambiziosi e senza dubbio condivisibili, soprattutto per il settore del gioco, che potrebbe finalmente raggiungere quella tanto desiderata stabilità che manca fin dal momento della sua costituzione. Puntando a una vera sostenibilità, che significa una reale integrazione con il sistema-paese, sia da un punto di vista economico e politico (partendo dalla considerazione paritaria del comparto rispetto agli altri consessi industriali, a partire dai rapporti con le banche, politica e istituzioni), ma anche da quello dell'opinione pubblica e mediatica (superando le riserve moralistiche riferite a un settore in realtà assai meno 'pericoloso' rispetto ad altri, ma che appare ancora oggi come uno dei mali maggiori della Penisola).
Nella delega fiscale e nell'articolo 14 dedicato al gioco pubblico vi è una descrizione davvero completa delle peculiarità di questo settore e un accenno a ciò che serve per rimetterlo in sesto, e una volta per tutte: dal punto di vista della tassazione, della distribuzione, dei rapporti con il territorio, della prevenzione rispetto alle patologie e così via. Con uno sguardo a tutte le tipologie di gioco: online, bingo, apparecchi da intrattenimento, e persino l'ippica. Per questo i prossimi dodici mesi saranno cruciali per gli addetti ai lavori e per le categorie, che dovranno ricavarsi uno spezio per intervenire in un dibattito politico mirato a definire il loro futuro. Prima del verdetto del prossimo anno, per quella che potrebbe rivelarsi una vera primavera per il settore. Ma che non sia l'ultima.

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