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Regno Unito, operatori gioco: 'Sì a ban volontario della pubblicità'

13 dicembre 2018 - 11:00

La Industry Group for Responsible Gambling, che rappresenta 640 operatori del gioco Uk, aderisce a divieto di pubblicità volontario in eventi sportivi in tv dall'estate 2019.

Scritto da Redazione
Regno Unito, operatori gioco: 'Sì a ban volontario della pubblicità'

Mentre l'Italia pensa di posticipare fino all'estate lo stop alle sponsorizzazioni di giochi e scommesse previsto dal decreto Dignità dal 1° gennaio 2019, attraverso l’emendamento Milleproroghe inserito nel testo della manovra di Bilancio, il Regno Unito procede spedito verso l'attuazione del divieto di pubblicità al gioco durante gli eventi di sport live.

Dopo che all'inizio di dicembre i maggiori operatori di scommesse inglesi e la Remote Gambling Association si sono espressi a favore del “ban” proposto dal partito laburista anche la Industry Group for Responsible Gambling, che rappresenta 640 operatori del gioco britannico: Association of British Bookmakers (Abb); British Amusement Machine Association (Bacta); The Bingo Association (Ba); National Casino Forum (Ncf); and Remote Gambling Association (Rga).

 

Secondo quanto si legge sul quotidiano inglese The Guardian, l'industria ha confermato l'intenzione di portare avanti un divieto volontario di pubblicità di scommesse durante i programmi sportivi a partire dalla prossima estate, a fronte di una crescente pressione per proteggere i bambini dall'esposizione eccessiva al gioco.
 
 
LE PROPOSTE DEGLI OPERATORI - Jeremy Wright, segretario di Stato per lo Sport e la Cultura afferma che le imprese del gaming ha riferito che la Industry Group for Responsible Gambling ha annunciato i dettagli delle proposte degli operatori: le aziende del settore hanno deciso di sottoporsi a un divieto "whistle-to-whistle" (dal fischio iniziale a quello finale delle partite, Ndr) di annunci da cinque minuti prima degli eventi sportivi in ​​diretta preannunciati a cinque minuti dopo dal termine. Sono escluse le corse di cavalli e levrieri, mentre le società di casinò online, che si fanno pubblicità solo durante gli sport in diretta, anche in base a un codice volontario, con le nuove restrizioni vedrebbero un divieto di fatto su tutte le loro pubblicità prima delle 21. Il divieto verrebbe esteso anche a spettacoli e repliche e impedirebbe la sponsorizzazione di programmi pre-spartiacque.
Per John Hagan, presidente della Industry Group for Responsible Gambling, il pacchetto di misure è uno "spartiacque" per la sua industria: "Riteniamo che queste nuove misure volontarie per la tv, approvate dalle associazioni di categoria che rappresentano ogni settore dell'industria del gioco, riducano drasticamente la quantità di pubblicità in televisione e completino i severi controlli che già regolano le società di gioco intorno alla pubblicità sulle piattaforme digitali".
 
 
I COMMENTI DELLA POLITICA – Il sottosegretario Wright, chiaramente, non può che sottoscrivere gli impegni degli operatori: "Le aziende di gioco che vietano la pubblicità in tv durante lo sport dal vivo fanno una scelta positiva e sono lieto che il settore si stia muovendo in tal senso rispondendo alle preoccupazioni del pubblico. È vitale che i bambini e le persone vulnerabili siano protetti dalla minaccia dei danni legati al gioco. Le aziende devono essere socialmente responsabili".
Il vice capo laburista, Tom Watson, che in precedenza aveva chiesto il divieto delle società di gioco che sponsorizzavano magliette da calcio, aggiunge: "Il prossimo passo dovrà riguardare gli annunci di gioco che i bambini e i giocatori problematici vulnerabili vedono online".
 
 
LA CONTRARIETÀ DI SKY UK - Stephen van Rooyen, amministratore delegato di Sky Uk, è molto critico nei confronti del divieto pubblicitario televisivo dichiarando che “non ha senso” a meno che l'industria non estenda i limiti agli altri media. "L'industria del gioco d'azzardo sta ignorando il fatto che spendono cinque volte di più sul marketing online di quanto non facciano in Tv", afferma. "Tagliando gli annunci tv, semplicemente spenderanno di più online, bombardando smartphone, tablet e social media di persone con ancora più annunci di gioco. Un limite proporzionato e responsabile alla pubblicità del gioco su tutti i media è la cosa giusta da fare".
I limiti volontari inoltre non includono la sponsorizzazione delle magliette sugli annunci presenti nei tabelloni degli stadi, il che significa che le ditte di gioco continueranno ad apparire in modo prominente durante lo sport in diretta.
 

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