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Spagna: meno tasse agli operatori del gioco online

21 agosto 2018 - 09:32

Il Governo spagnolo ha deciso di diminuire le imposte per il gioco via web in modo da stimolare il settore.

Scritto da Ac
Spagna: meno tasse agli operatori del gioco online

 

Il governo spagnolo ha deciso: accanto alla riforma del mercato del lavoro che riguarda la pubblica amministrazione e al ritocco delle pensioni, ci sarà anche uno sgravio della tassazione imposta agli operatori del gioco online per stimolare il settore, con gli evidenti scopi di proseguire nel lavoro di emersione delle economie sommerse (e, quindi, contrastando l'evasione fiscale) e di aumentare l'occupazione.

Con l'approvazione delle scorse settimane della Legge di bilancio generale 2018, disposta dal Ministro delle Finanze, Maria Jesus Montero, accanto a misure come: l'aumento della remunerazione nel settore pubblico (salita dell'1,75 percento) e del tasso di sostituzione per le Pubbliche Amministrazioni (ora al 100 percento), l'incremento delle pensioni (tra lo 0,25 e il 3 percento), la definizione del nuovo orario lavorativo nel pubblico impiego e la riduzione dell'Ive sui biglietti del cinema, arriva anche lo sgravio contributivo per le imprese del gioco online autorizzare sul mercato locale. Ciò significa che a partire dal primo giorno di luglio diventa efficace una riduzione del cinque percento, con la tassa sulle attività di gioco che passa dal 25 al ​​20 percento su tutto il territorio nazionale (ad eccezione di Ceuta e Melilla, dove il tributo è addirittura del 10 percento). La misura si applica alle operazioni di gioco online in Spagna (come il bingo o il poker) e alle scommesse sportive online.

LINEA OPPOSTA ALL'ITALIA - Un tempo usavamo dire che tutto il mondo è paese, anche in riferimento al comparto del gioco, specialmente quando si trattava di affrontare movimenti contrari al gioco d'azzardo, in un qualunque stato europeo o del mondo, adesso non è più possibile. Non per noi italiani, almeno. Non più. Dopo l'emanazione del decreto Dignità che oltre a introdurre il divieto totale di pubblicità del gioco (eliminando quindi anche i finanziamenti alla cultura e allo sport da parte delle società di gioco) l'Italia rappresenta un unicum nel quadro mondiale, proprio nel momento in cui tutti gli altri paesi procedono in direzione opposta. Regolamentando i settori del gaming non ancora autorizzati (si pensi agli Stati Uniti, dove è stato superato un divieto storico come quello delle scommesse) o incentivando le imprese a stabilirsi sul loro territorio. Oppure, ancora, favorendo i finanziamenti da parte delle aziende del settore ai settori dello sport e della cultura. Esattamente l'opposto a quello che sta accadendo in Italia. Per la gioia degli altri paesi, naturalmente. Al punto che c'è da aspettarsi, adesso, anche una “delocalizzazione” delle imprese del gioco internazionali, le quali quanto meno sposteranno i propri budget sugli altri mercati, come già emerge dalle sponsorizzazioni del calcio. Secondo i membri del governo, infatti, questa misura è destinata a "ottenere una maggiore attrazione degli operatori di gioco per svolgere le loro attività nel quadro legale, evitando le azioni illegali che si verificano ancora in questo settore". Soprattutto, perché per le aziende non sarà sufficiente avere la sede in Spagna, ma dovranno essere pienamente incorporate nelle città autonome. Incentivando così le aziende internazionali a stabilizzarsi nella Penisola iberica.
E ora la Spagna si gioca le proprie carte, non solo nello sport, ma anche nel business. Anche se – va detto – la misura fiscale era stata già decisa dal governo spagnolo quando ancora in Italia non si paventava neppure il rischio di un intervento così drastico come quello partorito dal nuovo governo, è evidente che a Madrid in molti si staranno sfregando le mani. Proprio come le società sportive locali, come già evidenziato in precedenza. In questo senso, la riforma fiscale voluto dal governo spagnolo capita proprio nel momento giusto. E anche se il testo definitivo della legge non è ancora stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dello Stato, la legge è ormai scritto a pronta per la definitiva entrata in vigore.
Parallelamente a questa decisione, il Partito Popolare ha presentato una proposta per stabilire una piccola tassa sul reddito ricevuto dal gioco, per finanziare trattamenti per le persone che soffrono di gioco d'azzardo patologico e per prevenire la dipendenza. Per regolamentare in maniera completa il settore e gestirne ogni fenomeno. Invece di vietare.

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