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Con il cuore oltre l'ostacolo e lo sguardo oltre il lockdown

05 ottobre 2020 - 08:32

La pandemia torna a invadere la vita pubblica, anche in Italia, che sembrava al riparo dall'aumento dei contagi e ora teme un nuovo lockdown che sarebbe letale, per il gioco.

Scritto da Alessio Crisantemi
Con il cuore oltre l'ostacolo e lo sguardo oltre il lockdown

 

Dopo l’esplicita preoccupazione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che segue quelle del primo ministro Giuseppe Conte sulla necessità di una proroga dello stato di emergenza, la settimana si apre con un nuovo Consiglio dei ministri, ancora una volta dedicato alla pandemia, per prendere decisioni concrete nel rinnovare il decreto in scadenza il 7 ottobre. Un provvedimento che darà forma alla nostra vita nei prossimi mesi a dieci giorni dalla fine dello stato di emergenza fissato per ora fino al 15 ottobre. Tra le misure già annunciate mascherine all’aperto sempre e su tutto il territorio nazionale, chiusura anticipata di bar e ristoranti, con l’esercito nelle strade per rafforzare i controlli. Nonostante lo sforzo e l'obiettivo dichiarato dell'esecutivo sia mirato a evitare un nuovo lockdown, da tutti ritenuto il vero nemico, assolutamente da evitare per evitare la distruzione totale del comparto economico e industriale nazionale, gli addetti ai lavori del gioco pubblico guardano con timore agli sviluppi politici e legislativi di queste ore, sapendo che una nuova interruzione delle attività sarebbe deleteria – se non addirittura mortale – per gran parte delle aziende del comparto. Fermo restando che anche la “semplice” (si fa per dire) riduzione degli orari di apertura dei locali, qualora dovesse riguardare anche quelli di gioco, avrebbe effetti comunque negativi sulle attività. In un settore già compromesso non soltanto dal precedente lockdown e dalla pandemia in generale, ma che già normalmente deve fare i conti (letteralmente) con le altre restrizioni orarie, cioè quelle imposte da sindaci e leggi regionali contro il gioco, senza bisogno di alcuna emergenza sanitaria: ma nel normale esercizio del loro ruolo di amministratori locali e in virtù della presunta tutela della salute pubblica. Restrizioni orarie, peraltro, accompagnate anche da limitazioni geografiche imposte dai cosiddetti “distanziometri” che stanno decimando l'offerta di gioco legale sui territori, minacciandone la pressoché totale scomparsa – almeno nei centri storici – a partire dai prossimi mesi in diverse regioni. Salvo ulteriori proroghe o, meglio ancora, ad eccezione di un intervento legislativo da parte dello Stato, che possa rimettere in ordine il comparto.

Come più volte annunciato, discusso e sollecitato, ma mai realizzato. Per un settore in continuo stato di emergenza, anche in assenza della pandemia: figuarsi, dunque, come ci si può trovare ora, con il coronavirus tornato a incombere sulla vita quotidiana di tutti noi. 

Eppure il comparto veniva da una settimana di sostanziale e ritrovata tranquillità, che ha visto celebrarsi – addirittura – anche la fiera Enada, seppure in versione decisamente ridotta e fortemente condizionata dal particolare momento storico in cui si trova l'intera popolazione mondiale. Una manifestazione che oltre a far emergere una grande voglia di ripartire da parte degli addetti ai lavori, ha riportato in primo piano le tante difficoltà che si trovano ad affrontare ogni giorno gli operatori, a cui si sono aggiunti in questi ultimi mesi i problemi aggiuntivi dovuti alla pandemia. Uno scenario tutt'altro che confortante, di fronte al quale, tuttavia, la riuscita della fiera ha reso evidente la possibilità di ripartire e di tornare quella che tutti definiscono una “nuova normalità”, anche nel gioco. Sempre salvo ulteriori soprese in termini di contagi.

In questo scenario, dunque, la settimana corrente è destinata ad assumere un ruolo decisivo, vedendo delinearsi una serie di passaggi che interessano tutti i temi caldi del momento. A partire dall'emanazione del nuovo Dpcm di proroga dell'emergenza sanitaria e di emanazione delle nuove misure, alla relazione in Commissione Bilancio alla Camera sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund, passando per l'approdo in Aula al Senato del decreto “Agosto” per l'esame finale e la conclusione dei lavori in vista delle definitiva conversione in legge, con conseguenza – come noto – anche per il comparto del gioco pubblico. Saranno dunque giorni decisamente “caldi”, per il settore, che cerca in tutti i modi di gettare il cuore oltre l'ostacolo, come hanno fatto i tanti operatori che hanno partecipato alla fiera Enada, con i riflettori puntati sul governo e su quel nemico pubblico, sempre più pericoloso, rappresentato dal Covid-19.

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