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Videogiochi: in Usa una legge per vietare le lootbox

11 maggio 2019 - 06:10

Il progetto di legge del Partito repubblicano mira a videogiochi per bambini e sostiene la necessità di offrire meccanismi regolatori.

Scritto da Vincenzo Giacometti
Videogiochi: in Usa una legge per vietare le lootbox

Josh Hawley, senatore del Partito repubblicano degli Stati Uniti, ha presentato una proposta di legge nota come “Protezione dei bambini contro i giochi abusivi”. Se questa iniziativa dovesse diventare effettivamente legge, saranno imposti dei limiti importanti ai sistemi di monetizzazione utilizzati nei più popolari videogame, per combattere il fenomeno delle cosiddette “lootbox”, contro le quali si sono ormai accesi i riflettori a livello internazionale.

COSA DICE LA LEGGE - Nel presentare la sua proposta di legge, il senatore Hawley ha spiegato: "Quando un gioco è progettato per i bambini, gli sviluppatori non dovrebbero essere autorizzati a trarre vantaggio economico dalla dipendenza che possono produrre. E quando un bambino gioca a giochi pensati per gli adulti, dovrebbe essere protetto da quelle che si possono considerare micro-transazioni compulsive. Gli sviluppatori che sfruttano consapevolmente i bambini dovrebbero affrontare delle conseguenze legali". Ed è proprio quello che si promette di fare con questa iniziativa legislativa.

IL CATTIVO ESEMPIO - Hawley ha preso ad esempio il gioco Candy Crush, che nonostante sia gratuito consente ai giocatori di acquistare pacchetti per ottenere benefici, come 1.000 monete virtuali utilizzate nel gioco, a prezzi che raggiungono anche i 150 dollari.

LA REPLICA DELL'INDUSTRIA - In risposta a questa iniziativa, l'Entertainment Software Association (Esa) ha osservato che molti paesi hanno indicato che questi meccanismi “bottino” non sono sistemi di scommesse. Ha anche osservato che "I genitori hanno già la possibilità di limitare o vietare gli acquisti all'interno dei giochi con meccanismi di controllo dei genitori facili da usare".

LA POSIZIONE DELL'ACCADEMIA - Tuttavia, molti studi hanno iniziato a mettere in relazione il comportamento di acquisto di questi sistemi di micro-transazioni con quelli delle scommesse. In un lavoro svolto dall'Università della British Columbia, sono stati trovati collegamenti tra le due attività. La presentazione afferma che "i bottini occupano un posto simile alle scommesse e rendono necessario ai regolatori prendere in considerazione meccanismi simili a quelli usati per le scommesse in questi giochi". Alcuni paesi, come la Cina, hanno stabilito dei limiti e altri, come il Belgio, hanno sottolineato che i bottini automatici violano le leggi sulle scommesse. Ma come spesso avviene, una decisione presa dagli Stati Uniti potrebbe influenzare – e non poco – anche gli altri paesi. O comunque scoraggiare un'industria che proprio negli Stati Uniti trova la principale sede e raggiunge forse i massimi splendori.

 

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