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Il nuovo volto del gioco pubblico

14 settembre 2020 - 07:42

Nell'esaltazione dell'Agenzia delle dogane e Monopoli di questi giorni si delinea un nuovo percorso anche per il gioco pubblico, che potrebbe diventare un po' meno 'tabù'.

Scritto da Ac
Il nuovo volto del gioco pubblico

Se c'è una cosa ormai chiara a tutti nel settore del gioco pubblico è il grande cambiamento che sta avvenendo, ormai da diversi mesi, ai “piani alti” della filiera.

Ovvero, a livello istituzionale, cioè quello del regolatore (e controllore) del mercato: l'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Un cambiamento avviato all'inizio dell'anno corrente, con la nomina del nuovo direttore generale, Marcello Minenna, avvenuta appena poco prima del lockdown: il momento sicuramente più difficile per il settore, come pure per l'Agenzia, alle prese con troppe variabili e situazioni da gestire.

Subito dopo la ripartenza, però, si è subito percepita un'atmosfera diversa, se non altro per via dei vari cambiamenti strutturali e organizzativi all'interno del regolatore, ma anche all'esterno: con una maggiore attenzione concessa dal Governo alle sue dinamiche, complice anche la stessa pandemia, che ha coinvolto in prima linea Adm sui vari altri fronti di competenza.
Da qui il rafforzamento degli organici e delle competenze dell'Agenzia, con qualche novità arrivata anche nello specifico campo dei giochi, come è evidente dalle norme inserite nel decreto “Agosto”. Peraltro felicemente accompagnate dalla delega assegnata al sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta, relativa alla materia.
 
Il vero cambio di passo, tuttavia, si è concretizzato nei giorni scorsi con la presentazione del Libro Blu che quest'anno, come mai accaduto prima, è stato celebrato in pompa magna alla presenza di un nutrito parterre istituzionale, primeggiato – addirittura – dal premier in persona, Giuseppe Conte, spalleggiato dal ministro dell'Economia Roberto Gualtieri e dalla presidente del Senato Elisabetta Casellati.
 
Niente a che vedere, dunque, con il clima di maggiore distacco – almeno apparente - che si poteva ravvisare negli anni precedenti. Che veniva riflesso, accentuandosi, sul settore dei giochi, già vittima di una diffidenza generale e ben più radicata, praticamente ancestrale.
Adesso, invece, anche il gioco pubblico appare meno “tabù”: con la sensanzione che lo sdoganamento delle Dogane (si perdoni il fin troppo semplice gioco di parole) possa contribuire almeno in parte alla diversa trattazione della materia. Magari meno ideologica e sperabilmente molto più concreta rispetto al passato.
Anche perché le questioni da risolvere sono già diverse e alcune pure molto urgenti: con un ulteriore drammaticità introdotta anche dalla pandemia che ha generato ulteriori problemi oltre ad averne esasperati altri già noti. Come quelli di carattere fiscale, che hanno reso insostenibile la marginalità di alcuni settori e per alcune categorie.
 
Che possa essere questa la volta buona per riformare il settore? Ascoltando le parole dello stesso direttore generale di AdM sembrerebbe proprio di sì: visto che nell'intervista concessa a questo giornale ha rivelato di avere in agenda l'attesissimo Riordino del comparto che certo dipende dalla politica e dal Governo più che dalla volontà della sola Agenzia, ma proprio per questo il riavvicinamento tra i due organismi appare oltremodo confortante.
 
Buone notizie, dunque, per il settore. Almeno all'apparenza. Anche se il (presunto) cambiamento appena descritto non è affatto l'unico che si può scorgere nel prossimo e immediato futuro. Sì, perché oltre al ruolo svolto dallo Stato sul settore attraverso i Monopoli (oggi divenuti vera forza di Polizia, nonché futuri promotori diretti di nuove forme di gioco come la Lotteria degli scontrini), a cambiare potrebbero essere le regole di base che disciplinano il comparto, visto che tutto questo accade proprio alla luce dell'ormai imminente rinnovo delle concessioni, frutto di un allineamento di fatto delle diverse scadenze, tra fisico e online. Ed è qui che potrebbero arrivare le maggiori sorprese e che si potrebbe giocare la maggiore partita.
 
Sta di fatto però che tra i segnali positivi lanciati dal numero uno di AdM c'è anche quello relativo alla concertazione, promessa alla filiera anche su temi caldi – anzi scottanti – come quello delle banche. Altra grana che solo la politica e quindi il Governo potrà risolvere, una volta per tutte. Nella speranza generale che le parole non rimangano tali e che il cambiamento si posa scorgere anche nei fatti e nei risultati. Per dare una nuova “vita”, oltre a un nuovo volto, all'intera industria del gioco pubblico.

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