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Gioco: fuori il vecchio mondo, dentro il nuovo

23 febbraio 2019 - 08:22

Lorien Pilling, direttore di Global Betting e Gaming Consultants, traccia gli scenari del gaming per il 2019, fra Italia, Gb, Usa, Brasile e Argentina.

Scritto da Lorien Pilling, direttore di Global Betting e Gaming Consultants
Gioco: fuori il vecchio mondo, dentro il nuovo

Il 2019 per gli operatori del gioco italiani si è aperto in modo amaro, visto che gli aumenti delle tasse introdotti costeranno loro decine di milioni di euro. La Penisola, tuttavia, non è la sola tra i principali mercati europei del gaming in cui quest'anno i titolari delle licenze potrebbero affrontare condizioni più dure.


IL CASO ITALIA - Due dei principali aumenti delle imposte sul gioco vedono l'aumento del tasso della tassa di gioco online di 5 punti percentuali, al 25 percento, mentre l'imposta sulle scommesse sportive online sale di 2 punti percentuali, al 24 percento.

Nel 2018 Playtech ha fatto una grande scommessa sul mercato italiano con l'acquisizione di Snaitech. Ma Playtech ha calcolato che le nuove tasse ridurranno il suo Ebitda rettificato "da circa 20 a 25 milioni di euro" prima di intraprendere qualsiasi tentativo di mitigare l'aumento delle tasse. Naturalmente questi cambiamenti fiscali si aggiungono al divieto di pubblicità e sponsorizzazione per il gioco in Italia, varato lo scorso anno.
 

LA SITUAZIONE DEL REGNO UNITO - Il settore e-gaming nel Regno Unito sta pianificando un percorso simile al suo omologo italiano nel 2019. Alla fine del 2018 un divieto volontario "whistle to whistle" sulla pubblicità del gioco durante gli sport live è stato concordato dalle società del Regno Unito. L'Industry Group for Responsible Gambling (Igrg) ha modificato il proprio codice pubblicitario e il divieto entrerà in vigore nell'estate 2019. A differenza di quanto avviene in Italia, il settore del gioco sta tentando l'autoregolamentazione delle pubblicità. L'intenzione è di evitare un divieto totale imposto dal governo sulla pubblicità del gaming come quello imposto in Italia. Anche l'imposta sul gioco a distanza del Regno Unito dovrebbe aumentare di 6 punti percentuali al 21 percento nell'aprile 2019, come parte delle misure per mitigare la perdita di entrate fiscali dai terminali di scommesse a quota fissa.
L'Italia e il Regno Unito rappresentano, assieme, il 41 percento dell'intero mercato europeo dell'e-gaming. Per alcuni operatori individuali, si tratta ancora dei mercati più importanti per la loro fonte di entrate e profitti, ma il 2019 imporrà ancora maggiori pressioni normative, fiscali e di conformità su tali profitti. Questa pressione si è già riflessa nei prezzi delle azioni di diverse società di gioco: il prezzo delle azioni di 888 Holdings è diminuito di quasi il 40 percento nel 2018; Paddy Power Betfair del 27 percento; Gvc Holdings del 26 percento.
Gli operatori europei, quindi, sarebbero perdonati se nel 2019 rivolgessero la loro attenzione verso ovest, al "nuovo mondo", mentre cercano di far crescere le loro imprese.
 

IL NUOVO SLANCIO DEGLI USA - L'abrogazione del divieto di scommesse sportive negli Stati Uniti a maggio 2018 è stata una vera spinta per il settore e i marchi europei hanno spinto per siglare accordi e trovare una posizione sul mercato. Il 2019 vedrà una continuazione delle deliberazioni dei singoli Stati riguardo il loro regolamento sulle scommesse sportive. Gbgc prevede che il settore delle scommesse sportive negli Stati Uniti genererà quasi 1 miliardo di dollari di entrate nel 2019, in base agli attuali Stati che hanno proceduto a una regolamentazione. Questa cifra potrebbe salire a quasi 2 miliardi di dollari Usa entro il 2022. Se più Stati sono coinvolti, quindi, l'opportunità aumenta. Ma la preoccupazione, in alcuni di essi, è che le scommesse sportive vengano viste come una facile fonte di entrate fiscali e che si impostino le aliquote fiscali di conseguenza. Questo atteggiamento limita sia la capacità dei titolari delle licenze di guadagnare profitti sia gli Stati a soddisfare il potenziale dei loro mercati di scommesse legali.
 

NOVITÀ IN BRASILE E ARGENTINA - Sia in Brasile che in Argentina gli ultimi mesi del 2018 hanno portato alcune buone notizie per il settore del gioco d'azzardo, così da traghettarlo verso l'anno nuovo. L'ex presidente del Brasile, Michel Terner, ha finalmente firmato una legislazione che consente l'introduzione di scommesse sportive a quota fissa, sia online che retail. Non è chiaro come sarà il mercato – se monopolistico o concorrenziale - ma dopo anni di ritardi nella firma di altre leggi sul gioco d'azzardo più estese, è un passo nella giusta direzione.
Anche la provincia chiave di Buenos Aires, in Argentina, ha introdotto una legislazione di bilancio che consentirebbe il gioco online nella provincia. Con una proposta di aliquota del 15 percento (più il 2 percento di pagamento amministrativo) e una restrizione di sette licenze per una popolazione di quasi 17 milioni di persone, potrebbe sviluppare un buon mercato per quegli operatori che garantiscono una licenza.
 

LE STIME GLOBALI - A livello globale Gbgc stima che le entrate totali del gioco d'azzardo globale saliranno a quota 468 miliardi di dollari nel 2019. All'interno di questo totale il settore globale dell'e-gaming aumenterà anche nel 2019, superando i 50 miliardi di dollari di entrate e rappresentando quasi l'11 percento di tutto il gioco d'azzardo. La quantità sempre crescente di entrate dell'e-gaming ottenute con licenze locali continuerà il suo trend nel 2019, con circa il 57 percento delle entrate dell'e-gaming ottenute con una licenza locale. Questa tendenza è favorita nel 2019 dai nuovi regimi di licenza introdotti in Svezia e nei Paesi Bassi.

Incassi lordi di gioco globale di e-gaming (milioni di dollari Usa) per luogo 2011 – 2022

Fonte: Global Betting and Gaming Consultants

Ma, come è stato sottolineato in precedenza, una conseguenza della regolamentazione è che gli operatori di gioco rinunceranno a una percentuale più elevata di tali entrate per i governi e le autorità di regolamentazione sotto forma di tasse e costi di conformità.
 

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