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Lo sguardo oltre la crisi e oltre l'ostacolo

19 marzo 2018 - 10:37

La trentesima edizione di Enada Primavera appena andata in archivio propone riflessioni sul futuro (e sul presente) del mercato e della filiera del gioco.

Scritto da Alessio Crisantemi
Lo sguardo oltre la crisi e oltre l'ostacolo

 

Eppur si muove. E' il pensiero comune con cui si è tornati a casa dalla fiera Enada di Rimini, andata in scena durante la scorsa settimana. Una kermesse che ha dovuto fare i conti con il periodo di profonda crisi del comparto, dovuto a molteplici fattori: primo su tutti, l'incertezza normativa e legislativa che sta provocando la scomparsa dell'offerta di gioco su alcuni territori (in primis, il Piemonte) e che minaccia le future installazioni in tanti altri. Rendendo impossibile per le imprese del settore, di ogni genere, programmare i propri investimenti o anche più semplicemente, immaginare il proprio futuro. Uno scenario particolarmente critico, dunque, a cui si aggiunge la fase di stallo che caratterizza il settore degli apparecchi da intrattenimento (il principale segmento del gioco pubblico italiano), con la produzione e vendita di nuovi giochi praticamente bloccata dalle incertezze di cui sopra e, peggio ancora, dalla riduzione del parco macchine imposta dal legislatore. Per un altro fattore determinante ai fini della fi(li)era, che da sempre pone le proprie fondamenta sul settore degli apparecchi offrendo una vetrina per le società di produzione del settore. Ma nonostante tali premesse, l'atmosfera che ha accompagnato questa edizione di Enada non è stata delle peggiori. Anzi.

Non che l'entusiasmo fosse alle stelle, ça va sans dire, soprattutto per chi lavora nel business delle slot: ma non si può comunque fare a meno di registrare un fermento generale dell'industria, che continua a rivelarsi decisamente dinamica, malgrado tutto. E' evidente dalla quantità (e qualità) di contenuti emersi durante i tre giorni di esposizione, come pure dalla varietà e numero di espositori che hanno varcato i padiglioni di Rimini, tra i quali si sono potuti vedere molti volti nuovi. Segno evidente che il mercato continua ad essere ancora oggi molto attrattivo.
Le ragioni di questa “vitalità incondizionata” del mercato sono molteplici, probabilmente, e proviamo ad individuarne qualcuna. Anzitutto va ricordato che il comparto del gioco pubblico è caratterizzato da un'ampia varietà di giochi e contraddistinto da diversi segmenti: quindi, anche se gli apparecchi e il loro indotto continuano ad essere la parte predominante del mercato (e della filiera), esiste comunque un'altra parte dello stesso settore fatta dal gioco online, dal betting, dalle lotterie e così via. E' quindi evidente che se il settore delle slot dovesse subire ulteriori restringimenti o divieti, diventerebbe inevitabile uno spostamento del business verso gli altri segmenti, in parallelo a quello dei giocatori (sempre che la politica non cancelli l'intero comparto e a quel punto non ci sarebbe nulla da fare, per nessuno: ma questa è un'altra storia, e comunque difficile da credere o immaginare). Inoltre a dare un notevole impulso al mercato, creando nuovi “appetiti”, è sicuramente il bando di gara per l'assegnazione delle nuove concessioni per il gioco online: anche se il numero di licenze che verranno richieste non dovrebbe stravolgere il mercato attuale in termini numerici, con un numero limitatissimo di nuovi soggetti pronti a entrare sul mercato italiano con un'offerta di gioco, è comunque evidente che il bando di gara rappresenta di fatto un punto di accesso sul mercato italiano per tutti quegli operatori che erano rimasti ancora fuori. Vale per alcuni soggetti esteri, ma non solo. Ma l'ingresso sul mercato non vuol dire soltanto “occuparsi dell'online”, come avveniva un tempo: uno dei leitmotiv di questa fiera, infatti, è stato quella della multicanalità che rappresenta la nuova sfida per gli operatori e, quindi, una nuova esigenza del mercato. Il messaggio emerso chiaramente dalla kermesse – e, in particolare, dal convegno intitolato “oltre l'online” organizzato da GiocoNews.it nel secondo giorno di Enada – è che al giorno d'oggi non ha più senso parlare di “gioco fisico” e “gioco online” come due canali distinti e come due attività separate o complementari: ormai esiste un'offerta che si sviluppa su più canali per un gioco a disposizione degli utenti in varie modalità. Ecco quindi giustificati i vari movimenti che si registrano dentro e fuori il mercato italiano, soprattutto da parte di produttori di contenuti e servizi, che attraverso la procedura di selezione per l'online possono affacciarsi sul più grande mercato europeo. Per un nuovo scenario che impone varie riflessioni agli addetti ai lavori. A tutti i livelli. Anche per gli stessi operatori delle Awp, che potrebbero sentirsi chiamati fuori da questi scenari, e che invece possono senz'altro continuare a dire la propria anche di fronte al “nuovo settore” che si andrà delineando nei prossimi mesi ed anni. Certo le difficoltà non mancano e non mancheranno, per queste imprese, come del resto è lecito aspettarsi che non tutte sopravviveranno: ma la vera sfida, per questi imprenditori, sta nell'evoluzione e nella ricerca di un nuovo ruolo da ricavarsi in questo futuro scenario. Non è un caso che l'altro tema che ha avuto un carattere centrale in questa edizione della fiera è quello dell'aggregazione tra imprese come risposta all'interrogativo – senz'altro diffuso in questo momento – su quale sarà il futuro delle imprese di gestione. Unire le forze (qualunque sia lo strumento giuridico utilizzato: dalla Rete di imprese al conferimento di azienda, alla società consortile) per affrontare le prossime sfide e rimanere competitivi sul mercato.
Unendo i puntini delineati dalla fiera e dai suoi contenuti, quindi, si possono già valutare delle nuove prospettive: se è vero che la multicanalità consente non solo a operatori dell'online di proporsi sul “fisico”, ma anche il viceversa, è pur vero che per le imprese “tradizionali” risulta particolarmente dispendioso, anche in termini di investimenti, realizzare e sviluppare una strategia sull'online. Ed è proprio qui che entrano in gioco i benefici dell'aggregazione descritti poc'anzi, che non devono essere necessariamente interpretati per il proseguimento della normale attività di un soggetto, magari nel settore delle Awp, che in questo modo può invece puntare anche ad occuparsi di altro.
Insomma, quello che si sta delineando oggi, seppure a fatica, è un nuovo mercato, che tra le varie sfide tecnologiche e imprenditoriali, impone anche nuove opportunità e la ricerca di una nuova figura professionale: quella dell'operatore del gioco, che non potrà e non dovrà più distinguersi sulla base di una canale di fruizione dei suoi prodotti, ma dovrà essere in grado di rispondere alle esigenze dei consumatori, che non prevedono né ammettono certe distinzioni. Perché se è vero, come si dice da tempo, che l'online conquisterà il mondo nel prossimo futuro, anche nel gioco, è altrettanto vero che il gioco fisico non sparirà mai. Soprattutto in Italia, dove anzi è destinato ad essere sempre e comunque dominante. Ma non si può non affrontare il grande cambiamento che è già in corso e rappresenta quindi il presente, e non solo il futuro. Se la complessità di certi processi rischia di spaventare alcuni operatori del comparto, per rimanere in questo mercato occorre affrontare la realtà e guardare avanti. Buttando lo sguardo oltre la crisi del momento e il cuore oltre l'ostacolo. Per questo, anche se lo scenario politico nazionale e (peggio ancora) quello locale sembrano scoraggiare anche il più spiccato degli ottimisti, non è ancora il momento di arrendersi, per gli imprenditori del gioco pubblico. Anzi. Il futuro inizia adesso.

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