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Riapre l'ippodromo di Padova, Celin invita Mipaaf a mandare gli ispettori

20 febbraio 2020 - 09:17

Nuove corse all'ippodromo di Padova dopo l'asta andata deserta lo scorso ottobre, e nuove critiche da Sergio Celin (Comitato padovano contro il doping e la macellazione dei cavalli da corsa).

Scritto da Fm
Riapre l'ippodromo di Padova, Celin invita Mipaaf a mandare gli ispettori

Ha riaperto i battenti ieri, 19 febbraio, l'ippodromo Breda di Padova, con la gestione del Gruppo Coppiello.

Una gestione che, come conferma lo stesso Gruppo a Gioconews.it, andrà avanti fino al 31 dicembre 2020, dopo che l'asta per l'aggiudicazione del complesso immobiliare dello scorso ottobre era andata deserta e in attesa dei prossimi tentativi di alienazione dei beni dell'ex Fondazione Breda, ippodromo compreso, con prezzi di base d'asta ribassati. 

La cosa non è andata giù a Sergio Celin, portavoce del Comitato padovano contro il doping e la macellazione dei cavalli da corsa, che più volte ha criticato la gestione dell'impianto da parte dei Coppiello ricavandone diverse denunce per diffamazione, ed ora torna alla carica con un nuovo appello al ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, e al sottosegretario con delega all'ippica Giuseppe L'Abbate.

"Come portavoce del Comitato padovano contro il doping e la macellazione dei cavalli da corsa, sono a chiederle in virtù di quali requisiti sono state decise da parte del suo ministero le sovvenzioni erogate per il 2020 a favore della società 'Gruppo Paolo Coppiello'  che gestisce l'ippodromo Breda di Padova", esordisce Celin.
 
"L'ippodromo Breda di Padova è classificato di 'rilevanza commerciale' dal suo ministero e considerato che la finalità di un'ippodromo è quella di creare e 'dare spettacolo', mi chiedo come sia possibile realizzare tutto questo se, dopo ben 4 mesi di chiusura, il gestore 'Gruppo Paolo Coppiello' non si è minimamente preoccupato di pubblicizzare l'avvenimento sportivo, non una sola riga apparsa sulla stampa locale, sulle radio e tv locali il più totale silenzio. Non esiste un solo volantino distribuito in città e neppure un manifesto pubblicitario e, su 100 cittadini, forse solamente uno era a conoscenza della riapertura dell'ippodromo?", si legge ancora nella lettera.
 
Celin quindi chiede a Bellanova perché a tutt'oggi non sia stata ancora inviata un'ispezione ministeriale all'interno dell'ippodromo per rendersi conto "di come vengono spesi i soldi dei cittadini", con controlli ai servizi igienici dedicati al pubblico, agli accessi alle tribune, al pronto soccorso veterinario, agli impianti per la detenzione dei cavalli.
 
Per poi incalzare il ministro: "Per caso è al corrente che, nel caso di inosservanze reiterate o di natura permanente da parte della società gestore dell'ippodromo, il suo ministero può prevederne anche la sospensione delle attività?".
 

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