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Collegato Agricolo: confronto Mipaaf-Mef su ippica

24 luglio 2017 - 08:03

Mipaaf e Mef si confrontano sul testo del decreto attuativo del Collegato agricolo nella parte relativa alla riforma ippica.

Scritto da Sm
Collegato Agricolo: confronto Mipaaf-Mef su ippica

Il Mipaaf ha inviato al Ministero dell'Economia e delle Finanze lo schema di decreto legislativo per l'attuazione dell'articolo 15 del Collegato Agricolo, che prevede la riforma dell'ippica italiana. Il Mef lo ha rinviato con alcune osservazioni da parte del Capo dell'Ufficio legislativo. 

In particolare il capo dell'Ufficio legislativo del Mef sottolinea: "Si ritiene opportuno sostituire il testo con il seguente: 'dalle quote di prelievo sulle scommesse a totalizzatore e a quota fissa sulle corse dei cavalli. Le risorse saranno attribuite all'Organismo dal Ministero dell'Economia e delle finanze secondo le vigenti disposizioni di contabilità'".

Inoltre "si ritiene opportuno eliminare le parole 'in Italia e' ovvero escludere espressamente che tali somme siano dovute dai concessionari del gioco pubblico. Al riguardo si fa presente che l'articolo 15 non include tra le fonti di finanziamento dell'Organismo i proventi derivanti dalla cessione dei diritti relativi alle immagini ippiche. Inoltre, gli schemi di concessione sottoscritti dai concessionari non prevedono l'obbligo di versamento di tali proventi che, pertanto, non potranno essere gestiti dall'Agenzia delle dogane e dei Monopoli". 

IL TESTO DEL MIPAAF - "I soggetti che intendono costituire l'Organismo e che si identificano nell'obiettivo della promozione e del rilancio dell'attività ippica nazionale - si legge - in tutte le sue componenti, basata sulla sua riqualificazione etica e sportiva, devono rappresentare il 30 percento degli allevatori di cavalli di trotto e di galoppo, il 30 percento dei proprietari di cavalli di trotto e di galoppo e il 30 percento delle società di gestione degli ippodromi, secondo la consistenza numerica risultate agli atti del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, in possesso dei seguenti requisiti: l'allevatore deve essere iscritto all'Albo degli allevatori per il trotto o svolgere la propria attività per il galoppo da almeno 3 anni e avere registrato prodotti che abbiano conseguito vincite per almeno euro 150.000 negli ultimi 3 anni".

L'Organismo "è rappresentativo di tutto il settore ippico e ne cura gli interessi, la gestione e lo sviluppo, garantendo il benessere dei cavalli, il buon funzionamento degli uffici gestionali, la buona gestione delle corse e delle manifestazioni ad esse connesse, per la selezione ed il miglioramento delle razze equine italiane, la lotta alle sostanze proibite, e comprendendo al proprio interno, con criteri di equa e ragionevole rappresentanza, tutte le componenti del settore, in veste di soci o di tesserati, con pari dignità agli effetti della attività spotiva e del relativo controllo".
Tasto dolente quello delle risorse. "Le risorse che alimentano il fondo annuale di dotazione per lo sviluppo e la promozione del settore ippico a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto sono costituite: dalla quota annuale versata dagli associati dell'Organismo; dalla quota di prelievo sulle scommesse e sulle corse dei cavalli versate mensilmente allo stesso Organismo dall'Agenzia delle dogane e dei Monopoli entro la fine del mese successivo a quello di pertinenza; dai proventi derivanti dalla cessione in Italia e all'estero dei diritti televisivi, internet, mobile, audio-video, relativi alle immagini ippiche con qualsiasi mezzo tecnologico trasmesse o veicolate ad ogni altro sfruttamento di immagine, modulate da apposito regolamento da sottoscriversi da parte degli operatori; per i primi 4 anni dalla costituzione dell'Organismo, dalle risorse destinate all'ippica" rideterminate "tenuto conto di compiti trasferiti all'Organismo nella misura dell'80 percento per il primo anno successivo alla costituzione dell'Organismo, del 60 percento per il secondo anno successivo alla costituzione, del 40 percento per il terzo anno successivo, del 20 percento per il quarto anno successivo".  
I soggetti che intendono costituire l'Organismo e che si identificano nell'obiettivo della promozione e del rilancio dell'attività ippica nazionale - si legge - in tutte le sue componenti, basata sulla sua riqualificazione etica e sportiva, devono rappresentare il 30 percento degli allevatori di cavalli di trotto e di galoppo, il 30 percento dei proprietari di cavalli di trotto e di galoppo e il 30 percento delle società di gestione degli ippodromi, secondo la consistenza numerica risultate agli atti del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, in possesso dei seguenti requisiti: l'allevatore deve essere iscritto all'Albo degli allevatori per il trotto o svolgere la propria attività per il galoppo da almeno 3 anni e avere registrato prodotti che abbiano conseguito vincite per almeno euro 150.000 negli ultimi 3 anni". 

 

 

L'Organismo "è rappresentativo di tutto il settore ippico e ne cura gli interessi, la gestione e lo sviluppo, garantendo il benessere dei cavalli, il buon funzionamento degli uffici gestionali, la buona gestione delle corse e delle manifestazioni ad esse connesse, per la selezione ed il miglioramento delle razze equine italiane, la lotta alle sostanze proibite, e comprendendo al proprio interno, con criteri di equa e ragionevole rappresentanza, tutte le componenti del settore, in veste di soci o di tesserati, con pari dignità agli effetti della attività spotiva e del relativo controllo".
Tasto dolente quello delle risorse. "Le risorse che alimentano il fondo annuale di dotazione per lo sviluppo e la promozione del settore ippico a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto sono costituite: dalla quota annuale versata dagli associati dell'Organismo; dalla quota di prelievo sulle scommesse e sulle corse dei cavalli versate mensilmente allo stesso Organismo dall'Agenzia delle dogane e dei Monopoli entro la fine del mese successivo a quello di pertinenza; dai proventi derivanti dalla cessione in Italia e all'estero dei diritti televisivi, internet, mobile, audio-video, relativi alle immagini ippiche con qualsisasi mezzo tecnologico trasmesse o veicolate ad ogni altro sfruttamento di immagine, modulate da apposito regolamento da sottoscriversi da parte degli operatori; per i primi 4 anni dalla costituzione dell'Organismo, dalle risorse destinate all'ippica" rideterminate "tenuto conto di compiti trasfertiti all'Organismo nella misura dell'80 percento per il primo anno successivo alla costituzione dell'Organismo, del 60 percento per il secondo anno successivo alla costituzione, del 40 percento per il terzo anno successivo, del 20 percento per il quarto anno successivo".
LE CRITICHE - Critico il presidente del Coordinamento Ippodromi, Attilio D'Alesio, il quale sottolinea: "Come è pensabile che un Organismo Ippico, così come descritto nello schema di cui sopra, possa gestire l'ippica nazionale? Con quali risorse finanziarie dovrebbe vivere l'ippica? Come è pensabile prevedere un taglio del 20 percento all'anno degli attuali finanziamenti per arrivare a zero finanziamenti al quinto anno? Come è ipotizzabile prevedere la presenza nell'Organismo del solo 30 percento degli ippodromi, degli allevatori e dei proprietari? Ci auguriamo di avere presto le risposte a queste domande, anche se va sottolineato che sarà molto difficile che nei prossimi 6 mesi questo schema 'pasticciato' possa diventare un decreto legislativo. Quindi, menomale che questa pessima privatizzazione non si farà". 

 

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