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Lega-5Stelle: buona la seconda, che cambiamento sia

01 giugno 2018 - 09:13

Dopo quasi 90 giorni di mediazioni e colpi di scena, arriva l'intesa sull'Esecutivo giallo-verde. I giochi sono fatti.

Scritto da Alessio Crisantemi
Lega-5Stelle: buona la seconda, che cambiamento sia

 

"Lavoreremo intensamente per realizzare gli obiettivi politici anticipati nel contratto, lavoreremo con determinazione per migliorare la qualità di vita di tutti gli italiani". Così il presidente del Consiglio incaricato, Giuseppe Conte, ha concluso il suo intervento al Quirinale dopo aver letto la lista dei ministri del suo governo. Confermando le anticipazioni pubblicate da GiocoNews.it nelle ore precedenti all'insediamento. Parole che, pur contenendo una sostanziale “buona notizia” relativa alla formazione di un nuovo governo, dopo circa novanta giorni di “vacanza istituzionale”, preoccupano comunque gli addetti ai lavori del comparto del gioco pubblico, tenendo conto dei contenuti espressi in quel contratto del governo che il nuovo premier promette di seguire fedelmente.
Quello che è certo, per ora, è che l'Esecutivo messo in piedi da Lega e Movimento 5 Stelle, con i due leader politici eletti a sentinelle del premier, rappresenta un vero cambiamento. E annuncia una sostanziale rottura con il passato. E' evidente non solo dai toni (e dagli slogan, forse anche troppi) con cui si presenta agli italiani, ma anche nei primi fatti, rappresentati, per ora, nelle scelte dei Ministeri messi in piedi dalle forze politiche. Come quello della Disabilità, che rappresenta una novità assoluta per il nostro paese, o quello per il Sud. Anche spulciando i curriculum dei nuovi ministri e le loro (in molti casi brevi) “carriere” politiche, si possono scorgere non solo nuovi linguaggi, ma anche nuove linee di pensiero, fino ad oggi inedite, in Italia. Per una serie di segnali che sembrano anticipare una vera discontinuità rispetto al passato.

Ma sarà bene che il cambiamento non si riveli fine a sé stesso o a scopi puramente elettorali: evitando, quindi, di adottare misure e proporre leggi unicamente per dimostrare coerenza rispetto alle (tante) promesse dei mesi, pensando invece alla reale bontà di ogni eventuale scelta da prendere ed ai suoi effetti sul paese e sul benessere dei cittadini. Anche se questo potrebbe voler dire aggiustare il tiro rispetto alle prese di posizione – sempre molto nette, da entrambe le parti – enfatizzate durante la campagna elettorale. Del resto, sia la Lega che il 5 Stelle hanno dovuto ammorbidire già molto i loro rispettivi punti di vista per arrivare a costituire una squadra di governo ed avere credibilità istituzionale. Basti pensare a un ministero del Sud in un governo a matrice leghista: impensabile fino a qualche anno fa. O alla “centralità del Parlamento” dichiarata nel discorso di insediamento dal presidente della Camera Roberto Fico, dopo i ripetuti proclami del Movimento rispetto ai principi della democrazia diretta che mal si concilierebbero con una Repubblica parlamentare come la nostra. E per questo sono stati subito accantonati. Con l'elenco potrebbe proseguire ancora per molte righe. La politica, però, è l'arte della mediazione, e in tale ottica non è da ritenere una “colpa” la rivisitazione di un'iniziativa se nell'interesse del paese. Anzi, semmai, può rivelarsi un atto di responsabilità, che è proprio quello che si chiede, da mesi, alle forze politiche che ambivano a governare, come pure a quelle che già puntavano all'opposizione.
Lega e 5 Stelle, comunque, hanno la loro occasione per dimostrare di essere in grado di governare un paese e la squadra di governo individuata per l'attuazione del loro contratto propone un mix di nuove leve e “veterani” della scena politica. Com'è evidente nella scelta fatta per il Ministero degli Esteri, o per quello dell'Economia (il più importante per il gioco pubblico) o, ancora, per la scelta di Giancarlo Giorgetti come sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Come a voler stabilire una continuità con il passato su quelle materie fondamentali e imprescindibili per il nostro paese.
Quanto al gioco pubblico, citato espressamente (seppure in maniera confusa) nel contratto di governo che si intende attuare, potrebbe rivelarsi proprio questo un banco di prova importante per la nuova maggioranza di governo. Dopo gli strali lanciati durante tutto il periodo in cui i due schieramenti sono stati all'opposizione e agli annunci ripetuti durante la campagna elettorale, il nuovo punto di osservazione della materia potrebbe (e dovrebbe) suscitare nuove e ulteriori riflessioni. Più che altro sulle ripercussioni che determinate scelte possono avere sul paese e, di conseguenza, sui cittadini. Quello che c'è di buono, nella nuova squadra di governo, è l'energia espressa e la voglia di prendere in mano le redini e provare a ricercare soluzioni. Ingredienti fondamentali per poter attuare un vero cambiamento. Se a questi si potranno aggiungere anche la voglia di studiare e approfondire le questioni, con quell'umiltà che ha caratterizzato il percorso politico dei 5Stelle di questi anni, allora si potrà fare davvero qualcosa di buono. Magari anche per il gioco pubblico, facendolo diventare veramente sostenibile. Per tutti.

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