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Usa, commissione Antimafia: 'Statuto Rico applicabile a crimini di gioco'

21 ottobre 2020 - 10:55

La commissione Antimafia evidenzia come negli Usa lo statuto Rico si applichi anche a crimini di gioco.

Scritto da Anna Maria Rengo
Usa, commissione Antimafia: 'Statuto Rico applicabile a crimini di gioco'

"Lo statuto Rico è applicabile al soggetto che, entro una scadenza di dieci anni, commette almeno due delitti ricompresi in una apposita lista di 35 fattispecie previste dalla legge: dei 35 reati (tra i quali, corruzione, gioco d’azzardo, omicidio, incendio doloso, estorsione, prostituzione, contraffazione, traffico di droga, sequestri di persona e terrorismo) che costituiscono il corpo della legge Rico, otto sono reati statali e 27 quelli federali". Lo si legge nella Relazione con cui la commissione parlamentare Antimafia dà conto della missione e dei sopralluoghi negli Stati Uniti, che hanno avuto luogo dal 13 al 18 gennaio 2020.

La Relazione, approvata dalla commissione, fa riferimento alla legge federale Racketeer Influenced and Corrupt Organizations Act (Rico), che consente di applicare delle pene molto elevate per i soggetti appartenenti ad un gruppo criminale organizzato.

La legge Rico è stata originariamente introdotta proprio per perseguire le persone coinvolte in fenomeni e gruppi di criminalità organizzata, ma ha esteso, nel corso del tempo, la definizione di ciò che costituisce il suo ambito applicativo. Nella sua esperienza applicativa, essa è stata applicata anche ai cartelli della droga, alle bande di strada, a microorganizzazioni di funzionari e agenti di polizia corrotti, a gruppi di pressione deputati ad attività illecita, nonché ad operatori finanziari coinvolti in articolate attività di riciclaggio. Coesistono sanzioni civili e penali per le violazioni della legge Rico; ad esempio, con riferimento alla fattispecie di estorsione, un imputato può essere condannato fino a venti anni di reclusione per ogni specifico episodio di estorsione, cui può aggiungersi una multa fino a 250.000 dollari; inoltre, gli imputati possono anche essere citati dinnanzi al tribunale civile, dove, alla persona offesa dal reato, può essere assegnato fino a tre volte l’importo che gli è stato sottratto.

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