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New York: scommesse sportive e tassa di integrità contro matchfixing

09 agosto 2018 - 08:22

Mentre l'Italia chiude le porte al mercato del gaming, il resto del mondo apre: a partire dagli Stati Uniti dove anche lo Stato di New York studia la regolamentazione.

Scritto da Vincenzo Giacometti
New York: scommesse sportive e tassa di integrità contro matchfixing

 

La regolamentazione delle scommesse sportive è attualmente allo studio da parte dello Stato di New York e pronta per vedere la luce già quest'anno. Parola di Peter Moschetti, uno dei commissari addetti al mercato del gaming, intervenendo in occasione di una conferenza annuale sul settore dei giochi a Saratoga Springs, dove ha spiegato come il Senato locale sia al lavoro per l'emanazione di una norma quadro che tenga conto di tutti gli aspetti relativi a questo mercato. A partire dall'introduzione di una cosiddetta "tassa di integrità" che verrà chiesta alle leghe sportive per finanziare  le operazioni di polizia contro gli imbrogli.
In particolare, secondo quando spiegato dal commissario, la tassazione per i campionati sportivi professionistici è in fase di esame da parte delle autorità di regolamentazione di New York, e se lo stato dovesse adottare questo tipo di struttura tariffaria, andrebbe in direzione contraria rispetto alle pratiche correnti di altri Stati che non pagano una tassa di quel tipo.

Come noto, tutto nasce in seguito alla sentenza dello scorso maggio della Corte Suprema degli Stati Uniti che ha consentito alle scommesse sportive di espandersi al di fuori di un numero limitatissimo di stati come accadeva prima, quando si poteva puntare unicamente in Nevada o poco più: scatenando una vera e propria corsa per i legislatori di ogni stato, a livello nazionale, per regolamentare efficacemente questo tipo di attività in modo da generare nuovi ricavi. Così, mentre l'Italia chiude le porte all'industria del gaming, il resto del mondo, al contrario, le spalanca, sia pure in maniera controllata e, soprattutto, ragionata. Provando a trarre benefici da questo mercato, oltre a metterlo in sicurezza per evitare che i consumatori possano misurarsi con offerte illecite: una delle principali ragioni che hanno peraltro spinto la Corte suprema a ritenere “obsoleto” il divieto di scommesse negli States, ormai davvero anacronistico. E anche se – ironia della sorte – nei diversi paesi in cui si sta studiando la regolamentazione del gaming si cerca di trarre spunti concreti dall'esperienza italiana degli ultimi anni, le notizie di cronaca che arrivano oggi dalla Penisola sembrano spiazzare tutti, regolatori compresi.
 
I NUMERI DELLA MANOVRA - Nel corso dello stesso dibattito, John Bonacic, presidente del comitato di gioco del senato di New York, ha detto che spera che la sua proposta di legge sulle scommesse sportive introdotta a marzo possa stabilire il programma di base per i regolatori statali da utilizzare a New York e non solo.

Il suo piano prevede, tra le altre misure, una tassazione statale dell'8,5 percento sulle entrate derivanti dalle scommesse sui giochi e una commissione dello 0,20 percento pagata dagli operatori di casinò nei principali campionati sportivi. Bonacic sostiene inoltre che il mercato di New York potrebbe generare un movimento di oltre 500 milioni di dollari in scommesse sportive legali nei casinò ogni anno - circa il doppio delle entrate rispetto a quelle generate dallo sport betting nel Nevada - generando 41 milioni di dollari per il governo locale,

Il piano è stato definito "ragionevole" e prevederebbe il pagamento di una somma equa per i casinò, per il monitoraggio dell'integrità delle leghe, secondo Laila Mintas, professore di diritto del gioco globale presso la Columbia University e vice presidente di Sportsradar Group. Ma gli operatori di casinò stanno mostrando qualche resistenza nel pagare commissioni per i campionati sportivi. Seth Young, direttore esecutivo del gioco online al Foxwoods Resort Casino nel Connecticut, ha dichiarato che gli operatori di casinò hanno in media un margine di circa il 5 percento sulle operazioni di bookmaker e che la quota da devolvere ai campionati non è necessaria. Anche perché gli stessi campionati trarranno beneficio dalle scommesse sportive perché i casinò promuoveranno i giochi, ha aggiunto. Il vicepresidente senior della National Basketball Association, Dan Spillane, ha dichiarato che il basket professionistico, la Professional Golf Association e la Major League Baseball vogliono ciascuno una quota di integrità di un quarto di punto percentuale. La tariffa proposta è un compromesso rispetto all'1 punto percentuale inizialmente ricercato.
Spillane ha detto che la commissione aggiungerebbe circa 7 milioni di dollari all'anno alla Nba dalle operazioni di scommesse sportive di New York. Quelle entrate aggiuntive potrebbero contribuire ad espandere il tetto salariale per le squadre Nba . "Le leghe dovrebbero essere viste come partner non avversari", ha spiegato. "Senza sport non ci sono scommesse sportive".

 

 

 

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