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Iagr, India: terra promessa del gaming ma instabile e frammentata

18 settembre 2018 - 09:04

A Copenaghen un focus sul “caso India”, che rappresenta uno dei mercati più interessanti, soprattutto per l’online, ma ancora instabile e pieno di contraddizioni.

Scritto da Alessio Crisantemi
Iagr, India: terra promessa del gaming ma instabile e frammentata

 

Copenaghen - Con una popolazione di 1,3 milioni di persone, diviso in 29 stati e 7 territori dell'Unione, l’India rappresenta oggi uno dei mercati del gaming con il maggiore potenziale in assoluto. Ma rappresenta al tempo stesso anche un terreno di sperimentazione di altre tecniche di regolamentazione e di diversi approcci al settore. Al punto da essere proposto oggi 18 settembre come caso di studio alla Conferenza di Iagr, in corso di svolgimento a Copenaghen.

A illustrare la situazione del gaming in India è il legale Ranjana Adhikari, del Media Entertainment & Gaming Practice, che evidenzia come in seguito all'impulso fornito dall’emanazione del cosiddetto 'Digital India' sotto l'attuale governo di Narendra Modi, si contano oggi circa 350 milioni di utenti di smartphone e si prevede che questa quota raggiungerà i 470 milioni di utenti entro il 2021.
“L'industria dei giochi online in India ha un valore di mercato che è stato stimato attorno ai 290 milioni di dollari americano nel 2016 e si prevede che possa crescere fino a 1 miliardo di dollari entro il 2021. Da notare inoltre che circa il 60 percento dei giocatori che utilizzano il canale mobile in India ha meno di 24 anni e che circa il 60 percento del mercato in India è generato nelle aree rurali dove la penetrazione di Internet è in costante aumento, giorno dopo giorno”.


I DIVIETI VIGENTI - Lo Stato ha fissato dei paletti attorno ai quali viene strutturata l’industria del gaming. “In particolare, tra i principali divieti previsti dalle leggi statali, c’è quello di possedere, mantenere, occupare o avere cura e gestire una casa da gioco sul territorio; prestare o fornire denaro per giocare d'azzardo a persone che frequentano tali case da gioco.
Ma è vietato anche giocare d'azzardo in qualsiasi strada pubblica, luogo o arteria stradale,
stampare, pubblicare, vendere, distribuire o in qualsiasi modo diffondere qualunque cosa intenda aiutare o facilitare il gioco d'azzardo. Oltre ad essere vietato, in alcuni casi, anche il gioco d'azzardo in sé: ma questo non applicabile a tutti gli stati, solo alcuni come l'Orissa, in cui è proibita ogni forma di gioco. In altri stati come il Telangana è vietato offrire giochi online a vincita mentre in Nagaland c’è il divieto di offrire giochi di abilità online senza licenza. Mentre nello stato del Sikkim è necessario avere una licenza locale per poter offrire giochi online. La maggior parte degli emendamenti statali contiene un'esenzione per i giochi di "pura abilità", che sono stati interpretati dalla Corte Suprema come quei giochi in cui risulta preponderante l’abilità”.
 
LE DIFFICOLTA’ PER L’INDUSTRIA – La frammentazione della regolamentazione che caratterizza il mercato indiano genera un'instabilità con la quale si devono confrontare ogni giorno gli addetti ai lavori. In particolare, tra i fattori critici evidenziati da Adhikari, c’è: “l’assenza di un regime di licenze centralizzato per gli operatori del gioco online. Inoltre i cambiamenti politici - assai dinamici e controversi a livello statale - portano a diversi approcci da parte di ogni singolo stato. Bisogna poi considerare che l'offerta di giochi di abilità online è ancora difficile da esercitare, nonostante le chiare eccezioni previste dalla legge: lo stato di Telangana è un esempio classico in cui le cose sono in completo disordine. Infine, le restrizioni per gli investimenti e la collaborazione tecnologica stabilita dalla policy statale soffoca il flusso di innovazione transfrontaliera e l’utilizzo della migliore tecnologia”.
 
OPERATORI INVOCANO UNA LEGGE STABILE - La situazione di instabilità rappresenta dunque la maggiore criticità per gli operatori locali. Per tale ragione i rappresentanti dell’industria hanno presentato delle richieste alla Commissione legale dell'India, attraverso la stesura di un Libro Bianco dedicato al mercato del gaming, all’interno del quale si chiede di introdurre un regime centrale di licenze online unificato e si suggerisce un approccio a più fasi per le licenze che preveda una prima fase in cui includere i giochi di abilità, incluse le scommesse sulle corse di cavalli e le scommesse sportive, e una seconda fase per includere – o eventualmente ampliare il campo di applicazione - i giochi di fortuna. Il documento contiene inoltre suggerimenti sulle restrizioni agli investimenti esteri e nella tecnologia estera e sulla creazione di un'autorità centrale di regolamentazione del gioco per svolgere il mandato ai sensi della legge centrale.

I VANTAGGI DELL'AUTOREGOLAMENTAZIONE - Secondo Adhikari l’autoregolamentazione dell’industria del gaming è un obiettivo ragionevole e che presenta vari vantaggi. Secondo il legale, intanto, “L'industria del gioco non sarebbe la prima ad autoregolarsi in India, esistendo delle storie di successo, come quella dell’Indian Broadcasting Foundation e dell’Advertising Standards Council of India”. Tra le ragioni per cui bisognerebbe pensare a questa disciplina: “Le leggi in India sono penali e il rispetto di un codice di autoregolamentazione aiuta l'operatore a sostenere il suo intento in buona fede. Inoltre questo sviluppo porterebbe stabilità e chiarezza nella politica in assenza di una specifica regolamentazione e potrebbe portare equilibrio tra regolamentazione e innovazione quando viene introdotta una nuova disciplina”.

 

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