skin

Ippica: ippodromi e operatori dicono no al taglio del montepremi

31 maggio 2014 - 08:05

“Prendiamo atto con dispiacere della scelta del ministero di proseguire con tagli lineari al montepremi pari al 10% come a maggio e nonostante le  assicurazioni più volte date dal sottosegretario Castiglione sul fatto  che il montepremi sarebbe rimasto uguale al 2013”.

Scritto da Sm
Ippica: ippodromi e operatori dicono no al taglio del montepremi

È il commento del presidente del Coordinamento Ippodromi, Attilio D’Alesio, in merito al calendario di giugno pubblicato ieri dal Mipaaf. “Ci auguriamo di riprendere presto il lavoro di confronto con il ministero sia sul calendario del secondo semestre che sulla convenzione ponte e che il lavoro possa essere proficuo e positivo. Il momento è molto difficile e ci aspettiamo che in tutti prevalga la  volontà di lavorare insieme e trovare il modo di uscire dalla gravissima crisi in cui l’ippica è precipitata”, aggiunge.

 

Anche le associazioni degli operatori ippici esprimono il proprio dissenso per il taglio del montepremi. Il Siag sottolinea: “A venire penalizzata è sempre la filiera produttiva, allenatori, guidatori , proprietari e allevatori che tutti insieme vedono diminuirsi le loro percentuali, non permettendo più agli stessi di sopravvivere, distruggendo l'ippica e non sapendo più come poter mantenere, far nascere, allevare l'animale cavallo;  è il cavallo atleta che permette a circa 30.000 persone di poter portare avanti i propri mestieri e la propria passione, ma si arriverà al punto di non sapere più, visto le leggi vigenti, dove poter mettere i cavalli che hanno dato e danno lustro all'ippica italiana. E che avranno sempre meno la possibilità di sopravvivenza. Qualcuno forse si è dimenticato che i concessionari e lo stato hanno ‘campato’ per anni grazie a questo animale e con questo sport che ha fatto incassare parecchi soldi. Non si capisce perche si continui a sparare sulla croce rossa ed invece si salvaguardino sempre gli ippodromi, continuando a non intaccare le loro convenzioni che nel 2004 erano di 75 milioni fino ad arrivare a 112 milioni prima del taglio del 50% che li ha portati ad incassare 60 milioni dal 2012 in poi, senza aver mai fatto ristrutturazioni in ‘cattedrali’ oramai diventate fatiscenti, con forza lavoro dimezzata e con lavoratori in cassa integrazione. Si veda invece la differenza del montepremi al traguardo e delle provvidenze allevatori che dal 2004 erano di 274 milioni per il montepremi e ora lo stesso è di 97 milioni. Questo va anche a discapito di gente che ha lavorato per 50 anni , non potendo percepire quanto gli spetta per mancanza di fondi nella cassa previdenza”.

Articoli correlati