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Uk, l'idea del Governo: 'Scommesse, no Adv società straniere nel calcio'

27 settembre 2021 - 15:09

Il Governo del Regno Unito potrebbe vietare alle società di scommesse straniere di sponsorizzare le maglie da calcio del Paese.

Scritto da Redazione
Uk, l'idea del Governo: 'Scommesse, no Adv società straniere nel calcio'

La "scappatoia" che consente alle società di scommesse straniere di fare pubblicità sulle magliette delle squadre di calcio inglesi e scozzesi e sui cartelloni a bordo campo rischia di essere eliminata come parte dei piani del Governo per ridurre la diffusione del gioco patologico.

I ministri che stanno ultimando una riforma pianificata delle leggi sul gioco con vincita in denaro dovrebbero svelare le loro proposte entro poche settimane, con la forte possibilità che fra di esse ci sia anche il divieto assoluto di far apparire i loghi delle società di scommesse sulle magliette da calcio.

Ad anticiparlo il quotidiano britannico Guardian, secondo cui l'Esecutivo sta anche valutando di andare oltre la sponsorizzazione delle magliette prendendo di mira il controverso sistema di white label (letteralmente "etichetta bianca",  locuzione che indica un prodotto o servizio realizzato da una società che permette il rebranding da parte di altre aziende per farli apparire come se fossero stati fatti da loro, Ndr) utilizzato dalle società di scommesse estere, principalmente da Paesi asiatici come Cina e Thailandia, per concludere accordi di sponsorizzazione redditizi.

Queste aziende ad oggi possono accedere al calcio inglese e scozzese tramite partnership con piccole aziende che detengono una licenza di gioco britannica, un requisito per le aziende che vogliono fare pubblicità nel Regno Unito. Spesso hanno sede in giurisdizioni come l'Isola di Man o Malta, ed affittano effettivamente le loro licenze a marchi d'oltremare, che possono quindi commercializzarsi tramite magliette e cartelloni a bordo campo ai fan nei Paesi in cui il gioco è illegale e non può essere pubblicizzato.
Tale prassi ha sollevato preoccupazioni per la mancanza di trasparenza su chi possiede le società visualizzate sulle maglie delle squadre di calcio e su come operano tali società.
La messa al bando delle white label impedirebbe a queste aziende di fare pubblicità sui cartelloni pubblicitari a bordo campo, che spesso mostrano promozioni di scommesse in una varietà di lingue, oltre che sulle magliette.
 
Ma il Dipartimento per il digitale, la cultura, i media e lo sport (Dcms) starebbe pensando di vietare anche alle aziende di gioco con sede nel Regno Unito di comparire con il proprio marchio nella parte anteriore delle magliette da calcio, preoccupato per l'impatto sui bambini e sulle persone vulnerabili, visto che, secondo una recente ricerca, tali loghi appaiono fino a 700 volte a partita.
 
L'amministratore delegato della English Football League, Trevor Birch, si dice preoccupato da tali prospettive, poiché potrebbe avere un "impatto sostanziale" sulle finanze della Football League.
Attualmente nove dei 20 club della Premier League hanno società di gioco come sponsor di magliette, mentre lo fanno anche sei squadre del campionato. Ma la sponsorizzazione del titolo dell'Efl è con SkyBet e la Football League ha numerosi altri legami con l'industria del gioco, che Birch stima ammonti a un valore totale di 40 milioni di sterline all'anno.
"Siamo preoccupati perché la finanza e la sponsorizzazione del settore delle scommesse è una parte importante del finanziamento dell'Efl", afferma Birch. “La cifra che metteremmo su di esso è di 40 milioni di sterline. Se quella particolare strada ci viene preclusa, avrà un impatto sostanziale sulle nostre finanze".
 
I rapporti suggeriscono che un divieto assoluto di pubblicità sul gioco nel calcio sarebbe improbabile e Birch sostiene che se dovessero verificarsi i cambiamenti più rigorosi, sorgerebbero comunque nuove opportunità di sponsorizzazione.
Ma, l'industria del gioco – evidenzia - dovrebbe dare un contributo finanziario al calcio qualunque siano i cambiamenti, data l'importanza dello sport per i modelli di business della maggior parte dei bookmaker.
“La vita va avanti e se è un successo a breve termine dobbiamo trovare un'alternativa. Chissà cos'altro c'è là fuori in termini di sponsorizzazione che potrebbe colmare il divario?".
 
BOLTON WANDERERS FUORI DAL CORO – Sul tema arriva la voce del Bolton Wanderers, squadra militante nella League One della English football league (Efl), la terza categoria del calcio inglese.
"Riconosciamo che alcune persone vogliono scommettere e anche che la Lega ha in atto una partnership commerciale con una società di gioco - e ne siamo rispettosi", esordisce Neil Hart, Ceo di Bolton Wanderers.
“Tuttavia, non prenderemo parte ad alcuna attività per promuovere il gioco con vincita in denaro al di fuori dei requisiti contrattuali esistenti nell'Efl. Ciò significa che non forniremo chioschi per le scommesse del giorno della partita né stipuleremo nuovi accordi con le società di gioco".
Il precedente impegno di Bolton Wanderers con l'industria delle scommesse e dei giochi ha visto il nome del club della Greater Manchester Betfred come sponsor ufficiale della prima maglia per la stagione 2017/18 del campionato Efl, diventando anche la prima squadra della Premier League - insieme a Wigan Athletic – a collaborare con un operatore di gioco.
Il presidente di Bolton Wanderers Sharon Brittan, commenta: "Il problema del gioco patologico rovina la vita e abbiamo preso questa posizione per mostrare il nostro sostegno a coloro che soffrono di una dipendenza dalle scommesse.
Noi come industria dobbiamo fare di più e il Bolton Wanderers Football Club supporterà i programmi di sensibilizzazione per coloro che hanno problemi con il gioco".
 

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