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Iagr: 'Italia, divieto pubblicità giochi pericoloso e incoerente'

19 settembre 2018 - 08:49

La Iagr Conference di Copenaghen dedica un panel al divieto italiano di pubblicità ai giochi, una scelta pericolosa per i regolatori internazionali.

Scritto da Ac
Iagr: 'Italia, divieto pubblicità giochi pericoloso e incoerente'

Copenaghen - Il “total Adv ban” (come viene ormai identificato il divieto di pubblicità del gioco italiano) messo a segno dal nostro governo è uno strumento “pericoloso e incoerente”. È quanto emerge in maniera piuttosto chiara dal panel dedicato al “caso Italia” nel terzo giorno della Iagr Conference di Copenaghen.

Si tratta del “tema di maggiore interesse in questo momento per l’industria globale del gaming”. Evidenzia senza alcun dubbio Trude Felde, Senior advisor della Norwegian Gaming and Foundation Authority, chiamata a moderare il dibattito dedicato alla materia nela Conference di Iagr.


Ma quanti altri casi simili a quello italiano si possono individuare nel mondo? Chiede alla platea, costituita per lo più da regolatori. Risposta che arriva subito, con un elenco sommario di casi “simili”, ma non certo uguali, costituito da: Giappone, Singapore, Macao e Australia. Ma in questi casi si tratta di limitazioni parziali e specifiche rispetto ad alcuni segmenti o alcune azioni di marketing. Non un “total ban”, come in Italia.
 

A spiegare a fondo la situazione italiana è il legale Valerie Peano di Egla - European Gambling Lawyers & Advisors, la quale ripercorre le fasi normative precedenti al decreto Dignità che hanno riguardato la pubblicità dei giochi, dal decreto Balduzzi del 2012 alla legge di Stabilità del 2016. Illustrandone i principi di base e mettendo in evidenza, dunque, i limiti già esistenti in termini di promozione, pubblicità e marketing dei giochi.
Arrivando alle regole disposte dal decreto Dignità ed evidenziando, tra i vari aspetti critici, come il Legislatore abbia ignorato completamente le indicazioni della Raccomandazione della Commissione europea del 2014, nella quale si illustrava agli Stati membri che un divieto totale della pubblicità dei giochi online avrebbe un effetto negativo e sarebbe pericoloso perché renderebbe indistinguibile l’offerta legale da quella illegale. Ed è proprio questo il principale fattore critico evidenziato dall'avvocato, ma non l’unico. “Tra le criticità che si evidenziano oggi - spiega - c’è anche l’impatto sull’industria e l’incoerenza rispetto alle altre norme vigenti. Si pensi ad esempio alla gara per il rinnovo delle licenze in corso di definizione in questi mesi che ha visto nuovi operatori entrare sul mercato italiano e ora senza pubblicità a disposizione non potranno distinguersi rispetto agli altri operatori e grandi brand oltre a non potersi neppure distinguere dagli operatori illegali”.
 

Piet van Baeveghem, della Lotteria nazionale belga, ritiene “drastico e probabilmente eccessivo” il “total ban” disposto dall’Italia evidenziando che limitare il numero di operatori è il modo migliore per limitare la pubblicità e proteggere i giocatori. Quindi, un divieto di pubblicità deve essere proporzionato, adatto a raggiungere l'obiettivo in questione e non andare oltre quanto previsto.
E mostra una ricerca che illustra che il gioco d'azzardo ha generalmente una cattiva reputazione tra i belgi, visto che anche lì si sta per arrivare a un divieto di pubblicità, ma ancora una volta parziale e non totale come in Italia.
Secondo quanto emerso nella ricerca, Per esempio, il 28 percento della popolazione compresa tra i 18 e i 65 anni ritiene che il gioco d’azzardo dovrebbe essere vietato, in Belgio. Oltre il 65 percento ritiene che il gioco d’azzardo dovrebbe essere scoraggiato. Il 69 percento ritiene che l’offerta di gioco attuale sia eccessiva e il 59 percento dei cittadini della stessa fascia di età ritiene che la pubblicità di scommesse e giochi di sorte dovrebbe essere vietata completamente.
“Secondo noi di National Lottery l’idea di vietare la pubblicità dei giochi, di cui non si era mai parlato prima di ora, sarebbe assolutamente negativa”.
Secondo il belga, i rischi maggiori che scaturiscono da un divieto di pubblicità sono: “L’impossibilità di sviluppo del mercato legale, che rappresenta un fattore critico non solo per l’industria ma anche per lo Stato visto che l’offerta legale nasce per contrastare quella illegale. Inoltre il divieto non consente ai consumatori di distinguere tra ciò che è legale e ciò che è illecito”.

Ma ora il Belgio ha una imminente legislazione in materia di giochi di casinò online e scommesse online che sta per essere introdotta, con regole stringenti proprio sulla pubblicità. In particolare i casinò games potranno soltanto fare pubblicità sui loro siti di gioco e non all’esterno, oppure attraverso direct marketing, quindi con promozioni personali ai propri utenti. Mentre per quanto riguarda le scommesse online, non si potranno più fare pubblicità durante gli eventi sportivi nè durante i programmi rivolti ai minori e in nessun modo prima delle 20, per quanto riguarda la televisione. Anche qui le promozioni e i bonus potranno essere pubblicizzati unicamente sul sito web degli stessi operatori.
 

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